Il nome di Sisto IV (1471-1484), è legato ad una serie di iniziative architettoniche e urbane volte a disegnare una Roma nuova, da avvicinare ai principali centri italiani. Tra i più indagati nella storia dell’architettura del Quattrocento, il pontificato è considerato nel saggio relativamente ai temi che nei tredici anni di regno, tra i più estesi del secolo, hanno costituito il comune denominatore delle imprese roveresche, allo scopo di individuare nelle opere di rinnovamento non solo l’espressione della magnificenza del sovrano ma anche dei conflitti di vario genere che esse determinarono con i cittadini romani di diverso livello. Sull’edificato si rifletteva significativamente l’esistenza, accanto alla nobiltà baronale dei magnifici viri, di una aristocrazia minore dei nobiles viri di più recente formazione e con origine in buona parte mercantile ma pure con impieghi municipali e curiali oltre che con beni immobili urbani ed extraurbani. Il complesso rapporto tra Curia e città, tema centrale della Roma del Quattrocento, acquista un’articolazione inedita in età sistina e coinvolge i nobiles viri ancora esitanti tra la promessa di fedeltà al papa e la rivendicazione, già trecentesca, di autonomia. Alla definizione degli spazi, degli isolati e dei manufatti si attribuiva un peso decisivo per la costruzione dell'identità e della visibilità di gruppi e di famiglie emergenti. Per costoro, piuttosto che per i baroni, la renovatio di Sisto IV spesso assunse i modi di una vera e propria contrapposizione, particolarmente evidente nei casi in cui gli svantaggi subiti dai Romani si tradussero in benefici per forestieri e curiali i quali furono così agevolati nell’estendere ampiamente la loro presenza nell’Urbe.
Sisto IV committente di architettura a Roma tra magnificenza e conflitto / Cantatore, Flavia. - STAMPA. - (2014), pp. 313-338.
Sisto IV committente di architettura a Roma tra magnificenza e conflitto
CANTATORE, FLAVIA
2014
Abstract
Il nome di Sisto IV (1471-1484), è legato ad una serie di iniziative architettoniche e urbane volte a disegnare una Roma nuova, da avvicinare ai principali centri italiani. Tra i più indagati nella storia dell’architettura del Quattrocento, il pontificato è considerato nel saggio relativamente ai temi che nei tredici anni di regno, tra i più estesi del secolo, hanno costituito il comune denominatore delle imprese roveresche, allo scopo di individuare nelle opere di rinnovamento non solo l’espressione della magnificenza del sovrano ma anche dei conflitti di vario genere che esse determinarono con i cittadini romani di diverso livello. Sull’edificato si rifletteva significativamente l’esistenza, accanto alla nobiltà baronale dei magnifici viri, di una aristocrazia minore dei nobiles viri di più recente formazione e con origine in buona parte mercantile ma pure con impieghi municipali e curiali oltre che con beni immobili urbani ed extraurbani. Il complesso rapporto tra Curia e città, tema centrale della Roma del Quattrocento, acquista un’articolazione inedita in età sistina e coinvolge i nobiles viri ancora esitanti tra la promessa di fedeltà al papa e la rivendicazione, già trecentesca, di autonomia. Alla definizione degli spazi, degli isolati e dei manufatti si attribuiva un peso decisivo per la costruzione dell'identità e della visibilità di gruppi e di famiglie emergenti. Per costoro, piuttosto che per i baroni, la renovatio di Sisto IV spesso assunse i modi di una vera e propria contrapposizione, particolarmente evidente nei casi in cui gli svantaggi subiti dai Romani si tradussero in benefici per forestieri e curiali i quali furono così agevolati nell’estendere ampiamente la loro presenza nell’Urbe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.