The essay examines a peculiar aspect of the experimental writing of Emilio Villa, the adoption of the Latin language in the poetic texts of the Seventies and Eighties. The analysis of the language used, or rather "created" by Villa, opens up a rich stratification of polisensi made through etymological games and grammatical, phonetic and orthographic hypercaratizations of the Latin adopted and often mixed with other languages, living and dead. The study analyzes, comments and critically interprets, in partucular, the works «Verboracula» and «Geometria Reformata».
Il saggio prende in esame un aspetto peculiare della scrittura sperimentale di Emilio Villa, l'adozione della lingua latina nei testi poetici degli anni Settanta e Ottanta. L'analisi della lingua usata, o meglio "creata", da Villa schiude una ricca stratificazione di polisensi realizzati attraverso giochi etimologici e ipercaratterizzazioni grammaticali, fonetiche e ortografiche del latino adottato e mescidato spesso con altre lingue, vive e morte. Le opere analizzate, commentate e interpretate criticamente sono, in particolare, «Verboracula» e «Geometria Reformata».
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Titolo: | Il latino di Emilio Villa, lingua prodigiosa |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2008 |
Handle: | http://hdl.handle.net/11573/761552 |
ISBN: | 978-88-202-1875-1 |
Appartiene alla tipologia: | 02a Capitolo o Articolo |