In una recente pubblicazione (2008) relativa ad un convegno tenuto all’Accademia di San Luca dal titolo A cosa serve l’Architettura?, convegno voluto da Guido Canella ci si interrogava su come è cambiato il quadro di riferimento culturale, sociale e politico entro cui il lavoro dell’architetto oggi si colloca. Un quadro critico, ma tanto critico da sollecitare una riflessione sull’essere architetti responsabili, sul senso e utilità del nostro lavoro in questa società globalizzata. Il campo problematico tracciato proponeva una serie di riflessioni articolate che riguardavano la nostra contemporaneità. Tra queste segnalo lo sconfinamento dell’architettura nell’industrial desing in un mondo dominato dal mercato; la possibilità di interpretare ancora oggi l’architettura come l’esercizio di un pensiero critico sulle contraddizioni del presente, anche nelle forme dell’utopia; l’esistenza e l’operatività di una specifica teoria tipo-morfologica dell’architettura per la realtà stratificata ma anche globalizzata delle nostre città; il ruolo che la critica architettonica svolge ridotta ormai a comunicazione mass mediologica, attenta nel soccorrere ed inseguire gli eventi dell’architettura spettacolo.
Tra etica ed estetica / Partenope, Renato. - STAMPA. - 1(2010), pp. 204-207.
Tra etica ed estetica
PARTENOPE, RENATO
2010
Abstract
In una recente pubblicazione (2008) relativa ad un convegno tenuto all’Accademia di San Luca dal titolo A cosa serve l’Architettura?, convegno voluto da Guido Canella ci si interrogava su come è cambiato il quadro di riferimento culturale, sociale e politico entro cui il lavoro dell’architetto oggi si colloca. Un quadro critico, ma tanto critico da sollecitare una riflessione sull’essere architetti responsabili, sul senso e utilità del nostro lavoro in questa società globalizzata. Il campo problematico tracciato proponeva una serie di riflessioni articolate che riguardavano la nostra contemporaneità. Tra queste segnalo lo sconfinamento dell’architettura nell’industrial desing in un mondo dominato dal mercato; la possibilità di interpretare ancora oggi l’architettura come l’esercizio di un pensiero critico sulle contraddizioni del presente, anche nelle forme dell’utopia; l’esistenza e l’operatività di una specifica teoria tipo-morfologica dell’architettura per la realtà stratificata ma anche globalizzata delle nostre città; il ruolo che la critica architettonica svolge ridotta ormai a comunicazione mass mediologica, attenta nel soccorrere ed inseguire gli eventi dell’architettura spettacolo.File | Dimensione | Formato | |
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