Affected by a deflationary spiral for over twenty years, Japan after the Tōhoku earthquake and the tomb of 2011 (Tōhoku) called for architecture to step back voluntarily, for declared solidarity with fellow countrymen. The retreat, also imposed by macroeconomic factors, is perceptible even now in the capital. Whatever the real cause is, Japan today is going through an anabasis that defines disgustingly, but who is, hopefully, virtuous. T. Ito, K. Inui, S. Fujimoto, A. Hirata and N. Hatakeyama shared a project entitled "Home-for-All" (presented at the Venice Biennale 2012) and committed themselves to building a space for the conviviality and the encounter of those who live in the containers after losing their home in the tsunami. In Japan the architects' community has been questioning the need for architecture to cover its ancient function, to provide shelter in a review of the primal meaning of a discipline which has become the mere instrument of the economy.
Colpito da una spirale deflativa da oltre venti anni, il Giappone dopo il terremoto e il maremoto del Tōhoku (2011) ha chiesto all’architettura di fare un passo indietro volontario, per dichiarata solidarietà con i connazionali colpiti. L'arretramento, imposto inoltre da fattori macroeconomici, è percepibile ormai anche nella capitale. Quale che ne sia la vera causa, il G. di oggi sta percorrendo un’anabasi che definisce calamitosa, ma che invece è, auspicabilmente, virtuosa. T. Ito, K. Inui, S. Fujimoto, A. Hirata e N. Hatakeyama hanno condiviso un progetto dal titolo «Home-for-All» (presentato alla Biennale di Venezia 2012) e si sono impegnati nella costruzione di uno spazio per la convivialità e l’incontro di coloro che vivono nei container dopo aver perduto la propria casa nello tsunami. In G. la comunità degli architetti si è interrogata sulla necessità che l’architettura ricopra la sua antica funzione, quella di fornire un riparo in una riesamina del primigenio significato di una disciplina che è diventata invece mero strumento dell’economia. Il G. nonostante i disastrosi eventi naturali che ciclicamente lo colpiscono rimane un importante laboratorio di sperimentazione dell’architettura; a riprova di ciò il fatto che negli ultimi due anni un architetto giapponese è stato insignito del prestigioso Pritzker Architecture Prize, S. Ban (2014) e T. Ito (2013), preceduti nel 2010 da K. Sejima e R. Nishizawa.
Giappone / Spita, Leone. - STAMPA. - IX APPENDICE(2015), pp. 583-592.
Giappone
SPITA, Leone
2015
Abstract
Affected by a deflationary spiral for over twenty years, Japan after the Tōhoku earthquake and the tomb of 2011 (Tōhoku) called for architecture to step back voluntarily, for declared solidarity with fellow countrymen. The retreat, also imposed by macroeconomic factors, is perceptible even now in the capital. Whatever the real cause is, Japan today is going through an anabasis that defines disgustingly, but who is, hopefully, virtuous. T. Ito, K. Inui, S. Fujimoto, A. Hirata and N. Hatakeyama shared a project entitled "Home-for-All" (presented at the Venice Biennale 2012) and committed themselves to building a space for the conviviality and the encounter of those who live in the containers after losing their home in the tsunami. In Japan the architects' community has been questioning the need for architecture to cover its ancient function, to provide shelter in a review of the primal meaning of a discipline which has become the mere instrument of the economy.File | Dimensione | Formato | |
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