The modern famines are undoubtedly less common and less severe than the famines in the past history, even if they have not been completely eradicated; However, the supply and food security are compounded by a series of vulnerability triggered by the new globalized system both in economic and in terms of governance. By the standards of historical famines of recent decades are considered "small crisis" than those of the past. Even today a "crop failure" represents a threat that can lead to more serious consequences if it is combined with the policy action and market forces. The most recent historiography on famines has the ambition not only to explain the famines of the past but also the reasons why they are less frequent now and hopefully in the future and more. The crisis of subsistence and in particular in the scope of the European Ancien Regime have been the subject of extensive historical research: most of the time he dominated a literature that has looked at these phenomena from a

Le carestie moderne sono indubbiamente meno diffuse e meno gravi rispetto alle carestie nella storia passata, anche se non sono state del tutto debellata; tuttavia, l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare sono aggravati da una serie di vulnerabilità nuove innescate dall’attuale sistema globalizzato sia nell’ambito economico che in quello della governance. Per gli standard degli storici le carestie degli ultimi decenni sono considerate “piccole crisi” rispetto a quelle del passato. Ancora oggi un “cattivo raccolto” rappresenta una minaccia che può comportare più serie conseguenze se si combina con l’azione politica e le forze di mercato. La storiografia più recente sulle carestie ha l’ambizione non solo di spiegare le carestie del passato ma anche i motivi per cui sono meno frequenti oggi e si spera anche e di più in futuro. Le crisi di sussistenza e in particolare nei regimi europei di Ancien Regime sono state oggetto di un’ampia ricerca storica: per gran parte del tempo ha dominato una letteratura che ha guardato a questi fenomeni secondo una prospettiva maltusiana e marxista dove la centralità era rappresentata dal rapporto carestie e crisi demografiche e impatto delle crisi di sussistenza sulle politiche rivoluzionarie. Nella sua definizione più elementare la carestia era vista come una carenza grave di “cibo” accompagnata da un aumento significativo della mortalità. Negli anni Settanta del Novecento a seguito dell’approccio dell’economia morale, in particolare dagli studi di E.P. Thompson, l’attenzione della storia sociale si è spostata ai mercati urbani e alla relazione dialettica tra collettivo e governo pubblico. Negli anni Ottanta si è passati a considerare le carestie collegandole ai fenomeni sociali e alla vulnerabilità delle società locali alla crisi economica, vista non solo in funzione del numero di popolazione, dei mercati e dei prezzi. Come hanno osservato Walter e Schofield la “carestia è un problema collettivo, la fame un destino individuale”: tale livello collettivo comprende il livello di differenziazione sociale, la forza delle istituzioni locali e la struttura dell’economia regionale. Amartya Sen ha dato una interpretazione più ampia con la sua teoria dell’entitlemts approach. Resta però ancora molto da indagare con riferimento alla problematica della scarsità delle risorse alimentari in una prospettiva storico economica, soprattutto per quanto riguarda il funzionamento del mercato in situazioni di difficoltà. Questo contributo si focalizzerà proprio su quest’ultimo aspetto scegliendo come punto di osservazione lo Stato pontificio della seconda metà del Settecento, in modo da integrare il lavoro di Luca Mocarelli sullo Stato di Milano pubblicato in questo stesso volume. In particolare, dopo avere richiamato brevemente le caratteristiche del contesto territoriale di riferimento, si individueranno i punti di crisi e le dinamiche del mercato, si evidenzieranno le eventuali differenze tra i mercati dello Stato e l’Annona e si confronteranno infine i prezzi del grano, con riferimento a due diverse realtà urbane dello Stato pontificio: una, Roma, di importanza centrale dal punto di vista politico, economico e demografico, l’altra, Viterbo, di taglia medio-grande

Ripensare le food crises: lo Stato pontificio (1750-1800) / Strangio, Donatella. - STAMPA. - (2015), pp. 65-91.

Ripensare le food crises: lo Stato pontificio (1750-1800)

STRANGIO, Donatella
2015

Abstract

The modern famines are undoubtedly less common and less severe than the famines in the past history, even if they have not been completely eradicated; However, the supply and food security are compounded by a series of vulnerability triggered by the new globalized system both in economic and in terms of governance. By the standards of historical famines of recent decades are considered "small crisis" than those of the past. Even today a "crop failure" represents a threat that can lead to more serious consequences if it is combined with the policy action and market forces. The most recent historiography on famines has the ambition not only to explain the famines of the past but also the reasons why they are less frequent now and hopefully in the future and more. The crisis of subsistence and in particular in the scope of the European Ancien Regime have been the subject of extensive historical research: most of the time he dominated a literature that has looked at these phenomena from a
2015
«MOIA LA CARESTIA» La scarsità alimentare in età preindustriale
9788815253354
Le carestie moderne sono indubbiamente meno diffuse e meno gravi rispetto alle carestie nella storia passata, anche se non sono state del tutto debellata; tuttavia, l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare sono aggravati da una serie di vulnerabilità nuove innescate dall’attuale sistema globalizzato sia nell’ambito economico che in quello della governance. Per gli standard degli storici le carestie degli ultimi decenni sono considerate “piccole crisi” rispetto a quelle del passato. Ancora oggi un “cattivo raccolto” rappresenta una minaccia che può comportare più serie conseguenze se si combina con l’azione politica e le forze di mercato. La storiografia più recente sulle carestie ha l’ambizione non solo di spiegare le carestie del passato ma anche i motivi per cui sono meno frequenti oggi e si spera anche e di più in futuro. Le crisi di sussistenza e in particolare nei regimi europei di Ancien Regime sono state oggetto di un’ampia ricerca storica: per gran parte del tempo ha dominato una letteratura che ha guardato a questi fenomeni secondo una prospettiva maltusiana e marxista dove la centralità era rappresentata dal rapporto carestie e crisi demografiche e impatto delle crisi di sussistenza sulle politiche rivoluzionarie. Nella sua definizione più elementare la carestia era vista come una carenza grave di “cibo” accompagnata da un aumento significativo della mortalità. Negli anni Settanta del Novecento a seguito dell’approccio dell’economia morale, in particolare dagli studi di E.P. Thompson, l’attenzione della storia sociale si è spostata ai mercati urbani e alla relazione dialettica tra collettivo e governo pubblico. Negli anni Ottanta si è passati a considerare le carestie collegandole ai fenomeni sociali e alla vulnerabilità delle società locali alla crisi economica, vista non solo in funzione del numero di popolazione, dei mercati e dei prezzi. Come hanno osservato Walter e Schofield la “carestia è un problema collettivo, la fame un destino individuale”: tale livello collettivo comprende il livello di differenziazione sociale, la forza delle istituzioni locali e la struttura dell’economia regionale. Amartya Sen ha dato una interpretazione più ampia con la sua teoria dell’entitlemts approach. Resta però ancora molto da indagare con riferimento alla problematica della scarsità delle risorse alimentari in una prospettiva storico economica, soprattutto per quanto riguarda il funzionamento del mercato in situazioni di difficoltà. Questo contributo si focalizzerà proprio su quest’ultimo aspetto scegliendo come punto di osservazione lo Stato pontificio della seconda metà del Settecento, in modo da integrare il lavoro di Luca Mocarelli sullo Stato di Milano pubblicato in questo stesso volume. In particolare, dopo avere richiamato brevemente le caratteristiche del contesto territoriale di riferimento, si individueranno i punti di crisi e le dinamiche del mercato, si evidenzieranno le eventuali differenze tra i mercati dello Stato e l’Annona e si confronteranno infine i prezzi del grano, con riferimento a due diverse realtà urbane dello Stato pontificio: una, Roma, di importanza centrale dal punto di vista politico, economico e demografico, l’altra, Viterbo, di taglia medio-grande
Food crises; famine; Stato pontificio; XIX secolo; XVIII secolo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Ripensare le food crises: lo Stato pontificio (1750-1800) / Strangio, Donatella. - STAMPA. - (2015), pp. 65-91.
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