Un buon sito internet di uno scavo archeologico ha bisogno di risorse economiche e tecnologiche consistenti rispetto a quelle necessarie per altre tipologie di istituzioni culturali: la contestualizzazione storica dello scavo, per risultare com- prensibile, deve essere molto accurata (con cronologie e tavole sinottiche), spesso sono necessarie ricostruzioni 3D e simulazioni stratigrafiche, l’uso degli audiovideo è praticamente obbligatorio. La comunicazione dell’archeologia, soprattutto in Italia, sembra muoversi tra due estremi senza che tra loro si attui una mediazione: o l’iperspecialismo degli esperti, oppure la spettacolarizzazione deteriore dell’industria cinematografica o di molte trasmissioni televisive. Manca ancora, cioè, un racconto divulgativo dell’archeologia che sappia sposare intrattenimento, scientificità e multimedialità. Ripensare le strategie comunicative dei beni archeologici, soprattutto sul web significa quindi non solo rilanciarli in senso turistico, ma anche costruire luoghi privilegiati per la produzione di una memoria condivisa. Tutto ciò dovrebbe essere vero soprattutto per Roma e proprio per il fatto che qui il patrimonio archeologico si incastona nei vissuti dei cittadini da almeno 1500 anni. Quante storie si potrebbero raccontare. E invece…
I problemi della comunicazione on line del patrimonio archeologico / Capaldi, Donatella; Ilardi, E.. - (2012), pp. 233-246.
I problemi della comunicazione on line del patrimonio archeologico
CAPALDI, DONATELLA;
2012
Abstract
Un buon sito internet di uno scavo archeologico ha bisogno di risorse economiche e tecnologiche consistenti rispetto a quelle necessarie per altre tipologie di istituzioni culturali: la contestualizzazione storica dello scavo, per risultare com- prensibile, deve essere molto accurata (con cronologie e tavole sinottiche), spesso sono necessarie ricostruzioni 3D e simulazioni stratigrafiche, l’uso degli audiovideo è praticamente obbligatorio. La comunicazione dell’archeologia, soprattutto in Italia, sembra muoversi tra due estremi senza che tra loro si attui una mediazione: o l’iperspecialismo degli esperti, oppure la spettacolarizzazione deteriore dell’industria cinematografica o di molte trasmissioni televisive. Manca ancora, cioè, un racconto divulgativo dell’archeologia che sappia sposare intrattenimento, scientificità e multimedialità. Ripensare le strategie comunicative dei beni archeologici, soprattutto sul web significa quindi non solo rilanciarli in senso turistico, ma anche costruire luoghi privilegiati per la produzione di una memoria condivisa. Tutto ciò dovrebbe essere vero soprattutto per Roma e proprio per il fatto che qui il patrimonio archeologico si incastona nei vissuti dei cittadini da almeno 1500 anni. Quante storie si potrebbero raccontare. E invece…File | Dimensione | Formato | |
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