Per intendere il significato del sapere storico, è necessario interrogarsi sulla forma che l’idea di verità ha assunto nelle moderne scienze empiriche, come modello di una conoscenza rigorosa. In quanto concetto di relazione, che – secondo l’antica sentenza – postula una corrispondenza dell’intellectus con la res, la verità sfugge a una considerazione razionale, presentandosi piuttosto, in una figura aporetica e instabile, come l’idea-guida del conoscere in generale. Fin dal secolo diciassettesimo, la storiografia ha trovato una via di accesso all’universo scientifico, e al suo ideale di verità, attraverso la codificazione di un metodo critico, elaborato dapprima dalla disciplina diplomatica e fondato sulle due operazioni, per altro intrecciate, della critica esterna, vòlta a stabilire la credibilità del testimone, e della critica interna, vòlta invece all’accertamento degli eventi. Nell’impossibilità di una osservazione immediata del proprio oggetto, il metodo critico ha consentito un discorso rigoroso, seppure indiretto, sui fatti del passato, elevando il sapere storico alla dignità di una scienza empirica. Ma questo metodo, scrutato nella sua dinamica “procedurale”, costituisce un “nucleo” ristretto nella considerazione del passato e nella costruzione di una memoria pubblica comune, che continua a fondarsi, in larga parte, sull’opera dell’immaginazione e sul mito. Tuttavia esso rappresenta un momento essenziale del sapere storico, riuscendo a connetterlo all’ideale di verità delle scienze e a distinguerlo, pertanto, dalla finzione.

La conoscenza storica tra verità e rappresentazione / Muste', Marcello. - STAMPA. - (2014), pp. 101-117.

La conoscenza storica tra verità e rappresentazione

MUSTE', MARCELLO
2014

Abstract

Per intendere il significato del sapere storico, è necessario interrogarsi sulla forma che l’idea di verità ha assunto nelle moderne scienze empiriche, come modello di una conoscenza rigorosa. In quanto concetto di relazione, che – secondo l’antica sentenza – postula una corrispondenza dell’intellectus con la res, la verità sfugge a una considerazione razionale, presentandosi piuttosto, in una figura aporetica e instabile, come l’idea-guida del conoscere in generale. Fin dal secolo diciassettesimo, la storiografia ha trovato una via di accesso all’universo scientifico, e al suo ideale di verità, attraverso la codificazione di un metodo critico, elaborato dapprima dalla disciplina diplomatica e fondato sulle due operazioni, per altro intrecciate, della critica esterna, vòlta a stabilire la credibilità del testimone, e della critica interna, vòlta invece all’accertamento degli eventi. Nell’impossibilità di una osservazione immediata del proprio oggetto, il metodo critico ha consentito un discorso rigoroso, seppure indiretto, sui fatti del passato, elevando il sapere storico alla dignità di una scienza empirica. Ma questo metodo, scrutato nella sua dinamica “procedurale”, costituisce un “nucleo” ristretto nella considerazione del passato e nella costruzione di una memoria pubblica comune, che continua a fondarsi, in larga parte, sull’opera dell’immaginazione e sul mito. Tuttavia esso rappresenta un momento essenziale del sapere storico, riuscendo a connetterlo all’ideale di verità delle scienze e a distinguerlo, pertanto, dalla finzione.
2014
Teorie del pensiero storico
978-88-400-1750-1
metodo storico; teoria della verità; teoria del conoscere
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La conoscenza storica tra verità e rappresentazione / Muste', Marcello. - STAMPA. - (2014), pp. 101-117.
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