Intervenire in uno spazio archeologico o in un luogo comunque denso di tracce e stratificazioni, significa dare contenuto e forma alle antinomie che legano le ragioni della memoria e le necessità del nuovo come tema dominante della cultura italiana. Allestire l’antico costituisce l’ossimoro che inscrive le tensioni tra conservazione ed innovazione, tra durata e impermanenza, tra memoria e oblio, in quella circolarità di relazioni che il progetto, in quanto tale, è chiamato ad esprimere prendendo le distanze tanto dalla patologia della memoria e dell’ascolto, che spesso sconfinano nelle pratiche mimetiche o ambientali, quanto dai segni gratuiti ed autoreferenziali. La tradizione museografica italiana, legata all’intervento in ambienti storici, quella di Albini, di Scarpa e dei BBPR, esprime in maniera esemplare, nella diversità dei rispettivi linguaggi, un comune sentire basato sulla poetica della differenza tra nuovo e antico. Il progetto elaborato per la musealizzazione e valorizzazione delle Terme di Caracalla, dopo la relativamente recente rimozione della cavea dei Ventimila, muove da queste necessarie premesse. A queste ha fatto poi seguito un complesso lavoro di gruppo e il confronto con l’apporto di diverse discipline e sensibilità, tra cui quelle istituzionalmente preposte alla gestione del patrimonio archeologico. Con interventi di: Lucio Altarelli, Rosalba Belibani, Gianni Bulian, Fabrizio Crisafulli, Elisabetta Cristallini, Paola Veronica Dell’Aira, Giovanna Donini, Andrea Grimaldi, Paola Guarini, Gunhild Jenewein, Annamaria Loiacono, Daniele Mancini, Paolo Miccichè, Romolo Ottaviani, Valerio Ottavino, Alfredo Passeri, Maurizio Pinotti, Marina Piranomonte, Fabio Recanatesi, Elvira Reggiani, Francesco Reggiani, Piero Ostilio Rossi, Valeria Sansoni, Maria Talani, Corrado Terzi.
Presentazione / Donini, Giovanna; Ottaviani, Romolo. - STAMPA. - 1(2013), pp. 12-13.
Presentazione
DONINI, Giovanna;OTTAVIANI, ROMOLO
2013
Abstract
Intervenire in uno spazio archeologico o in un luogo comunque denso di tracce e stratificazioni, significa dare contenuto e forma alle antinomie che legano le ragioni della memoria e le necessità del nuovo come tema dominante della cultura italiana. Allestire l’antico costituisce l’ossimoro che inscrive le tensioni tra conservazione ed innovazione, tra durata e impermanenza, tra memoria e oblio, in quella circolarità di relazioni che il progetto, in quanto tale, è chiamato ad esprimere prendendo le distanze tanto dalla patologia della memoria e dell’ascolto, che spesso sconfinano nelle pratiche mimetiche o ambientali, quanto dai segni gratuiti ed autoreferenziali. La tradizione museografica italiana, legata all’intervento in ambienti storici, quella di Albini, di Scarpa e dei BBPR, esprime in maniera esemplare, nella diversità dei rispettivi linguaggi, un comune sentire basato sulla poetica della differenza tra nuovo e antico. Il progetto elaborato per la musealizzazione e valorizzazione delle Terme di Caracalla, dopo la relativamente recente rimozione della cavea dei Ventimila, muove da queste necessarie premesse. A queste ha fatto poi seguito un complesso lavoro di gruppo e il confronto con l’apporto di diverse discipline e sensibilità, tra cui quelle istituzionalmente preposte alla gestione del patrimonio archeologico. Con interventi di: Lucio Altarelli, Rosalba Belibani, Gianni Bulian, Fabrizio Crisafulli, Elisabetta Cristallini, Paola Veronica Dell’Aira, Giovanna Donini, Andrea Grimaldi, Paola Guarini, Gunhild Jenewein, Annamaria Loiacono, Daniele Mancini, Paolo Miccichè, Romolo Ottaviani, Valerio Ottavino, Alfredo Passeri, Maurizio Pinotti, Marina Piranomonte, Fabio Recanatesi, Elvira Reggiani, Francesco Reggiani, Piero Ostilio Rossi, Valeria Sansoni, Maria Talani, Corrado Terzi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.