La mostra, a cura di Paolo Balmas, tenuta presso la galleria Embrice di Carlo Severati a Roma, è costituita da tre video sincronizzati che interpretano il l trittico di Paolo Uccello: il ciclo della Battaglia di San Romano. Le tre opere del ciclo della Battaglia di San Romano, svoltasi il 1 giugno del 1432, furono dipinte da Paolo di Dono, conosciuto come Paolo Uccello, intorno al 1456 per essere conservate insieme a Palazzo Medici, in Via Larga a Firenze. Le tavole, che rappresentano ognuna un momento diverso dello scontro tra fiorentini e senesi, sono state giudicate per lungo tempo dalla critica, risalente al Vasari, una sorta di "teatro di automi" bloccati in complessi incastri prospettici. I tre quadri sono oggi dispersi in altrettanti musei: gli Uffizi, Il Louvre, la National Gallery. Federica Dal Falco ci propone una sorta di ricomposizione della pittura di Paolo Uccello, prima ancora che nello spazio, nel tempo. Le tre opere sono quindi proiettate contemporaneamente su tre schermi contigui con un video della durata di tre minuti. L'idea è quella di riunire il trittico in una visione simultanea e di restituirgli il dinamismo nascosto, attraverso la musica, composta per l'occasione da un giovane musicista, e la sovrapposizione di materie virtuali, dagli aghi di pino ai marmi. L'inserimento dei materiali, collezionati in centinaia di scatti fotografici, crea una stratificazione da cui sboccia il movimento come dalle spire del tempo l'attimo caduco e perfetto di un gesto. La catarsi della battaglia, il suo avvitarsi e ondeggiare simile a un mare d'uomini e cavalli in tempesta, si specchia nella presenza di tre testimoni: il tamburino del quadro con Niccolò Maurizi da Tolentino, Micheletto Attendolo da Cotignola, il cavallo impennato di Bernardino della Ciarda. Partecipi e isolati dal contesto, queste tre figure chiave spalancano allo sguardo il vuoto, l'interstizio che separa azione e reazione, decisione e atto, rendendo palpabile l'energia annidata tra un fotogramma e il successivo, tra due fermo-macchina. Forse, anzi certamente, la forza seduttiva del trittico di Paolo Uccello sta proprio in questa prefigurazione di un tema contemporaneo che prepara con incredibile anticipo gli esperimenti di Muybridge, la cronofotografia di Marey, le opere del futurismo, ma anche il Nu descendant l'escalier di Duchamp.

BSRvideo / DAL FALCO, Federica. - (2008).

BSRvideo.

DAL FALCO, Federica
2008

Abstract

La mostra, a cura di Paolo Balmas, tenuta presso la galleria Embrice di Carlo Severati a Roma, è costituita da tre video sincronizzati che interpretano il l trittico di Paolo Uccello: il ciclo della Battaglia di San Romano. Le tre opere del ciclo della Battaglia di San Romano, svoltasi il 1 giugno del 1432, furono dipinte da Paolo di Dono, conosciuto come Paolo Uccello, intorno al 1456 per essere conservate insieme a Palazzo Medici, in Via Larga a Firenze. Le tavole, che rappresentano ognuna un momento diverso dello scontro tra fiorentini e senesi, sono state giudicate per lungo tempo dalla critica, risalente al Vasari, una sorta di "teatro di automi" bloccati in complessi incastri prospettici. I tre quadri sono oggi dispersi in altrettanti musei: gli Uffizi, Il Louvre, la National Gallery. Federica Dal Falco ci propone una sorta di ricomposizione della pittura di Paolo Uccello, prima ancora che nello spazio, nel tempo. Le tre opere sono quindi proiettate contemporaneamente su tre schermi contigui con un video della durata di tre minuti. L'idea è quella di riunire il trittico in una visione simultanea e di restituirgli il dinamismo nascosto, attraverso la musica, composta per l'occasione da un giovane musicista, e la sovrapposizione di materie virtuali, dagli aghi di pino ai marmi. L'inserimento dei materiali, collezionati in centinaia di scatti fotografici, crea una stratificazione da cui sboccia il movimento come dalle spire del tempo l'attimo caduco e perfetto di un gesto. La catarsi della battaglia, il suo avvitarsi e ondeggiare simile a un mare d'uomini e cavalli in tempesta, si specchia nella presenza di tre testimoni: il tamburino del quadro con Niccolò Maurizi da Tolentino, Micheletto Attendolo da Cotignola, il cavallo impennato di Bernardino della Ciarda. Partecipi e isolati dal contesto, queste tre figure chiave spalancano allo sguardo il vuoto, l'interstizio che separa azione e reazione, decisione e atto, rendendo palpabile l'energia annidata tra un fotogramma e il successivo, tra due fermo-macchina. Forse, anzi certamente, la forza seduttiva del trittico di Paolo Uccello sta proprio in questa prefigurazione di un tema contemporaneo che prepara con incredibile anticipo gli esperimenti di Muybridge, la cronofotografia di Marey, le opere del futurismo, ma anche il Nu descendant l'escalier di Duchamp.
2008
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/665873
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