Il saggio approfondisce, sul piano teorico, l’analisi rischio-rendimento delle attività economiche, con particolare riferimento alla formazione dell’equity cost, quale remunerazione minima richiesta dagli azionisti di una data impresa, in ragione dei fattori tempo e rischio. Si tratta di un tema ampiamente dibattuto in letteratura, in quanto costituisce parte essenziale della teoria finanziaria nelle sue tre principali articolazioni: funzionamento e dinamica del mercato dei capitali, finanza aziendale e finanza comportamentale. Malgrado la vasta produzione di modelli teorici atti a stimare l’equity cost, nonché l’altrettanto vasto utilizzo degli stessi da parte degli analisti finanziari e delle imprese, sussistono ancora diverse zone d’ombra che spingono, senza soluzione di continuità, economisti, aziendalisti e professionisti della finanza a ricercare nuove strade orientate a migliorare la modellistica esistente e/o a proporre nuovi framework concettuali. Obiettivo del presente lavoro è quello di contribuire al dibattito sull’analisi rischio-rendimento, focalizzando in particolare l’attenzione su due aspetti: 1) la relazione tra equity cost e fattori firm specific secondo una prospettiva bottom-up; 2) la dispersione dei giudizi espressi analisti finanziari quale driver della dinamica rischio-rendimento in una prospettiva top-down. L’analisi che segue prende le mosse dal CAPM (Capital Asset Pricing Model) che, come è noto, rappresenta lo strumento rischio-rendimento più diffuso presso gli operatori finanziari e le imprese. Detto strumento verrà approfondito sia in relazione ai suoi presupposti teorici che ai suoi limiti applicativi. In secondo luogo, si procederà ad una rielaborazione del CAPM adottando un approccio bottom-up, finalizzato a scomporre il profilo rischio-rendimento di un’impresa ed il connesso equity cost incorporato dalla stessa, in ragione variabili esplicative legate, in parte, a componenti interne di tipo strutturale, in parte, alla dinamica dell’ambiente competitivo di riferimento. Infine, l’analisi si concluderà ponendo in relazione il grado di diversità presente nei giudizi espressi dagli analisti rispetto ad un certo titolo azionario con la volatilità dei rendimenti attesi dallo stesso.

Equity cost, fattori firm specific e volatilita’ nei giudizi degli analisti / Renzi, Antonio; Sancetta, Giuseppe; Orlando, Beatrice. - (2014), pp. 89-116.

Equity cost, fattori firm specific e volatilita’ nei giudizi degli analisti

RENZI, ANTONIO;SANCETTA, Giuseppe;ORLANDO, BEATRICE
2014

Abstract

Il saggio approfondisce, sul piano teorico, l’analisi rischio-rendimento delle attività economiche, con particolare riferimento alla formazione dell’equity cost, quale remunerazione minima richiesta dagli azionisti di una data impresa, in ragione dei fattori tempo e rischio. Si tratta di un tema ampiamente dibattuto in letteratura, in quanto costituisce parte essenziale della teoria finanziaria nelle sue tre principali articolazioni: funzionamento e dinamica del mercato dei capitali, finanza aziendale e finanza comportamentale. Malgrado la vasta produzione di modelli teorici atti a stimare l’equity cost, nonché l’altrettanto vasto utilizzo degli stessi da parte degli analisti finanziari e delle imprese, sussistono ancora diverse zone d’ombra che spingono, senza soluzione di continuità, economisti, aziendalisti e professionisti della finanza a ricercare nuove strade orientate a migliorare la modellistica esistente e/o a proporre nuovi framework concettuali. Obiettivo del presente lavoro è quello di contribuire al dibattito sull’analisi rischio-rendimento, focalizzando in particolare l’attenzione su due aspetti: 1) la relazione tra equity cost e fattori firm specific secondo una prospettiva bottom-up; 2) la dispersione dei giudizi espressi analisti finanziari quale driver della dinamica rischio-rendimento in una prospettiva top-down. L’analisi che segue prende le mosse dal CAPM (Capital Asset Pricing Model) che, come è noto, rappresenta lo strumento rischio-rendimento più diffuso presso gli operatori finanziari e le imprese. Detto strumento verrà approfondito sia in relazione ai suoi presupposti teorici che ai suoi limiti applicativi. In secondo luogo, si procederà ad una rielaborazione del CAPM adottando un approccio bottom-up, finalizzato a scomporre il profilo rischio-rendimento di un’impresa ed il connesso equity cost incorporato dalla stessa, in ragione variabili esplicative legate, in parte, a componenti interne di tipo strutturale, in parte, alla dinamica dell’ambiente competitivo di riferimento. Infine, l’analisi si concluderà ponendo in relazione il grado di diversità presente nei giudizi espressi dagli analisti rispetto ad un certo titolo azionario con la volatilità dei rendimenti attesi dallo stesso.
2014
Oltre i confini. Studi in onore di Giuseppe Burgio
9788898533442
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Equity cost, fattori firm specific e volatilita’ nei giudizi degli analisti / Renzi, Antonio; Sancetta, Giuseppe; Orlando, Beatrice. - (2014), pp. 89-116.
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