I rapporti fra Guglielmo De Angelis d’Ossat e Piero Gazzola sono stati, come noto, numerosi e continui, già a partire dalla seconda metà degli anni Trenta quando, attivamente impegnati come architetti aggiunti presso le Soprintendenze della Liguria il primo e della Lombardia il secondo, vennero chiamati da Gustavo Giovannoni, insieme ad altri allievi, a partecipare alla redazione di “Palladio”. Nati a distanza di poco meno di un anno l’uno dall’altro, i loro percorsi formativi e i successivi sviluppi nel campo professionale e accademico seguirono percorsi simili, talvolta paralleli, che li portarono ad intrattenere frequenti relazioni. Tra le diverse tematiche di possibile confronto fra i due personaggi – i cui rapporti non si limitarono ai paralleli incarichi nell’Amministrazione ma si intrecciarono con le attività svolte da entrambi nel campo della ricerca e della formazione universitaria e post-universitaria, come pure in quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, anche in ambito internazionale – si è scelto di rivolgere particolare attenzione agli anni del dopoguerra, quando il Soprintendente Gazzola si accostava all’opera di ricostruzione della città e della provincia di Verona mentre De Angelis d’Ossat, dapprima come ispettore centrale, poi come direttore generale, era chiamato ad un compito di controllo su scala nazionale. Nel complesso dei lavori che hanno visto svilupparsi, fra i due, un ampio e documentato confronto di idee, sempre dialetticamente costruttivo, si ricordano alcuni restauri condotti da Gazzola a Verona ed in particolare quello sulla chiesa di S. Giovanni in Fonte all’interno del Vescovado e, per altri versi, l’interessante quanto discussa ricostruzione della facciata di S. Sebastiano. Proprio su questi due interventi Guglielmo de Angelis d’Ossat aveva posto la propria attenzione durante un intervento al “Convegno per lo sviluppo e la difesa di Verona” (1962; solo recentemente pubblicato [2008]), nel quale, senza risparmiare qualche sommessa critica, faceva un bilancio complessivamente molto positivo dell’opera di ricostruzione postbellica condotta dal “dinamico prof. Gazzola […] persistente difensore della città”. Congiuntamente all’analisi di alcuni interventi vengono presi in considerazione gli aspetti teorici della disciplina cui entrambi contribuirono con numerosi scritti e con la partecipazione attiva a dibattiti e incontri pubblici, ponendo l’attenzione sulla verifica delle teorie e dei criteri di restauro in relazione al particolare momento storico.

Piero Gazzola e Guglielmo De Angelis d'Ossat / Docci, Marina. - (2009), pp. 196-201.

Piero Gazzola e Guglielmo De Angelis d'Ossat

DOCCI, Marina
2009

Abstract

I rapporti fra Guglielmo De Angelis d’Ossat e Piero Gazzola sono stati, come noto, numerosi e continui, già a partire dalla seconda metà degli anni Trenta quando, attivamente impegnati come architetti aggiunti presso le Soprintendenze della Liguria il primo e della Lombardia il secondo, vennero chiamati da Gustavo Giovannoni, insieme ad altri allievi, a partecipare alla redazione di “Palladio”. Nati a distanza di poco meno di un anno l’uno dall’altro, i loro percorsi formativi e i successivi sviluppi nel campo professionale e accademico seguirono percorsi simili, talvolta paralleli, che li portarono ad intrattenere frequenti relazioni. Tra le diverse tematiche di possibile confronto fra i due personaggi – i cui rapporti non si limitarono ai paralleli incarichi nell’Amministrazione ma si intrecciarono con le attività svolte da entrambi nel campo della ricerca e della formazione universitaria e post-universitaria, come pure in quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, anche in ambito internazionale – si è scelto di rivolgere particolare attenzione agli anni del dopoguerra, quando il Soprintendente Gazzola si accostava all’opera di ricostruzione della città e della provincia di Verona mentre De Angelis d’Ossat, dapprima come ispettore centrale, poi come direttore generale, era chiamato ad un compito di controllo su scala nazionale. Nel complesso dei lavori che hanno visto svilupparsi, fra i due, un ampio e documentato confronto di idee, sempre dialetticamente costruttivo, si ricordano alcuni restauri condotti da Gazzola a Verona ed in particolare quello sulla chiesa di S. Giovanni in Fonte all’interno del Vescovado e, per altri versi, l’interessante quanto discussa ricostruzione della facciata di S. Sebastiano. Proprio su questi due interventi Guglielmo de Angelis d’Ossat aveva posto la propria attenzione durante un intervento al “Convegno per lo sviluppo e la difesa di Verona” (1962; solo recentemente pubblicato [2008]), nel quale, senza risparmiare qualche sommessa critica, faceva un bilancio complessivamente molto positivo dell’opera di ricostruzione postbellica condotta dal “dinamico prof. Gazzola […] persistente difensore della città”. Congiuntamente all’analisi di alcuni interventi vengono presi in considerazione gli aspetti teorici della disciplina cui entrambi contribuirono con numerosi scritti e con la partecipazione attiva a dibattiti e incontri pubblici, ponendo l’attenzione sulla verifica delle teorie e dei criteri di restauro in relazione al particolare momento storico.
2009
Piero Gazzola, una strategia per i beni architettonici nel secondo Novecento
9788883145339
piero gazzola; beni architettonici; restauro; Italy
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Piero Gazzola e Guglielmo De Angelis d'Ossat / Docci, Marina. - (2009), pp. 196-201.
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