The Italian historiography of late 20th-century architecture has revalue figures like Carlo Scarpa, Franco Albini and others, for the dialectic qualities of their work on ancient structures. Franco Minissi is known instead for the protection of archaeological sites, and also for the controversy about his use of innovative materials, but the breadth of his planning production is not well known: hundreds of museums, not only in Italy, restorations, archaeology parks, redevelopments of historic centres, new buildings, interior decorating projects, shops and temporary exhibitions. "I very much enjoyed the title of this book: transparency as a value. It is not only a transparency that alludes to favorite materials from Minissi, but it is also a work of Minissi transparency that becomes almost a category of the spirit, a way of seeing things, to frame and look through, through the organization of objects in museums, some of the museums, monuments in their context...". With these words the scholar Licia Vlad Borrelli captures the essence of the design criteria underlined by the book. The reading of Minissi’s architectural works alongside his experiments on archaeological sites brings to the fore Minissi’s conceptual congruence in attempting to meet the needs of the present and the preservation of antiquities, at any scale. His dialogue with the past was aimed at maximum involvement of citizens and it was refined by the sensitivity of a museum designer and intended for a reversibility of the operation (in line with the principles of critical restoration), placing him among the key figures of the origins of critical restoration and offering valid ideas for the new generations. Updates museological of the last decades, however, threaten to remove all traces of a modus operandi that can still offer valid reflections: a lightweight approach and a search for transparency at all random, but based on the historical consciousness of a designer who, to put it with words of Cesare Brandi, managed to be "at the same time respectful of the ancient and supporter of the modern."

Anche solo l'ampiezza della produzione dell'architetto Franco Minissi (1919-1996) basterebbe a motivare una ragionata disamina delle opere, sia per rimuovere la patina di oblio che purtroppo sembra ricoprire il suo lavoro, sia per rispetto di un'epoca, il secondo dopoguerra italiano, che ha offerto spunti preziosi e realizzazioni di alta qualità. La critica architettonica ha esaltato le figure di Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa, Franco Albini, Mario Ridolfi, Ignazio Gardella, mentre ha troppo spesso accostato Franco Minissi alla sola protezione dei siti archeologici. «Ho molto apprezzato il titolo di questo libro: trasparenza come valore. E non è solo una trasparenza che allude ai materiali prediletti da Minissi, ma è una trasparenza che diventa nell’opera di Minissi quasi una categoria dello spirito, un modo di vedere le cose, di inquadrarle e guardarci attraverso, mediante l’organizzazione degli oggetti nei musei, degli stessi musei, dei monumenti nel loro contesto…». Con queste parole la studiosa Licia Vlad Borrelli coglie l’essenza dell’impostazione progettuale sottolineata dal volume. La rilettura critica delle sperimentazioni di Gela, Eraclea Minoa, Piazza Armerina, assieme alle realizzazioni di Villa Giulia, del Museo di Agrigento o dell'Auditorium del SS. Salvatore di Palermo, può far conoscere la coerenza concettuale di questo architetto, particolarmente attento al connubio fra esigenze del presente e conservazione delle antichità, a qualsiasi scala. È un dialogo col passato, il suo, rivolto al massimo coinvolgimento della cittadinanza e affinato da una sensibilità di museografo, che emerge nella propensione verso flessibilità e reversibilità dell'intervento (in sintonia coi principi del restauro critico), lasciando ai posteri la possibilità di rimuovere le aggiunte senza offesa del monumento, di fronte a nuove esigenze e interpretazioni. Gli aggiornamenti museografici delle ultime decadi, però, minacciano di eliminare ogni traccia di un modus operandi che può ancora offrire valide riflessioni: una leggerezza di accostamento e una ricerca di trasparenza per niente casuali, bensì fondate sulla consapevolezza storica di un progettista che, per dirla con parole di Cesare Brandi, è riuscito ad essere "ad un tempo ossequioso dell'antico e assertore del moderno".

Franco Minissi: musei e restauri : la trasparenza come valore / Vivio, beatrice assunta. - STAMPA. - (2010), pp. 0-320.

Franco Minissi: musei e restauri : la trasparenza come valore

VIVIO, beatrice assunta
2010

Abstract

The Italian historiography of late 20th-century architecture has revalue figures like Carlo Scarpa, Franco Albini and others, for the dialectic qualities of their work on ancient structures. Franco Minissi is known instead for the protection of archaeological sites, and also for the controversy about his use of innovative materials, but the breadth of his planning production is not well known: hundreds of museums, not only in Italy, restorations, archaeology parks, redevelopments of historic centres, new buildings, interior decorating projects, shops and temporary exhibitions. "I very much enjoyed the title of this book: transparency as a value. It is not only a transparency that alludes to favorite materials from Minissi, but it is also a work of Minissi transparency that becomes almost a category of the spirit, a way of seeing things, to frame and look through, through the organization of objects in museums, some of the museums, monuments in their context...". With these words the scholar Licia Vlad Borrelli captures the essence of the design criteria underlined by the book. The reading of Minissi’s architectural works alongside his experiments on archaeological sites brings to the fore Minissi’s conceptual congruence in attempting to meet the needs of the present and the preservation of antiquities, at any scale. His dialogue with the past was aimed at maximum involvement of citizens and it was refined by the sensitivity of a museum designer and intended for a reversibility of the operation (in line with the principles of critical restoration), placing him among the key figures of the origins of critical restoration and offering valid ideas for the new generations. Updates museological of the last decades, however, threaten to remove all traces of a modus operandi that can still offer valid reflections: a lightweight approach and a search for transparency at all random, but based on the historical consciousness of a designer who, to put it with words of Cesare Brandi, managed to be "at the same time respectful of the ancient and supporter of the modern."
2010
9788849219913
9788849269918
Anche solo l'ampiezza della produzione dell'architetto Franco Minissi (1919-1996) basterebbe a motivare una ragionata disamina delle opere, sia per rimuovere la patina di oblio che purtroppo sembra ricoprire il suo lavoro, sia per rispetto di un'epoca, il secondo dopoguerra italiano, che ha offerto spunti preziosi e realizzazioni di alta qualità. La critica architettonica ha esaltato le figure di Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa, Franco Albini, Mario Ridolfi, Ignazio Gardella, mentre ha troppo spesso accostato Franco Minissi alla sola protezione dei siti archeologici. «Ho molto apprezzato il titolo di questo libro: trasparenza come valore. E non è solo una trasparenza che allude ai materiali prediletti da Minissi, ma è una trasparenza che diventa nell’opera di Minissi quasi una categoria dello spirito, un modo di vedere le cose, di inquadrarle e guardarci attraverso, mediante l’organizzazione degli oggetti nei musei, degli stessi musei, dei monumenti nel loro contesto…». Con queste parole la studiosa Licia Vlad Borrelli coglie l’essenza dell’impostazione progettuale sottolineata dal volume. La rilettura critica delle sperimentazioni di Gela, Eraclea Minoa, Piazza Armerina, assieme alle realizzazioni di Villa Giulia, del Museo di Agrigento o dell'Auditorium del SS. Salvatore di Palermo, può far conoscere la coerenza concettuale di questo architetto, particolarmente attento al connubio fra esigenze del presente e conservazione delle antichità, a qualsiasi scala. È un dialogo col passato, il suo, rivolto al massimo coinvolgimento della cittadinanza e affinato da una sensibilità di museografo, che emerge nella propensione verso flessibilità e reversibilità dell'intervento (in sintonia coi principi del restauro critico), lasciando ai posteri la possibilità di rimuovere le aggiunte senza offesa del monumento, di fronte a nuove esigenze e interpretazioni. Gli aggiornamenti museografici delle ultime decadi, però, minacciano di eliminare ogni traccia di un modus operandi che può ancora offrire valide riflessioni: una leggerezza di accostamento e una ricerca di trasparenza per niente casuali, bensì fondate sulla consapevolezza storica di un progettista che, per dirla con parole di Cesare Brandi, è riuscito ad essere "ad un tempo ossequioso dell'antico e assertore del moderno".
beni culturali; restauro; coperture_leggere; minissi; museografia; rivitalizzazione; musei; progettazione; plexiglas; centri storici; siti archeologici
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Franco Minissi: musei e restauri : la trasparenza come valore / Vivio, beatrice assunta. - STAMPA. - (2010), pp. 0-320.
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