Negli anni ’40 dell'Ottocento alcune cause in materia di diritti sulle opere dell’ingegno portano in primo piano i problemi relativi alla proprietà intellettuale nel Regno delle Due Sicilie. In alcune di esse si evidenzia la figura di un giovane avvocato, Antonio Scialoja, che decide di approfondire la questione in uno scritto teorico di grande rilevanza apparso nel 1845. In questo articolo, l’autore ripercorre le tappe fondamentali della vita di Antonio Scialoja, evidenziando, in particolare, il suo ruolo determinante nell’elaborazione e costruzione del diritto d’autore in Italia. Particolarmente interessanti sono le carte relative alla causa tra Carlo De Meglio e Ferdinando Sievers, produttori di pianoforti. Il primo, difeso da Scialoja, accusa di contraffazione il collega Sievers, di origine russa trasferito a Napoli, per aver copiato l’idea della tastiera in ottone. Tra le carte di Scialoja, si trova la memoria difensiva per De Meglio che si presenta di grande interesse perché inquadra la questione dal punto di vista teorico: secondo Scialoja è chiara la natura dei diritti sulle cose immateriali che devono essere ascritti ai diritti proprietari al pari dei «prodotti delle proprie mani». In tale causa, sono già in nuce le riflessioni che porteranno al progetto sabaudo di legge sulle privative industriali poi esteso all’intera penisola che, sul modello delle migliori legislazioni europee, è proposto da Scialoja con un'ampia relazione introduttiva in cui è approfonditamente analizzata la differenza tra nuova invenzione e scoperta industriale. L’autore mette in risalto i due elementi di novità presenti nel pensiero di Scialoja: il diritto dell’inventore non più una concessione sovrana, ma un diritto riconosciuto da un attestato rilasciato da ufficiale amministrativo e l’individuazione del valore della novità dell'invenzione, che prima era sottoposta al vaglio dell’Accademia delle Scienze di Torino. L’autore, infine, sottolinea come anche di recente, nell’ambito di una trasformazione degli studi sul diritto d’autore, si è, ancora una volta, tornati a riflettere sulla necessità di affrontare il rapporto con il diritto di proprietà, entrando nella sostanza stessa del; di questa riflessione giuridica lo stesso Scialoja fu “precursore” in quanto, non volendosi limitare all’uso terminologico e alla facile applicazione del modello proprietario, si era già soffermato a indagare la natura stessa del diritto.
Tra le carte di Antonio Scialoja avvocato e legislatore dei diritti sulle opere dell'ingegno / Moscati, Laura. - (2014), pp. 201-218. - STORIA DELL'AVVOCATURA IN ITALIA.
Tra le carte di Antonio Scialoja avvocato e legislatore dei diritti sulle opere dell'ingegno
MOSCATI, Laura
2014
Abstract
Negli anni ’40 dell'Ottocento alcune cause in materia di diritti sulle opere dell’ingegno portano in primo piano i problemi relativi alla proprietà intellettuale nel Regno delle Due Sicilie. In alcune di esse si evidenzia la figura di un giovane avvocato, Antonio Scialoja, che decide di approfondire la questione in uno scritto teorico di grande rilevanza apparso nel 1845. In questo articolo, l’autore ripercorre le tappe fondamentali della vita di Antonio Scialoja, evidenziando, in particolare, il suo ruolo determinante nell’elaborazione e costruzione del diritto d’autore in Italia. Particolarmente interessanti sono le carte relative alla causa tra Carlo De Meglio e Ferdinando Sievers, produttori di pianoforti. Il primo, difeso da Scialoja, accusa di contraffazione il collega Sievers, di origine russa trasferito a Napoli, per aver copiato l’idea della tastiera in ottone. Tra le carte di Scialoja, si trova la memoria difensiva per De Meglio che si presenta di grande interesse perché inquadra la questione dal punto di vista teorico: secondo Scialoja è chiara la natura dei diritti sulle cose immateriali che devono essere ascritti ai diritti proprietari al pari dei «prodotti delle proprie mani». In tale causa, sono già in nuce le riflessioni che porteranno al progetto sabaudo di legge sulle privative industriali poi esteso all’intera penisola che, sul modello delle migliori legislazioni europee, è proposto da Scialoja con un'ampia relazione introduttiva in cui è approfonditamente analizzata la differenza tra nuova invenzione e scoperta industriale. L’autore mette in risalto i due elementi di novità presenti nel pensiero di Scialoja: il diritto dell’inventore non più una concessione sovrana, ma un diritto riconosciuto da un attestato rilasciato da ufficiale amministrativo e l’individuazione del valore della novità dell'invenzione, che prima era sottoposta al vaglio dell’Accademia delle Scienze di Torino. L’autore, infine, sottolinea come anche di recente, nell’ambito di una trasformazione degli studi sul diritto d’autore, si è, ancora una volta, tornati a riflettere sulla necessità di affrontare il rapporto con il diritto di proprietà, entrando nella sostanza stessa del; di questa riflessione giuridica lo stesso Scialoja fu “precursore” in quanto, non volendosi limitare all’uso terminologico e alla facile applicazione del modello proprietario, si era già soffermato a indagare la natura stessa del diritto.| File | Dimensione | Formato | |
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