Quelle su immigrati e immigrazione si configurano, per due aspetti fondamentali, come cattive notizie: tendono a privilegiare vicende di cronaca che hanno per protagonisti migranti, solitamente nel ruolo di criminali o rei sospetti, e trattano il tema con poche accortezze, usando senza troppe distinzioni termini quali irregolari, clandestini, immigrati, extracomunitari o stranieri. Non sono buone, dunque, né le notizie diffuse, né la loro forma. L’origine delle distorsioni è rintracciabile in fattori diversi: le routine giornalistiche, le dinamiche della cultura professionale, la competizione tra testate, le relazioni con le fonti (soprattutto nella cronaca nera), la debolezza delle norme, ma forse anche pregiudizi e timori diffusi tanto nei media quanto nell’opinione pubblica. Ne deriva un effetto perverso per cui gli operatori dell’informazione riflettono il sentire comune e si trovano da una parte a inter- pretare sentimenti di paura e diffidenza sociale, dall’altra – talvolta loro malgrado – ad alimentarli. La consapevolezza della complessità dello scenario e degli elementi in gioco, però, non basta. Serve un passo in avanti nell’analisi delle responsabilità dell’informazione e nella ricerca di possibili soluzioni correttive, per contribuire a ridurre il nesso tra pigrizie narrative e rappresentazione dello straniero come pericolo incombente.Di qui l'intenzione di valutare il ruolo e l’efficacia della deontologia professionale nella rappresentazione dell’immigrazione, attraverso la rilevazione dell'estensione di eventuali violazioni alle norme delle carte dentologiche principali.
Errori di stampa. Le violazioni deontologiche nel giornalismo / Panarese, Paola. - STAMPA. - (2016), pp. 112-122.
Errori di stampa. Le violazioni deontologiche nel giornalismo
PANARESE, Paola
2016
Abstract
Quelle su immigrati e immigrazione si configurano, per due aspetti fondamentali, come cattive notizie: tendono a privilegiare vicende di cronaca che hanno per protagonisti migranti, solitamente nel ruolo di criminali o rei sospetti, e trattano il tema con poche accortezze, usando senza troppe distinzioni termini quali irregolari, clandestini, immigrati, extracomunitari o stranieri. Non sono buone, dunque, né le notizie diffuse, né la loro forma. L’origine delle distorsioni è rintracciabile in fattori diversi: le routine giornalistiche, le dinamiche della cultura professionale, la competizione tra testate, le relazioni con le fonti (soprattutto nella cronaca nera), la debolezza delle norme, ma forse anche pregiudizi e timori diffusi tanto nei media quanto nell’opinione pubblica. Ne deriva un effetto perverso per cui gli operatori dell’informazione riflettono il sentire comune e si trovano da una parte a inter- pretare sentimenti di paura e diffidenza sociale, dall’altra – talvolta loro malgrado – ad alimentarli. La consapevolezza della complessità dello scenario e degli elementi in gioco, però, non basta. Serve un passo in avanti nell’analisi delle responsabilità dell’informazione e nella ricerca di possibili soluzioni correttive, per contribuire a ridurre il nesso tra pigrizie narrative e rappresentazione dello straniero come pericolo incombente.Di qui l'intenzione di valutare il ruolo e l’efficacia della deontologia professionale nella rappresentazione dell’immigrazione, attraverso la rilevazione dell'estensione di eventuali violazioni alle norme delle carte dentologiche principali.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Panarese_Errori-di-stampa_2016.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
389.21 kB
Formato
Adobe PDF
|
389.21 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.