The study leaves from the formula with which Didymus signals, comparatively to the symbology of the cedar, the passage with the negative interpretation to that one of opposite mark. Replying to a question put by an own student to the point of the cedars of Psalm. 36 vv. 35-36a, the Alexandrian master alludes to the ambivalence of symbolic cedar. This paper aims to demonstrate how this symbolic ambivalence of the cedar is not just a matter of exegetical practice, as widespread and systematic; the sign of Didymus one to the 'laudable' cedars next to those interpreted in negative sense is explained not otherwise than like application conscious of a hermeneutic beginning become traditional, already the subject of explicit discussion by his predecessors. In such an allusion the treatment of Didymus is in fact referable to Origen, as evidenced by the exegesis of Lebanon and its cedars by the interpretation of the Song of Gregory of Nyssa, where the Cappadocian explicitly mentions the principle of symbolic ambivalence. Other one, even more significant testimony of the application to the cedar of the hermeneutic beginning of the ambivalence, both in anthropological and demonological key, is offered by the prophet Isaiah comment attributed to Basil, of which are traced similarities of method and content with Didymus. The convergences between the two authors are then traced to the use of a common source, which is indicated in Origen; in the school of Alexandria at the end of the fourth century the inheritance of the origenianian exegesis had to be still present and vital origenianian exegesis, therefore the simple mention of the cedars of the Lebanon was enough to evoke a plurality of symbolic senses of different mark, sometimes oppositely, between which choosing the most suitable to the biblical context from time to time examined.

Lo studio parte dalla formula con cui Didimo segnala, relativamente alla simbologia del cedro, il passaggio dall’interpretazione negativa a quella di segno opposto. Rispondendo ad una domanda posta da un proprio studente a proposito dei cedri di Psalm. 36 vv. 35-36a, il maestro alessandrino allude infatti all’ambivalenza simbolica del cedro. Il contributo intende quindi dimostrare come tale ambivalenza simbolica dei cedri non è solo una questione di prassi esegetica, per quanto diffusa e sistematica; l’accenno di Didimo ai cedri ‘lodevoli’ accanto a quelli interpretati in senso negativo si spiega non altrimenti che come applicazione consapevole di un principio ermeneutico divenuto tradizionale, già oggetto di esplicita trattazione da parte dei suoi predecessori. In tale allusione la trattazione didimiana è infatti riconducibile ad Origene, come dimostra l’esegesi del Libano e dei suoi cedri da parte del Nisseno nell’interpretazione del Cantico, dove il Cappadoce cita esplicitamente il principio dell’ambivalenza simbolica. Altra, ancora più significativa testimonianza dell’applicazione al cedro del principio ermeneutico dell’ambivalenza, sia in chiave antropologica che in chiave demonologica, è offerta dal commento al profeta Isaia attribuito a Basilio, di cui vengono rintracciate analogie di metodo e di contenuto con Didimo. Le convergenze tra i due autori vengono quindi ricondotte all’utilizzo di una fonte comune, che viene indicata in Origene; nella scuola di Alessandria sul finire del quarto secolo doveva essere ancora presente e vitale l’eredità dell’esegesi origeniana, per cui la semplice menzione dei cedri del Libano bastava ad evocare una pluralità di sensi simbolici di segno diverso, talvolta opposto, tra i quali scegliere il più confacente al contesto biblico di volta in volta esaminato.

Didimo e i cedri del Libano. Ambivalenza simbolica di una pianta biblica / Ciccarese, Maria Pia. - STAMPA. - (2014), pp. 45-63.

Didimo e i cedri del Libano. Ambivalenza simbolica di una pianta biblica.

CICCARESE, Maria Pia
2014

Abstract

The study leaves from the formula with which Didymus signals, comparatively to the symbology of the cedar, the passage with the negative interpretation to that one of opposite mark. Replying to a question put by an own student to the point of the cedars of Psalm. 36 vv. 35-36a, the Alexandrian master alludes to the ambivalence of symbolic cedar. This paper aims to demonstrate how this symbolic ambivalence of the cedar is not just a matter of exegetical practice, as widespread and systematic; the sign of Didymus one to the 'laudable' cedars next to those interpreted in negative sense is explained not otherwise than like application conscious of a hermeneutic beginning become traditional, already the subject of explicit discussion by his predecessors. In such an allusion the treatment of Didymus is in fact referable to Origen, as evidenced by the exegesis of Lebanon and its cedars by the interpretation of the Song of Gregory of Nyssa, where the Cappadocian explicitly mentions the principle of symbolic ambivalence. Other one, even more significant testimony of the application to the cedar of the hermeneutic beginning of the ambivalence, both in anthropological and demonological key, is offered by the prophet Isaiah comment attributed to Basil, of which are traced similarities of method and content with Didymus. The convergences between the two authors are then traced to the use of a common source, which is indicated in Origen; in the school of Alexandria at the end of the fourth century the inheritance of the origenianian exegesis had to be still present and vital origenianian exegesis, therefore the simple mention of the cedars of the Lebanon was enough to evoke a plurality of symbolic senses of different mark, sometimes oppositely, between which choosing the most suitable to the biblical context from time to time examined.
2014
Clavigero nostro. Per Antonio V. Nazzaro.
978-884674163-9
Lo studio parte dalla formula con cui Didimo segnala, relativamente alla simbologia del cedro, il passaggio dall’interpretazione negativa a quella di segno opposto. Rispondendo ad una domanda posta da un proprio studente a proposito dei cedri di Psalm. 36 vv. 35-36a, il maestro alessandrino allude infatti all’ambivalenza simbolica del cedro. Il contributo intende quindi dimostrare come tale ambivalenza simbolica dei cedri non è solo una questione di prassi esegetica, per quanto diffusa e sistematica; l’accenno di Didimo ai cedri ‘lodevoli’ accanto a quelli interpretati in senso negativo si spiega non altrimenti che come applicazione consapevole di un principio ermeneutico divenuto tradizionale, già oggetto di esplicita trattazione da parte dei suoi predecessori. In tale allusione la trattazione didimiana è infatti riconducibile ad Origene, come dimostra l’esegesi del Libano e dei suoi cedri da parte del Nisseno nell’interpretazione del Cantico, dove il Cappadoce cita esplicitamente il principio dell’ambivalenza simbolica. Altra, ancora più significativa testimonianza dell’applicazione al cedro del principio ermeneutico dell’ambivalenza, sia in chiave antropologica che in chiave demonologica, è offerta dal commento al profeta Isaia attribuito a Basilio, di cui vengono rintracciate analogie di metodo e di contenuto con Didimo. Le convergenze tra i due autori vengono quindi ricondotte all’utilizzo di una fonte comune, che viene indicata in Origene; nella scuola di Alessandria sul finire del quarto secolo doveva essere ancora presente e vitale l’eredità dell’esegesi origeniana, per cui la semplice menzione dei cedri del Libano bastava ad evocare una pluralità di sensi simbolici di segno diverso, talvolta opposto, tra i quali scegliere il più confacente al contesto biblico di volta in volta esaminato.
letteratura cristiana; esegesi; simbolo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Didimo e i cedri del Libano. Ambivalenza simbolica di una pianta biblica / Ciccarese, Maria Pia. - STAMPA. - (2014), pp. 45-63.
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