La sfida dell’alta formazione è una delle più complesse responsabilità che una società si prende in carico. Per la formazione post-lauream, in particolare, passano tanti dei saperi e delle credenze che andranno a incidere sul punto di vista che adotterà, in futuro, un paese, un gruppo sociale, un territorio, una categoria professionale. E quando questo punto di vista arriva a incrociare uno dei bisogni fondamentali che una società esprime, la sicurezza, il discorso si complessifica ulteriormente. Il soddisfacimento del bisogno di sicurezza risulta, anche dal punto di vista del World Happiness Report 2013/Rapporto mondiale sulla felicità 20131, una delle categorie chiave per comprendere e interpretare il grado di felicità di un gruppo sociale o di una nazione. D’altronde, già alla fine degli anni novanta, Amartya Sen aveva argomentato in modo convincente che il riconoscimento della complessità della natura umana e della diversità dell’ambiente fisico e umano circostante, identifica il benessere di una persona non in una sola dimensione, come nella visione utilitaristica, ma in una pluralità di funzioni vitali, di azioni e di condizioni che una persona ritiene importanti nel corso della sua vita. Queste funzioni spaziano da quelle elementari, come quella di essere adeguatamente nutrito o di non essere afflitto da malattie, fino a attività o condizioni complesse come la libertà politica, la garanzia del lavoro, le opportunità sociali, l’accesso all’educazione e all’informazione, la garanzia di protezione e di sicurezza. La sicurezza, dunque, si pone, accanto al bisogno di equità, come categoria trasversale al benessere di un individuo e della società in un certo momento storico.
La cassetta degli attrezzi. Strumenti culturali per chi lavora per il bene comune / Gavrila, Mihaela. - 1(2014), pp. 46-52.
La cassetta degli attrezzi. Strumenti culturali per chi lavora per il bene comune
GAVRILA, Mihaela
2014
Abstract
La sfida dell’alta formazione è una delle più complesse responsabilità che una società si prende in carico. Per la formazione post-lauream, in particolare, passano tanti dei saperi e delle credenze che andranno a incidere sul punto di vista che adotterà, in futuro, un paese, un gruppo sociale, un territorio, una categoria professionale. E quando questo punto di vista arriva a incrociare uno dei bisogni fondamentali che una società esprime, la sicurezza, il discorso si complessifica ulteriormente. Il soddisfacimento del bisogno di sicurezza risulta, anche dal punto di vista del World Happiness Report 2013/Rapporto mondiale sulla felicità 20131, una delle categorie chiave per comprendere e interpretare il grado di felicità di un gruppo sociale o di una nazione. D’altronde, già alla fine degli anni novanta, Amartya Sen aveva argomentato in modo convincente che il riconoscimento della complessità della natura umana e della diversità dell’ambiente fisico e umano circostante, identifica il benessere di una persona non in una sola dimensione, come nella visione utilitaristica, ma in una pluralità di funzioni vitali, di azioni e di condizioni che una persona ritiene importanti nel corso della sua vita. Queste funzioni spaziano da quelle elementari, come quella di essere adeguatamente nutrito o di non essere afflitto da malattie, fino a attività o condizioni complesse come la libertà politica, la garanzia del lavoro, le opportunità sociali, l’accesso all’educazione e all’informazione, la garanzia di protezione e di sicurezza. La sicurezza, dunque, si pone, accanto al bisogno di equità, come categoria trasversale al benessere di un individuo e della società in un certo momento storico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.