The crisis struck Italian medium-sized firms just as they were crossing the ford. In the mini-expansion of 2006-7 they had invested heavily, increasing their debts with the banks. The fall in demand and the collapse in industrial production, the increase in interest rates, and the credit crunch, largely connected with government and banking problems, dealt a terrible blow also to the most dynamics among them, leading many to closure. With austerity policies in both debtor and creditor countries domestic demand has all but vanished in the Eurozone: under the German helm, the whole area has undertaken a beggar-thy-neighbor policy. The paper concludes with a suggestion for an alternative policy - at the national and European level - that might restart growth.
La crisi finanziaria non ha colpito direttamente l’Italia. Tuttavia, la debole struttura economica del paese spiega in parte perché gli effetti della recessione globale sull'economia reale siano stati più pesanti rispetto ad altri paesi europei. Questo saggio riprende i punti principali del dibattito sulla situazione dell’economia italiana alla vigilia della crisi (sezione 2) e la aggiorna per tenere conto degli effetti della crisi sulle principali variabili economiche (sezione 3). Si sostiene che la crisi ha colpito l'economia italiana in un momento delicato, nel mezzo di un processo di ristrutturazione. Dato l’alto rapporto debito/PIL, il crollo della crescita ha provocato una maggiore vulnerabilità finanziaria e quando la seconda fase della crisi ha colpito i paesi periferici dell'area dell'Euro, il governo italiano, appesantito dall’enorme debito pubblico, non è riuscito a evitare il contagio. Le debolezze istituzionali alla base dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) e l’indecisione dei leader politici europei hanno alimentato l’incertezza, che ha trascinato alla deriva la periferia della zona Euro, finendo per travolgere anche l’Italia. In assenza di uno sforzo coordinato e tempestivo, l’austerità è rimasta l'unica opzione. Aumentando le tasse, tagliando le spese sociali e i trasferimenti ai Comuni, e quindi la fornitura di servizi, l’austerità fiscale ha finito per colpire i “soliti ignoti”. Il capitolo si conclude con una proposta per un'alternativa politica – nazionale ed europea – per la crescita.
L’Italia al tempo della crisi / Simonazzi, Annamaria. - STAMPA. - (2012), pp. 183-196.
L’Italia al tempo della crisi
SIMONAZZI, Annamaria
2012
Abstract
The crisis struck Italian medium-sized firms just as they were crossing the ford. In the mini-expansion of 2006-7 they had invested heavily, increasing their debts with the banks. The fall in demand and the collapse in industrial production, the increase in interest rates, and the credit crunch, largely connected with government and banking problems, dealt a terrible blow also to the most dynamics among them, leading many to closure. With austerity policies in both debtor and creditor countries domestic demand has all but vanished in the Eurozone: under the German helm, the whole area has undertaken a beggar-thy-neighbor policy. The paper concludes with a suggestion for an alternative policy - at the national and European level - that might restart growth.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.