Il declino dello spazio pubblico e il deterioramento delle connessioni fisiche che interessano la città contemporanea, tutta fondata sulla sola dimensione economica, devono farci riflettere sui valori che riteniamo possano dare corpo a un ripensamento sul modo di “fare città” che sappia mettere al centro la qualità dello spazio. Il territorio italiano custodisce numerosissime tracce della propria topografia antica e gli studi della struttura e della storia delle città sono un primario esito della cultura architettonica italiana. Eppure, l’isolamento delle aree archeologiche, protette in recinti o da ringhiere, oppure chiuse nei parchi archeologici, causa una separazione fisica e una sconnessione concettuale nella continuità della storia. La successione delle epoche dovrebbe, invece, essere tenuta insieme, fino ad includere l’epoca in cui viviamo.E' possibile invece studiare e progettare lo spazio urbano in continuità - concettuale e figurativa - con lo spazio archeologico, promuovere l'integrazione delle antichità con le esigenze della città contemporanea, innovando sistemi e spazi urbani, sottraendo l'archeologia a un esclusivo uso turistico o specialistico, per incoraggiarne il potenziale godimento quotidiano, adatto a promuovere una tutela attiva dei paesaggi. Progetto archeologico e progetto urbano potrebbero trarre sostegno l'uno dall'altro, interagendo nel cuore dei processi trasformativi.
Archeologia e nuovi immaginari / Capuano, Alessandra. - STAMPA. - 1(2014), pp. 36-49.
Archeologia e nuovi immaginari
CAPUANO, Alessandra
2014
Abstract
Il declino dello spazio pubblico e il deterioramento delle connessioni fisiche che interessano la città contemporanea, tutta fondata sulla sola dimensione economica, devono farci riflettere sui valori che riteniamo possano dare corpo a un ripensamento sul modo di “fare città” che sappia mettere al centro la qualità dello spazio. Il territorio italiano custodisce numerosissime tracce della propria topografia antica e gli studi della struttura e della storia delle città sono un primario esito della cultura architettonica italiana. Eppure, l’isolamento delle aree archeologiche, protette in recinti o da ringhiere, oppure chiuse nei parchi archeologici, causa una separazione fisica e una sconnessione concettuale nella continuità della storia. La successione delle epoche dovrebbe, invece, essere tenuta insieme, fino ad includere l’epoca in cui viviamo.E' possibile invece studiare e progettare lo spazio urbano in continuità - concettuale e figurativa - con lo spazio archeologico, promuovere l'integrazione delle antichità con le esigenze della città contemporanea, innovando sistemi e spazi urbani, sottraendo l'archeologia a un esclusivo uso turistico o specialistico, per incoraggiarne il potenziale godimento quotidiano, adatto a promuovere una tutela attiva dei paesaggi. Progetto archeologico e progetto urbano potrebbero trarre sostegno l'uno dall'altro, interagendo nel cuore dei processi trasformativi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.