Il testo è l'introduzione al convegno dedicato all'architetta Lina Bo Bardi nell'anno del centenario della nascita di cui si propone una lettura aggiornata di alcuni degli aspetti più significativi e pregnanti della sua figura: - Il coraggio delle scelte che l’hanno portata a mettersi in gioco più di una volta a fare dei ricominciamenti dopo separazioni e distacchi; - la forza e l’originalità della sua opera che vanta capolavori come la casa de Vidro, il Museo di Arte di São Paulo e la Fabrica da Pompeia riconosciuti pari a quelli di Oscar Niemeyer, di Lúcio Costa, di Vilanova Artigas, di Affonso Eduardo Reidy nei quali si rileggono tracce della formazione umanista e italiana; - la profondità della sua teoria dell’architettura che in Brasile è approdata ad una sintesi originale di illuminismo che intende il progetto una sapiente mescolanza di tecnica e artigianato popolare: dopo l’esperienza di Bahia e l’incontro con le culture dei popoli del nordest brasiliano, Lina ha maturato un approccio antropologico-etnografico che è alla base della sua architettura “impura”, umanisticamente moderna che potrebbe essere definita anche “un’architettura della creolizzazione” nel senso dato da Edouard Glissant al termine creolizzazione: un métissage linguistico che nasce dalla ricomposizione delle tracce e dei frammenti delle lingue e delle arti dei boat people, i popoli migranti e sradicati dalle loro terre; - il talento e la generosità intellettuale di un architetto militante che ha scritto tanto quanto ha costruito, collaborando con le principali riviste di architettura italiane e brasiliane, allestendo mostre ed esposizioni in tutto il mondo, partecipando al dibattito, insegnando nelle università, coltivando i rapporti con un’intellighenzia italo-brasiliana di cui hanno fatto parte Piacentini, Zevi, Nervi, Pasolini, Niemeyer, Mario Cravo, Gonçalves, i tropicalisti Gilberto Gil, Maria Bethania, Caetano Veloso, il regista Glauber Rocha del Cinema Novo, l’artista di teatro Matteo ... e tanti altri; - l’attualità del pensiero e dell’opera di Lina che rivelano una straordinaria attinenza con temi della contemporaneità come il riuso e il riciclo degli edifici e delle materie.
Lina Bo Bardi (1914-2014). Un'architetta romana in Brasile / Criconia, Alessandra. - STAMPA. - (2014), pp. 2-3.
Lina Bo Bardi (1914-2014). Un'architetta romana in Brasile
CRICONIA, Alessandra
2014
Abstract
Il testo è l'introduzione al convegno dedicato all'architetta Lina Bo Bardi nell'anno del centenario della nascita di cui si propone una lettura aggiornata di alcuni degli aspetti più significativi e pregnanti della sua figura: - Il coraggio delle scelte che l’hanno portata a mettersi in gioco più di una volta a fare dei ricominciamenti dopo separazioni e distacchi; - la forza e l’originalità della sua opera che vanta capolavori come la casa de Vidro, il Museo di Arte di São Paulo e la Fabrica da Pompeia riconosciuti pari a quelli di Oscar Niemeyer, di Lúcio Costa, di Vilanova Artigas, di Affonso Eduardo Reidy nei quali si rileggono tracce della formazione umanista e italiana; - la profondità della sua teoria dell’architettura che in Brasile è approdata ad una sintesi originale di illuminismo che intende il progetto una sapiente mescolanza di tecnica e artigianato popolare: dopo l’esperienza di Bahia e l’incontro con le culture dei popoli del nordest brasiliano, Lina ha maturato un approccio antropologico-etnografico che è alla base della sua architettura “impura”, umanisticamente moderna che potrebbe essere definita anche “un’architettura della creolizzazione” nel senso dato da Edouard Glissant al termine creolizzazione: un métissage linguistico che nasce dalla ricomposizione delle tracce e dei frammenti delle lingue e delle arti dei boat people, i popoli migranti e sradicati dalle loro terre; - il talento e la generosità intellettuale di un architetto militante che ha scritto tanto quanto ha costruito, collaborando con le principali riviste di architettura italiane e brasiliane, allestendo mostre ed esposizioni in tutto il mondo, partecipando al dibattito, insegnando nelle università, coltivando i rapporti con un’intellighenzia italo-brasiliana di cui hanno fatto parte Piacentini, Zevi, Nervi, Pasolini, Niemeyer, Mario Cravo, Gonçalves, i tropicalisti Gilberto Gil, Maria Bethania, Caetano Veloso, il regista Glauber Rocha del Cinema Novo, l’artista di teatro Matteo ... e tanti altri; - l’attualità del pensiero e dell’opera di Lina che rivelano una straordinaria attinenza con temi della contemporaneità come il riuso e il riciclo degli edifici e delle materie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.