L’industria mondiale del microcredito si è sviluppata attorno alla promessa implicita di fornire prestiti ed altri servizi finanziari a soggetti esclusi dal sistema bancario tradizionale attraverso forme di intermediazione finanziaria autonome da ogni forma di sussidio, la cosiddetta “doppia bottom line” che riconosce alle Istituzioni di Microfinanza (IMF) il perseguimento congiunto di obiettivi di sviluppo sociale e finanziari. La prima fase di consolidamento del microcredito, che ha coinvolto in maggior misura i Paesi in Via di Sviluppo (PVS), è stata segnata da una prevalente enfasi sulla performance finanziaria delle IMF rispetto ad altrettanto opportune valutazioni del loro impatto sociale, coerentemente con la visione dominante negli attori chiave della comunità internazionale dei donatori e in alcuni influenti circoli accademici secondo la quale il raggiungimento dell’obiettivo della sostenibilità finanziaria avrebbe consentito alle IMF di servire le categorie di potenziali beneficiari più svantaggiate e/o a basso reddito. Negli ultimi anni sono emerse numerose iniziative autonome di ricerca applicata e sperimentazione nel campo della performance sociale delle IMF che hanno trovato una sintesi nel 2005 nella creazione della Social Performance Task Force (SPTF), che riunisce i principali gruppi di attori globali (operatori, donatori, accademici e agenzie di rating) con lo scopo di definire un piano di azione comune che definisca indicatori di valutazione e pratiche di gestione delle IMF condivise. La SPTF ha identificato una serie di indicatori di performance sociale che costituiscono attualmente lo standard di riferimento mondiale per le valutazioni degli aspetti sociali dell’operatività delle IMF. La recente nascita di un settore italiano del microcredito, per sua natura esplicitamente orientato al perseguimento degli obiettivi di sviluppo umano e sociale, deve quindi da un lato misurarsi con gli standard globali e dall’altro promuovere proposte di adeguamento degli indicatori di riferimento alle specificità del contesto storico di provenienza delle istituzioni operanti ed alla realtà socio-economica dei beneficiari coinvolti. Nel presente contributo sarà innanzitutto tracciato un profilo delle istituzioni operative a livello nazionale e dei loro beneficiari, oltre ai caratteri distintivi delle loro modalità di intervento nel contesto della legislazione nazionale. Tale profilo sarà quindi analizzato rispetto ai diversi ambiti di valutazione della performance sociale previsti dalla metodologia internazionale della SPTF applicata al contesto europeo, al fine di contribuire alla proposta di aggiustamenti idonei a cogliere gli attuali limiti e valorizzare l’eterogeneità di intervento in ambito sociale della realtà italiana.

La sfida della performance sociale per il microcredito italiano / Corsi, Marcella; Fabrizio, Botti. - STAMPA. - (2013), pp. 49-100.

La sfida della performance sociale per il microcredito italiano

CORSI, Marcella;
2013

Abstract

L’industria mondiale del microcredito si è sviluppata attorno alla promessa implicita di fornire prestiti ed altri servizi finanziari a soggetti esclusi dal sistema bancario tradizionale attraverso forme di intermediazione finanziaria autonome da ogni forma di sussidio, la cosiddetta “doppia bottom line” che riconosce alle Istituzioni di Microfinanza (IMF) il perseguimento congiunto di obiettivi di sviluppo sociale e finanziari. La prima fase di consolidamento del microcredito, che ha coinvolto in maggior misura i Paesi in Via di Sviluppo (PVS), è stata segnata da una prevalente enfasi sulla performance finanziaria delle IMF rispetto ad altrettanto opportune valutazioni del loro impatto sociale, coerentemente con la visione dominante negli attori chiave della comunità internazionale dei donatori e in alcuni influenti circoli accademici secondo la quale il raggiungimento dell’obiettivo della sostenibilità finanziaria avrebbe consentito alle IMF di servire le categorie di potenziali beneficiari più svantaggiate e/o a basso reddito. Negli ultimi anni sono emerse numerose iniziative autonome di ricerca applicata e sperimentazione nel campo della performance sociale delle IMF che hanno trovato una sintesi nel 2005 nella creazione della Social Performance Task Force (SPTF), che riunisce i principali gruppi di attori globali (operatori, donatori, accademici e agenzie di rating) con lo scopo di definire un piano di azione comune che definisca indicatori di valutazione e pratiche di gestione delle IMF condivise. La SPTF ha identificato una serie di indicatori di performance sociale che costituiscono attualmente lo standard di riferimento mondiale per le valutazioni degli aspetti sociali dell’operatività delle IMF. La recente nascita di un settore italiano del microcredito, per sua natura esplicitamente orientato al perseguimento degli obiettivi di sviluppo umano e sociale, deve quindi da un lato misurarsi con gli standard globali e dall’altro promuovere proposte di adeguamento degli indicatori di riferimento alle specificità del contesto storico di provenienza delle istituzioni operanti ed alla realtà socio-economica dei beneficiari coinvolti. Nel presente contributo sarà innanzitutto tracciato un profilo delle istituzioni operative a livello nazionale e dei loro beneficiari, oltre ai caratteri distintivi delle loro modalità di intervento nel contesto della legislazione nazionale. Tale profilo sarà quindi analizzato rispetto ai diversi ambiti di valutazione della performance sociale previsti dalla metodologia internazionale della SPTF applicata al contesto europeo, al fine di contribuire alla proposta di aggiustamenti idonei a cogliere gli attuali limiti e valorizzare l’eterogeneità di intervento in ambito sociale della realtà italiana.
2013
Finanza e inclusione sociale in Italia
9788872331095
Microcredito; performance sociale; Italia
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La sfida della performance sociale per il microcredito italiano / Corsi, Marcella; Fabrizio, Botti. - STAMPA. - (2013), pp. 49-100.
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