Recently the acceleration suffered by the environmental legislation evolution implemented to the construction industry has made as urgent and evident the educators’ and professionals’ responsibilities, in handing down expertise on energy and environmental issues to architecture, and in working carefully and awareness on the territory and city. For long time educators and professionals looked out the advanced experimentations, studied implemented solutions in model architectures observed curious new, or simply innovated ways to design and build and never taking a challenge due to an economic and social demands not yet culturally equipped in connection with the environmental imperative. Today, finally, economy and society require rigorously a new approach to the territory, city and buildings project: an approach able to explore new lifestyles more adequate from an ecological point of view and more careful to the resources’ conservation of a planet by now collapsing. The EDUCATE research has been developed precisely with the aim of supporting sustainability education and its outcome suggest tools and guidelines to promote architects’ knowledge and skills in the field of environmental design and equipping them to deal with the imperative of sustainability of cities in the near future.

L’accelerazione subita in tempi recenti dall’evoluzione della normativa ambientale applicata al settore delle costruzioni ha reso via via più urgenti ed evidenti le responsabilità delle università, nel trasferire competenze sui temi energetici e ambientali applicati all’architettura, e dei professionisti, nell’operare con consapevolezza e attenzione sul territorio e la città. È un’urgenza curiosa se si considera che la questione energetica risale, seppure per motivi economici, agli anni ’70 e che alcuni pionieri, tra i quali Victor Olgyay e Ian McHarg, già negli anni ‘60 mettevano in relazione architettura e ambiente e proponevano concetti di bioclimatica affiancati da movimenti ambientalisti, da biologi - il libro “Primavera silenziosa” della Carson è del 1962 - e da filosofi, quali Edgar Morin , che intuivano l’urgenza di ripensare al rapporto uomo-natura. L’attenzione per l’inquinamento ambientale dovuto agli impatti dell’industria ha impegnato gli anni ’70 e gli anni ‘80, e solo alla fine degli anni ’80 le teorie della bioclimatica e del regionalismo hanno cominciato a diffondersi e declinarsi in modo più articolato investendo con forza anche il settore delle costruzioni. È del 1992 il rapporto Burtland che definisce il concetto di sostenibilità e degli anni immediatamente successivi la diffusione di termini quali bioarchitettura ed ecoefficienza, e l’avvio di una serie di sperimentazioni progettuali che nel primo periodo hanno demandato prevalentemente all’innovazione tecnologica il compito di mitigare l’impatto degli edifici sull’ambiente adottando tecnologie di involucro costose e complesse di cui non si conoscevano i tempi di obsolescenza nel medio - lungo periodo. Sono quindi più di quarant’anni che il problema ambientale è evidente e, a parte alcune nazioni come Germania, Svezia e Danimarca, che per loro cultura sociale da anni perseguono politiche di mitigazione degli impatti ambientali, poco è stato fatto a livello europeo e ancor meno a livello nazionale. Per ciò che riguarda l’Italia si pensi alle numerose procedure di infrazione, e alle conseguenti multe, subite in ragione del mancato recepimento o della incompleta applicazione di direttive UE, già tardive rispetto al quadro delineato. Docenti e professionisti hanno guardato a lungo alle sperimentazioni avanzate, studiato le soluzioni adottate in architetture esemplari, osservato curiosi nuovi, o semplicemente innovati, modi di progettare e costruire senza mai mettersi in gioco in concreto in ragione di una domanda economica e sociale ancora non culturalmente attrezzata in relazione all’imperativo ambientale. Oggi economia e società richiedono con forza un nuovo approccio al progetto del territorio, della città e degli edifici: un approccio capace di prospettare nuovi stili di vita più corretti dal punto di vista ecologico e attenti alla conservazione delle risorse di un pianeta ormai al collasso. Ed è proprio con l’obiettivo di supportare l’educazione alla sostenibilità che è stata sviluppata la ricerca EDUCATE (Environmental Design in University Curricula and Architectural Training in Europe) finanziata dalla Executive Agency for Competitiveness & Innovation nell’ambito dell’Intelligent Energy Program dal 2009 al 2012. I risultati della ricerca propongono strumenti e linee di indirizzo per promuovere la conoscenza e le competenze degli architetti nel campo della progettazione ambientale e attrezzarli al confronto con l’imperativo della sostenibilità delle città del prossimo futuro. Attraverso una numerosa serie di output, sviluppati nel corso dei tre anni, è stata individuata una strada per impegnare docenti e architetti ad ottenere edifici e centri urbani che assicurino comfort, benessere ed efficienza energetica attraverso la definizione di modelli eccellenti di formazione pre e post professionale finalizzati a fornire gli strumenti per lo sviluppo di progetti virtuosi che affrontino con rigore e creatività le sfide della progettazione contemporanea.


Educate - nuovi modelli per educare alla sostenibilità in architettura / Cangelli, Eliana. - STAMPA. - (2014), pp. 174-176.

Educate - nuovi modelli per educare alla sostenibilità in architettura

CANGELLI, Eliana
2014

Abstract

Recently the acceleration suffered by the environmental legislation evolution implemented to the construction industry has made as urgent and evident the educators’ and professionals’ responsibilities, in handing down expertise on energy and environmental issues to architecture, and in working carefully and awareness on the territory and city. For long time educators and professionals looked out the advanced experimentations, studied implemented solutions in model architectures observed curious new, or simply innovated ways to design and build and never taking a challenge due to an economic and social demands not yet culturally equipped in connection with the environmental imperative. Today, finally, economy and society require rigorously a new approach to the territory, city and buildings project: an approach able to explore new lifestyles more adequate from an ecological point of view and more careful to the resources’ conservation of a planet by now collapsing. The EDUCATE research has been developed precisely with the aim of supporting sustainability education and its outcome suggest tools and guidelines to promote architects’ knowledge and skills in the field of environmental design and equipping them to deal with the imperative of sustainability of cities in the near future.
2014
Smart. Città, edifici, oggetti.
9788889819517
L’accelerazione subita in tempi recenti dall’evoluzione della normativa ambientale applicata al settore delle costruzioni ha reso via via più urgenti ed evidenti le responsabilità delle università, nel trasferire competenze sui temi energetici e ambientali applicati all’architettura, e dei professionisti, nell’operare con consapevolezza e attenzione sul territorio e la città. È un’urgenza curiosa se si considera che la questione energetica risale, seppure per motivi economici, agli anni ’70 e che alcuni pionieri, tra i quali Victor Olgyay e Ian McHarg, già negli anni ‘60 mettevano in relazione architettura e ambiente e proponevano concetti di bioclimatica affiancati da movimenti ambientalisti, da biologi - il libro “Primavera silenziosa” della Carson è del 1962 - e da filosofi, quali Edgar Morin , che intuivano l’urgenza di ripensare al rapporto uomo-natura. L’attenzione per l’inquinamento ambientale dovuto agli impatti dell’industria ha impegnato gli anni ’70 e gli anni ‘80, e solo alla fine degli anni ’80 le teorie della bioclimatica e del regionalismo hanno cominciato a diffondersi e declinarsi in modo più articolato investendo con forza anche il settore delle costruzioni. È del 1992 il rapporto Burtland che definisce il concetto di sostenibilità e degli anni immediatamente successivi la diffusione di termini quali bioarchitettura ed ecoefficienza, e l’avvio di una serie di sperimentazioni progettuali che nel primo periodo hanno demandato prevalentemente all’innovazione tecnologica il compito di mitigare l’impatto degli edifici sull’ambiente adottando tecnologie di involucro costose e complesse di cui non si conoscevano i tempi di obsolescenza nel medio - lungo periodo. Sono quindi più di quarant’anni che il problema ambientale è evidente e, a parte alcune nazioni come Germania, Svezia e Danimarca, che per loro cultura sociale da anni perseguono politiche di mitigazione degli impatti ambientali, poco è stato fatto a livello europeo e ancor meno a livello nazionale. Per ciò che riguarda l’Italia si pensi alle numerose procedure di infrazione, e alle conseguenti multe, subite in ragione del mancato recepimento o della incompleta applicazione di direttive UE, già tardive rispetto al quadro delineato. Docenti e professionisti hanno guardato a lungo alle sperimentazioni avanzate, studiato le soluzioni adottate in architetture esemplari, osservato curiosi nuovi, o semplicemente innovati, modi di progettare e costruire senza mai mettersi in gioco in concreto in ragione di una domanda economica e sociale ancora non culturalmente attrezzata in relazione all’imperativo ambientale. Oggi economia e società richiedono con forza un nuovo approccio al progetto del territorio, della città e degli edifici: un approccio capace di prospettare nuovi stili di vita più corretti dal punto di vista ecologico e attenti alla conservazione delle risorse di un pianeta ormai al collasso. Ed è proprio con l’obiettivo di supportare l’educazione alla sostenibilità che è stata sviluppata la ricerca EDUCATE (Environmental Design in University Curricula and Architectural Training in Europe) finanziata dalla Executive Agency for Competitiveness & Innovation nell’ambito dell’Intelligent Energy Program dal 2009 al 2012. I risultati della ricerca propongono strumenti e linee di indirizzo per promuovere la conoscenza e le competenze degli architetti nel campo della progettazione ambientale e attrezzarli al confronto con l’imperativo della sostenibilità delle città del prossimo futuro. Attraverso una numerosa serie di output, sviluppati nel corso dei tre anni, è stata individuata una strada per impegnare docenti e architetti ad ottenere edifici e centri urbani che assicurino comfort, benessere ed efficienza energetica attraverso la definizione di modelli eccellenti di formazione pre e post professionale finalizzati a fornire gli strumenti per lo sviluppo di progetti virtuosi che affrontino con rigore e creatività le sfide della progettazione contemporanea.

environmental design; sustainability; higher education; architecture
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Educate - nuovi modelli per educare alla sostenibilità in architettura / Cangelli, Eliana. - STAMPA. - (2014), pp. 174-176.
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