Il contributo vuole essere una riflessione sulle esigenze che hanno determinato la costruzione dello stadio e dell’Odeion di Domiziano, sui fattori che possono avere orientato la scelta del sito, sulle funzioni che hanno assolto, su loro eventuali altri usi. Punto di partenza obbligato è ovviamente l’istituzione dei Capitolia, un agone « alla greca » permanente, di cui Roma sino ad allora era priva, incluso nel nuovo « circuito » dei grandi eventi agonistici che andava ad aggiungersi al vecchio « circuito » dei quattro venerandi agoni di Olimpia, Delfi, Corinto e Nemea. La capitale dell’impero non aveva però tutte le strutture necessarie ad accogliere un evento artistico – sportivo di tale livello né ad ospitare le vedettes di fama mondiale che vi avrebbero preso parte. In questa chiave va letta l’esigenza di adattare edifici preesistenti e di costruirne nuovi, su una scala adeguata alla Capitale dell’Impero. Atto di evergetismo imperiale e, al tempo stesso, parte di un progetto di vasta portata, che interesserà il Campo Marzio, la zona della città in cui l’ultimo dei flavi ha lasciato la sua impronta più duratura.
L’area dello stadio e dell’odeion di Domiziano in età imperiale: condizione della proprietà, funzioni e uso / Caldelli, MARIA LETIZIA. - STAMPA. - 493(2014), pp. 39-51.
L’area dello stadio e dell’odeion di Domiziano in età imperiale: condizione della proprietà, funzioni e uso
CALDELLI, MARIA LETIZIA
2014
Abstract
Il contributo vuole essere una riflessione sulle esigenze che hanno determinato la costruzione dello stadio e dell’Odeion di Domiziano, sui fattori che possono avere orientato la scelta del sito, sulle funzioni che hanno assolto, su loro eventuali altri usi. Punto di partenza obbligato è ovviamente l’istituzione dei Capitolia, un agone « alla greca » permanente, di cui Roma sino ad allora era priva, incluso nel nuovo « circuito » dei grandi eventi agonistici che andava ad aggiungersi al vecchio « circuito » dei quattro venerandi agoni di Olimpia, Delfi, Corinto e Nemea. La capitale dell’impero non aveva però tutte le strutture necessarie ad accogliere un evento artistico – sportivo di tale livello né ad ospitare le vedettes di fama mondiale che vi avrebbero preso parte. In questa chiave va letta l’esigenza di adattare edifici preesistenti e di costruirne nuovi, su una scala adeguata alla Capitale dell’Impero. Atto di evergetismo imperiale e, al tempo stesso, parte di un progetto di vasta portata, che interesserà il Campo Marzio, la zona della città in cui l’ultimo dei flavi ha lasciato la sua impronta più duratura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.