L'efficacia nel tempo dell'atto di precetto

L’atto di precetto è assoggettato ad un termine di efficacia, atteso che l’esecuzione forzata, pena l’inefficacia del suddetto atto di precetto, deve iniziare entro il termine di novanta giorni dalla sua notificazione. Fondamentale, pertanto, è stabilire il momento in cui le singole specie di esecuzione forzata hanno inizio, anche alla luce dei principi di scissione temporale degli effetti della notificazione sanciti dalla Corte Costituzionale. Nonostante la perenzione dell’atto di precetto per decorso del termine di cui all’art. 481, 1° comma, c.p.c., permangono comunque gli effetti della intimazione di pagamento e della costituzione in mora e dunque dell’interruzione della prescrizione. L’ufficiale giudiziario è tenuto a svolgere il controllo dell’efficacia dell’atto di precetto, prospettandosi, in difetto, profili di responsabilità. Nella ipotesi in cui nonostante la cessazione dell’efficacia dell’atto di precetto, venga ugualmente iniziata l’esecuzione forzata, la contestazione dovrà essere formalizzata mediante l’opposizione agli atti esecutivi nel termine decadenziale di venti giorni dal compimento del primo atto esecutivo. Si potrebbe forse ipotizzare una rilevazione officiosa della perenzione dell’atto di precetto, in virtù delle modifiche dell’art. 307, 4° comma, c.p.c. e 630, 2° comma, c.p.c., di cui alla L. n. 69/2009. Tema complesso, inoltre, è quello relativo alla sospensione del termine di efficacia, ai sensi dell’art. 481, 2° comma, c.p.c., e, nella ricostruzione del sistema, anche ai fini della decorrenza del termine residuo di efficacia dell’atto di precetto, l’incidenza del potere da parte del giudice della opposizione a precetto di sospendere l’efficacia esecutiva del titolo, nonché dell’analogo potere del giudice davanti al quale è impugnato il titolo esecutivo. Vengono evidenziate, infine, alcune peculiarità relative all’ingiunzione fiscale ex art. 2 r.d. 14.4.1910, n. 639 ed al codice della navigazione.