Il titolo che avevo scelto inizialmente per il mio intervento era: “Il Design del movimento” perché mi sembrava naturale, considerando la mia formazione culturale e la mia esperienza di ricerca progettuale e didattica, fare una rifl essione su alcuni contenuti relativi ad un settore disciplinare, quello del trasporto, per il quale costante è stata la mia ricerca progettuale. Ma quando poi ho iniziato a pensarci mi sono immediatamente reso conto di una sorta di incompatibilità tra la regola scelta dell’assenza di foto, disegni, immagini in generale e la mia convinzione che il design deve essere visto più che ascoltato. Parlare di design delle auto, delle navi, delle moto, del treno, dell’aereo e altro ancora, e non vedere immagini a supporto, è fi n troppo limitante. È come parlare di cucina e non vedere un piatto, anzi non sentire il gusto di quello di cui si parla, e quindi ho preferito non mettermi a tavola e fare altro. Quindi, essendo io - come forse alcuni sanno, persona disponibile e rispettosa delle regole della comunità nella quale opera - ho ritenuto utile cambiare argomento svolgendo delle considerazioni che del Design mi sono sempre stata particolarmente a cuore, vale a dire quelle relative a soggetto scuola o meglio, quello della mia scuola di design. Questa rifl essione però è venuta a coincidere con un momento particolare della mia vita accademica, quello in cui si riceve la delibera del Consiglio della tua Università che ti annuncia che dal 1° novembre il tuo servizio avrà termine. E allora?

Il design. Un figlio adulto? / Zuccon, Giovanni. - STAMPA. - 4(2014), pp. 24-37.

Il design. Un figlio adulto?

ZUCCON, Giovanni
2014

Abstract

Il titolo che avevo scelto inizialmente per il mio intervento era: “Il Design del movimento” perché mi sembrava naturale, considerando la mia formazione culturale e la mia esperienza di ricerca progettuale e didattica, fare una rifl essione su alcuni contenuti relativi ad un settore disciplinare, quello del trasporto, per il quale costante è stata la mia ricerca progettuale. Ma quando poi ho iniziato a pensarci mi sono immediatamente reso conto di una sorta di incompatibilità tra la regola scelta dell’assenza di foto, disegni, immagini in generale e la mia convinzione che il design deve essere visto più che ascoltato. Parlare di design delle auto, delle navi, delle moto, del treno, dell’aereo e altro ancora, e non vedere immagini a supporto, è fi n troppo limitante. È come parlare di cucina e non vedere un piatto, anzi non sentire il gusto di quello di cui si parla, e quindi ho preferito non mettermi a tavola e fare altro. Quindi, essendo io - come forse alcuni sanno, persona disponibile e rispettosa delle regole della comunità nella quale opera - ho ritenuto utile cambiare argomento svolgendo delle considerazioni che del Design mi sono sempre stata particolarmente a cuore, vale a dire quelle relative a soggetto scuola o meglio, quello della mia scuola di design. Questa rifl essione però è venuta a coincidere con un momento particolare della mia vita accademica, quello in cui si riceve la delibera del Consiglio della tua Università che ti annuncia che dal 1° novembre il tuo servizio avrà termine. E allora?
2014
lectures #4. design, pianificazione, tecnologia dell’architettura
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il design. Un figlio adulto? / Zuccon, Giovanni. - STAMPA. - 4(2014), pp. 24-37.
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