The Essay aims to discuss the Benjamin’s "inherited" basic lines of Nietzsche’s nihilism. Its goal is to pinpoint whether Benjamin Nietzsche's thought as "simple materialism” used and how far he transformed it in a "reversal of nihilism in action". From this treatment, however, results that into the “materialism”, which Benjamin in his Theses on the Concept of History aims to “save”, also Nietzsche's nihilism is "hidden". Benjamin's conception of history "absorbs" (like a blotting paper) Nietzsche’s nihilism and combines it with the negative theology of Gershom Scholem. The Dionysian and the Messianic have in Benjamin a strange connection. The destruction, the "create space" is a prerequisite to build something new. Both Nietzsche and Benjamin believe that it is impossible this “give a sense” to the history. But while Nietzsche wants to accelerate the "falling into nothingness" and therefore the self-destruction of the thinking subject, Benjamin aims to “represent” the sudden interruption of the historical continuum and thereby to anticipate - at least pictorially – the messianic arrival.

All’inizio del nuovo millennio ci troviamo di nuovo in uno “stato di eccezione” – esso è davvero diventato la regola. La fede nella razionalità e nel progresso non è più in grado di fornire risposte adeguate ai nuovi bisogni materiali e intellettuali. Il nihilismo sembra davvero diventato “una politica mondiale”. L’angelo della storia incontra, oggi, sul cumulo di macerie, alcuni spettri malinconici e inquietanti. Il ‘patrimonio culturale’ che Benjamin ci ha lasciato va commisurato all’eredità – pesante e fallimentare – di altri pensatori che hanno avuto un influsso notevole sul Novecento. L’approccio benjaminiano al moderno – per quanto fortemente asistematico – ha indubbiamente un carattere teologico: l’omino gobbo si nasconde nel materialismo storico. La domanda è se, all’interno di questa ‘debole’ (e forse disperata) attesa messianica, sia possibile una prospettiva politica, se si possa parlare di un ordine del profano ‘qui e ora’. Se la storia è un “cumulo di macerie”, una catastrofe permanente, la politica – l’ordine del profano – si configura come un’organizzazione del pessimismo. Nel tempo “vuoto e omogeneo” della storia, nel “frattempo” tra la creazione e la redenzione promessa, ma non ancora venuta, si dà uno spazio in cui il profano va “organizzato”, nonostante la prospettiva effimera e “catastrofica” di questo stesso profano. Il saggio si propone di rintracciare le linee del nihilismo che Benjamin ha ripreso da Nietzsche per definire tanto la sua teoria dell’avanguardia quanto lo “spazio dell’azione politica”.

Die Kräfte des Rausches. Nihilismus und Politik im Denken Benjamins / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - (2013), pp. 73-86.

Die Kräfte des Rausches. Nihilismus und Politik im Denken Benjamins

PONZI, Mauro
2013

Abstract

The Essay aims to discuss the Benjamin’s "inherited" basic lines of Nietzsche’s nihilism. Its goal is to pinpoint whether Benjamin Nietzsche's thought as "simple materialism” used and how far he transformed it in a "reversal of nihilism in action". From this treatment, however, results that into the “materialism”, which Benjamin in his Theses on the Concept of History aims to “save”, also Nietzsche's nihilism is "hidden". Benjamin's conception of history "absorbs" (like a blotting paper) Nietzsche’s nihilism and combines it with the negative theology of Gershom Scholem. The Dionysian and the Messianic have in Benjamin a strange connection. The destruction, the "create space" is a prerequisite to build something new. Both Nietzsche and Benjamin believe that it is impossible this “give a sense” to the history. But while Nietzsche wants to accelerate the "falling into nothingness" and therefore the self-destruction of the thinking subject, Benjamin aims to “represent” the sudden interruption of the historical continuum and thereby to anticipate - at least pictorially – the messianic arrival.
2013
Benjamins Grenzgänge / Benjamin's Frontiers
9783836042232
All’inizio del nuovo millennio ci troviamo di nuovo in uno “stato di eccezione” – esso è davvero diventato la regola. La fede nella razionalità e nel progresso non è più in grado di fornire risposte adeguate ai nuovi bisogni materiali e intellettuali. Il nihilismo sembra davvero diventato “una politica mondiale”. L’angelo della storia incontra, oggi, sul cumulo di macerie, alcuni spettri malinconici e inquietanti. Il ‘patrimonio culturale’ che Benjamin ci ha lasciato va commisurato all’eredità – pesante e fallimentare – di altri pensatori che hanno avuto un influsso notevole sul Novecento. L’approccio benjaminiano al moderno – per quanto fortemente asistematico – ha indubbiamente un carattere teologico: l’omino gobbo si nasconde nel materialismo storico. La domanda è se, all’interno di questa ‘debole’ (e forse disperata) attesa messianica, sia possibile una prospettiva politica, se si possa parlare di un ordine del profano ‘qui e ora’. Se la storia è un “cumulo di macerie”, una catastrofe permanente, la politica – l’ordine del profano – si configura come un’organizzazione del pessimismo. Nel tempo “vuoto e omogeneo” della storia, nel “frattempo” tra la creazione e la redenzione promessa, ma non ancora venuta, si dà uno spazio in cui il profano va “organizzato”, nonostante la prospettiva effimera e “catastrofica” di questo stesso profano. Il saggio si propone di rintracciare le linee del nihilismo che Benjamin ha ripreso da Nietzsche per definire tanto la sua teoria dell’avanguardia quanto lo “spazio dell’azione politica”.
Nietzsche; Benjamin; nihilismo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Die Kräfte des Rausches. Nihilismus und Politik im Denken Benjamins / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - (2013), pp. 73-86.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/561483
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