Processi biotecnologici per la produzione di energia elettrica mediante sistemi Biofotovoltaici (BPVs)

I combustibili fossili (CF) sono e rimarranno le fonti dominanti di energia ancora per molti anni. Ciò, insieme alla continua crescita della domanda energetica dovuta al rapido sviluppo di nuove realtà industriali quali quelle del sud e dell’est del mondo, avrà l’inevitabile conseguenza di un aumento delle emissioni di CO2 che potrebbero raggiungere livelli insostenibili. Già nel 2010, il 43% delle emissioni di CO2 nel mondo sono state prodotte proprio dai CF [IEA, 2012] utilizzati tanto per il trasporto quanto per la generazione di energia elettrica. Quest’ultima voce, in particolare, rappresenta, per i paesi industrializzati, la più grande fonte di emissioni di CO2 che negli US ha determinato circa il 38% delle emissioni totali nel 2011 [EPA, 2011]. Sia l’esaurimento di CF che il contributo che questi forniscono per l’accumulo di biossido di carbonio nell’atmosfera, hanno fatto sì che diventi una priorità trovare nuove fonti energetiche, per la sostenibilità ambientale ed economica. Recentemente, oltre allo sviluppo di diverse tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2, riportandola in formazioni chimiche ove non può più contribuire al riscaldamento globale, si stanno studiando nuove forme innovative di energia rinnovabile legate alle potenzialità dei microorganismi quale generatori di bioelettricità. Tra questi sistemi i più innovativi sono quelli biofotovoltaici (BPVs), che sfruttano la naturale capacità dei microrganismi fotosintetici, come le microalghe, di catture la CO2, e da questo processo si potrebbe riuscire a produrre bioelettricità.