Una volta ribadito che il restauro è attività conservativa, il progetto ancorché impegnato ad essere relazionato alla conoscenza, è chiamato a definire anche i tratti ‘innovativi’ pur sempre presenti all’interno del campo disciplinare. Accanto al rispetto della storia che non va piegata alle preferenze del momento, è la compatibilità ad assumere particolare rilievo quale condizione che cerca di far dialogare azioni strettamente conservative e interventi di innovazione. L’estrema varietà di atteggiamenti che oscilla su questi temi determina spesso approcci di settore; viceversa - commisurando il “da fare” al “già fatto” - le scelte, fondate sul rigore del giudizio, dovrebbero specificarsi nel rispetto dell’opera e dei suoi riconosciuti ‘valori’ nonché guidare l’intera azione progettuale, quella che agisce nel campo del restauro e quella che interviene ‘oltre’ il restauro. Un tema cruciale che viene a porsi come questione di misura e di limiti; non è quindi casuale che venga riproposto all’attenzione il concetto di autenticità che, rivisitato in chiave moderna, si configura più propriamente come identità, Peraltro, per non offuscare la “leggibilità del monumento”, è il postulato della “distinguibilità” ad essere esplicitamente richiamato e ad assumere un ruolo fondamentale nella definizione delle modalità operative: se e come rispettare l’autenticità materiale e quale posizione assumere nel garantire la distinguibilità fra antico e nuovo. L’argomento in discussione riguarda il “come” costruire in ambiente storico, come trattare un nuovo inserimento che concettualmente si configura quale integrazione di una lacuna da definire attraverso una progettualità sottile e discreta, capace di risolvere i nodi figurali senza nuocere all’opera prevaricandone le forme; ciò significa produrre vere architetture e non introdurre surrogati insoddisfacenti.
Dal restauro ad 'oltre' il restauro: questioni aperte / Sette, Maria Piera. - STAMPA. - vol. 1(2014), pp. 43-50.
Dal restauro ad 'oltre' il restauro: questioni aperte
SETTE, Maria Piera
2014
Abstract
Una volta ribadito che il restauro è attività conservativa, il progetto ancorché impegnato ad essere relazionato alla conoscenza, è chiamato a definire anche i tratti ‘innovativi’ pur sempre presenti all’interno del campo disciplinare. Accanto al rispetto della storia che non va piegata alle preferenze del momento, è la compatibilità ad assumere particolare rilievo quale condizione che cerca di far dialogare azioni strettamente conservative e interventi di innovazione. L’estrema varietà di atteggiamenti che oscilla su questi temi determina spesso approcci di settore; viceversa - commisurando il “da fare” al “già fatto” - le scelte, fondate sul rigore del giudizio, dovrebbero specificarsi nel rispetto dell’opera e dei suoi riconosciuti ‘valori’ nonché guidare l’intera azione progettuale, quella che agisce nel campo del restauro e quella che interviene ‘oltre’ il restauro. Un tema cruciale che viene a porsi come questione di misura e di limiti; non è quindi casuale che venga riproposto all’attenzione il concetto di autenticità che, rivisitato in chiave moderna, si configura più propriamente come identità, Peraltro, per non offuscare la “leggibilità del monumento”, è il postulato della “distinguibilità” ad essere esplicitamente richiamato e ad assumere un ruolo fondamentale nella definizione delle modalità operative: se e come rispettare l’autenticità materiale e quale posizione assumere nel garantire la distinguibilità fra antico e nuovo. L’argomento in discussione riguarda il “come” costruire in ambiente storico, come trattare un nuovo inserimento che concettualmente si configura quale integrazione di una lacuna da definire attraverso una progettualità sottile e discreta, capace di risolvere i nodi figurali senza nuocere all’opera prevaricandone le forme; ciò significa produrre vere architetture e non introdurre surrogati insoddisfacenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.