La prospettiva, oggi, si presenta come un metodo di rappresentazione diretto e autonomo, evoluto nei secoli grazie alle varie applicazioni in ambito artistico e tecnico e all’estesa ricerca teorica condotta dai matematici. Questa evoluzione è stata ampliamente documentata nel corso della storia, suscitando il vivo interesse di storici dell’arte e studiosi di rappresentazione grafica; la letteratura sul tema, com’è noto, è vastissima, ma ciò che stupisce è la mancanza di scritti sulla più recente evoluzione di questo antico e secolare metodo di rappresentazione: anche i celebri testi di Luigi Vagnetti, Decio Gioseffi e Marisa Dalai Emiliani si fermano alla prospettiva del XVIII secolo. A darci informazioni preziose sulla prospettiva del secolo successivo è Noël Germinal Poudra il quale, nel testo Histoire de la perspective ancienne et moderne, contenant l’analyse d’un très-grand nombre d’ouvrages sur la perspective et la description des procédés divers qu’on y trouve pubblicato a Parigi nel 1864, racconta la storia della prospettiva componendo un repertorio commentato dei testi sul tema, da Euclide ai suoi giorni, che si conclude con una sua pubblicazione1 e che si è rivelato prezioso e illuminante per lo sviluppo della ricerca che qui si presenta. Come interpretare questo silenzio sulla storia della prospettiva relativa agli ultimi centocinquant’anni? La prospettiva che conosciamo e pratichiamo oggi è la stessa di allora? Ha mantenuto i medesimi presupposti e finalità? Pensando agli attuali metodi di rappresentazione digitale, non si potrà certo negare che un cambiamento importate sia avvenuto in tal senso – come vedremo in seguito –, ma non si tratta solo di un semplice, se pur fondamentale, potenziamento degli strumenti che abbiamo a disposizione: come si può notare consultando i testi sul tema pubblicati negli ultimi centocinquant’anni, la prospettiva, condotta con gli strumenti tradizionali, è profondamente cambiata, nell’impostazione e soluzione dei problemi grafici e metrici, nel lessico e nelle applicazioni, diventando il metodo diretto di rappresentazione che noi oggi conosciamo. Come vedremo, sino a tutta la prima metà del Novecento, la prospettiva viene studiata e considerata in due ambiti diversi, quello artistico e quello scientifico, cosa che ha portato nel tempo alla distinzione tra prospettiva pratica da una parte, cui appartengono i procedimenti indiretti, e il metodo della proiezione centrale, che studia invece i principi teorici alla base del fenomeno prospettico. La varietà di procedimenti esistenti e la separazione tra questi due modi di intendere la prospettiva rende difficile una visione unitaria e chiara del metodo ad essa relativo: spesso, ancora oggi si confondono, equivocando, metodo e procedimenti, i quali vengono talvolta erroneamente considerati come metodi autonomi, disgiungendo, nella pratica, il procedimento dal principio proiettivo insito. Non è raro infatti, consultando i più recenti manuali che si occupano di prospettiva, che la soluzione dei problemi grafici e metrici venga ridotta, ad esempio, al metodo dei punti di distanza, che non è che un semplice procedimento risolutivo, immagine dei principi in esso insiti; talvolta, inoltre, espressioni quali prospettiva a uno/due/tre punti di fuga vengono impropriamente introdotte per distinguere i diversi modelli prospettici, rispettivamente centrale, accidentale, razionale, termini più o meno appropriati introdotti nel corso della storia per descrivere il rapporto tra l’osservatore, il quadro e la scena da rappresentare. Obiettivo della ricerca che qui si presenta è la descrizione del percorso che la disciplina ha seguito per giungere alla sua attuale conformazione, documentando le fasi del suo sviluppo, chiarendo il rapporto fra metodo e procedimenti e focalizzando l’attenzione sugli aspetti fondamentali, quali: presupposti del metodo e impostazioni preliminari (relazione osservatore, quadro, oggetto), descrizione delle entità che intervengono nel processo sintetico di rappresentazione, individuazione e definizione delle proprietà e delle relazioni fondamentali, identificazione di procedimenti – diretti e indiretti – per la soluzione dei problemi grafici e metrici, utilizzo di espedienti grafici e, infine, relazione con gli altri metodo di rappresentazione.

La Prospettiva tra Novecento e albori del terzo millennio / Romor, Jessica. - STAMPA. - (2013), pp. 85-102.

La Prospettiva tra Novecento e albori del terzo millennio

ROMOR, JESSICA
2013

Abstract

La prospettiva, oggi, si presenta come un metodo di rappresentazione diretto e autonomo, evoluto nei secoli grazie alle varie applicazioni in ambito artistico e tecnico e all’estesa ricerca teorica condotta dai matematici. Questa evoluzione è stata ampliamente documentata nel corso della storia, suscitando il vivo interesse di storici dell’arte e studiosi di rappresentazione grafica; la letteratura sul tema, com’è noto, è vastissima, ma ciò che stupisce è la mancanza di scritti sulla più recente evoluzione di questo antico e secolare metodo di rappresentazione: anche i celebri testi di Luigi Vagnetti, Decio Gioseffi e Marisa Dalai Emiliani si fermano alla prospettiva del XVIII secolo. A darci informazioni preziose sulla prospettiva del secolo successivo è Noël Germinal Poudra il quale, nel testo Histoire de la perspective ancienne et moderne, contenant l’analyse d’un très-grand nombre d’ouvrages sur la perspective et la description des procédés divers qu’on y trouve pubblicato a Parigi nel 1864, racconta la storia della prospettiva componendo un repertorio commentato dei testi sul tema, da Euclide ai suoi giorni, che si conclude con una sua pubblicazione1 e che si è rivelato prezioso e illuminante per lo sviluppo della ricerca che qui si presenta. Come interpretare questo silenzio sulla storia della prospettiva relativa agli ultimi centocinquant’anni? La prospettiva che conosciamo e pratichiamo oggi è la stessa di allora? Ha mantenuto i medesimi presupposti e finalità? Pensando agli attuali metodi di rappresentazione digitale, non si potrà certo negare che un cambiamento importate sia avvenuto in tal senso – come vedremo in seguito –, ma non si tratta solo di un semplice, se pur fondamentale, potenziamento degli strumenti che abbiamo a disposizione: come si può notare consultando i testi sul tema pubblicati negli ultimi centocinquant’anni, la prospettiva, condotta con gli strumenti tradizionali, è profondamente cambiata, nell’impostazione e soluzione dei problemi grafici e metrici, nel lessico e nelle applicazioni, diventando il metodo diretto di rappresentazione che noi oggi conosciamo. Come vedremo, sino a tutta la prima metà del Novecento, la prospettiva viene studiata e considerata in due ambiti diversi, quello artistico e quello scientifico, cosa che ha portato nel tempo alla distinzione tra prospettiva pratica da una parte, cui appartengono i procedimenti indiretti, e il metodo della proiezione centrale, che studia invece i principi teorici alla base del fenomeno prospettico. La varietà di procedimenti esistenti e la separazione tra questi due modi di intendere la prospettiva rende difficile una visione unitaria e chiara del metodo ad essa relativo: spesso, ancora oggi si confondono, equivocando, metodo e procedimenti, i quali vengono talvolta erroneamente considerati come metodi autonomi, disgiungendo, nella pratica, il procedimento dal principio proiettivo insito. Non è raro infatti, consultando i più recenti manuali che si occupano di prospettiva, che la soluzione dei problemi grafici e metrici venga ridotta, ad esempio, al metodo dei punti di distanza, che non è che un semplice procedimento risolutivo, immagine dei principi in esso insiti; talvolta, inoltre, espressioni quali prospettiva a uno/due/tre punti di fuga vengono impropriamente introdotte per distinguere i diversi modelli prospettici, rispettivamente centrale, accidentale, razionale, termini più o meno appropriati introdotti nel corso della storia per descrivere il rapporto tra l’osservatore, il quadro e la scena da rappresentare. Obiettivo della ricerca che qui si presenta è la descrizione del percorso che la disciplina ha seguito per giungere alla sua attuale conformazione, documentando le fasi del suo sviluppo, chiarendo il rapporto fra metodo e procedimenti e focalizzando l’attenzione sugli aspetti fondamentali, quali: presupposti del metodo e impostazioni preliminari (relazione osservatore, quadro, oggetto), descrizione delle entità che intervengono nel processo sintetico di rappresentazione, individuazione e definizione delle proprietà e delle relazioni fondamentali, identificazione di procedimenti – diretti e indiretti – per la soluzione dei problemi grafici e metrici, utilizzo di espedienti grafici e, infine, relazione con gli altri metodo di rappresentazione.
2013
Geometria descrittiva e rappresentazione digitale. Memoria e innovazione. vol. 2
9788865141687
prospettiva; storia dei metodi di rappresentazione; storia della prospettiva
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La Prospettiva tra Novecento e albori del terzo millennio / Romor, Jessica. - STAMPA. - (2013), pp. 85-102.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/560956
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