The observations contained in this volume, developed over a long period of time, result from a comparison of the points of view of various disciplines and institutions. The research theme presented in this volume is the definition of “Guidelines for the promotion and development of archaeological finds in the Rome-area archaeological and environmental coastal context” or, more succinctly, “Guidelines for the promotion and development of invisible archaeology”. By invisible archaeology, one means sites excavated following “inevitable” territorial changes that were then studied, documented and re-buried in order to guarantee their preservation. Sometimes, these are restricted sites found in built-up areas, or located along transport infrastructures, areas for which neither expropriation nor development are planned and which are like so many other areas of neglected, blocked or peripheral, sometimes enclosed, land. Requests to use these areas, when the proposed use is consistent with preservation regulations (that is, with what is provided for by direct and indirect restrictions, and in any case with the preservation of the finds), cannot not be taken into consideration. Nevertheless, these areas are not “just any overgrown green space”, perhaps to be set up as small public gardens. And it is not a mere issue of image: the contradictory messages that these areas convey to the outside world have much to do with the uncertain identity that characterises a great deal of cultural heritage today, and with the dangerous distance that is developing between local communities and cultural heritage, especially as regards land and landscape heritage.

La riflessione contenuta in questo libro è maturata attraverso un tempo piuttosto lungo, ed è l’esito di un confronto tra punti di vista disciplinari e ruoli istituzionali diversi. Si tratta infatti di posizioni appartenenti ai variegati mondi dell’archeologia, dell’architettura e della progettazione del paesaggio, ma anche della topografia antica, della geoarcheologia, dell’urbanistica e dell’ecologia; si tratta inoltre delle competenze specifiche di un Dipartimento universitario (DiAP Diartimento di Architettura e Progetto – Sapienza, Università di Roma) e di una Soprintendenza archeologica (Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma – sede di Ostia), in rapporto con i Comuni di Roma e Fiumicino, con la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, con la Regione Lazio ecc.Il tema della ricerca presentata in questo libro è la messa a punto di “Linee guida per la valorizzazione dei rinvenimenti archeologici della direttrice archeologica-ambientale Roma-area costiera”, sinteticamente Linee guida per la valorizzazione dell’archeologia invisibile. Con archeologia invisibile si intendono i siti scavati a seguito di trasformazioni territoriali “inevitabili”, studiati, documentati e re-interrati per garantirne la conservazione. A volte si tratta di aree vincolate comprese all’interno di comparti edificati, o situate lungo le infrastrutture di collegamento, aree per le quali non si prevede esproprio né valorizzazione, che si presentano come tante altre porzioni di suolo incolto, intercluse o di margine, qualche volta recintate. La richiesta di usare queste aree, quando l’uso proposto sia coerente con le norme di tutela (con quanto cioè previsto dai vincoli diretti e indiretti, e comunque con la conservazione dei ritrovamenti) non può non essere presa in considerazione1. Purtuttavia queste aree non sono un “qualsiasi spazio verde incolto”, magari da attrezzare a giardinetto. E non è un banale problema di immagine: i contraddittori messaggi che queste aree mandano all’esterno hanno molto a che fare con l’incerta identità contemporanea di molti beni culturali, e con la pericolosa distanza che si sta creando tra società locali e patrimonio culturale, soprattutto rispetto ai beni di natura territoriale e paesaggistica.

Paesaggi dell'archeologia invisibile / Caravaggi, Lucina; C., Morelli. - STAMPA. - 5:(2014).

Paesaggi dell'archeologia invisibile

CARAVAGGI, Lucina;
2014

Abstract

The observations contained in this volume, developed over a long period of time, result from a comparison of the points of view of various disciplines and institutions. The research theme presented in this volume is the definition of “Guidelines for the promotion and development of archaeological finds in the Rome-area archaeological and environmental coastal context” or, more succinctly, “Guidelines for the promotion and development of invisible archaeology”. By invisible archaeology, one means sites excavated following “inevitable” territorial changes that were then studied, documented and re-buried in order to guarantee their preservation. Sometimes, these are restricted sites found in built-up areas, or located along transport infrastructures, areas for which neither expropriation nor development are planned and which are like so many other areas of neglected, blocked or peripheral, sometimes enclosed, land. Requests to use these areas, when the proposed use is consistent with preservation regulations (that is, with what is provided for by direct and indirect restrictions, and in any case with the preservation of the finds), cannot not be taken into consideration. Nevertheless, these areas are not “just any overgrown green space”, perhaps to be set up as small public gardens. And it is not a mere issue of image: the contradictory messages that these areas convey to the outside world have much to do with the uncertain identity that characterises a great deal of cultural heritage today, and with the dangerous distance that is developing between local communities and cultural heritage, especially as regards land and landscape heritage.
2014
978-88-7462-632-8
La riflessione contenuta in questo libro è maturata attraverso un tempo piuttosto lungo, ed è l’esito di un confronto tra punti di vista disciplinari e ruoli istituzionali diversi. Si tratta infatti di posizioni appartenenti ai variegati mondi dell’archeologia, dell’architettura e della progettazione del paesaggio, ma anche della topografia antica, della geoarcheologia, dell’urbanistica e dell’ecologia; si tratta inoltre delle competenze specifiche di un Dipartimento universitario (DiAP Diartimento di Architettura e Progetto – Sapienza, Università di Roma) e di una Soprintendenza archeologica (Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma – sede di Ostia), in rapporto con i Comuni di Roma e Fiumicino, con la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, con la Regione Lazio ecc.Il tema della ricerca presentata in questo libro è la messa a punto di “Linee guida per la valorizzazione dei rinvenimenti archeologici della direttrice archeologica-ambientale Roma-area costiera”, sinteticamente Linee guida per la valorizzazione dell’archeologia invisibile. Con archeologia invisibile si intendono i siti scavati a seguito di trasformazioni territoriali “inevitabili”, studiati, documentati e re-interrati per garantirne la conservazione. A volte si tratta di aree vincolate comprese all’interno di comparti edificati, o situate lungo le infrastrutture di collegamento, aree per le quali non si prevede esproprio né valorizzazione, che si presentano come tante altre porzioni di suolo incolto, intercluse o di margine, qualche volta recintate. La richiesta di usare queste aree, quando l’uso proposto sia coerente con le norme di tutela (con quanto cioè previsto dai vincoli diretti e indiretti, e comunque con la conservazione dei ritrovamenti) non può non essere presa in considerazione1. Purtuttavia queste aree non sono un “qualsiasi spazio verde incolto”, magari da attrezzare a giardinetto. E non è un banale problema di immagine: i contraddittori messaggi che queste aree mandano all’esterno hanno molto a che fare con l’incerta identità contemporanea di molti beni culturali, e con la pericolosa distanza che si sta creando tra società locali e patrimonio culturale, soprattutto rispetto ai beni di natura territoriale e paesaggistica.
archeologia; paesaggio; Roma
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Paesaggi dell'archeologia invisibile / Caravaggi, Lucina; C., Morelli. - STAMPA. - 5:(2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/630223
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