Negli anni Settanta si stringe il connubio tra arte, fotografia e femminismo in Italia: pur muovendosi all'interno del difficile contesto artistico, istituzionale, sociale e politico del nostro Paese, le artiste femministe danno vita a un processo di riappropriazione del corpo, della sessualità e della sua rappresentazione simbolica, ricorrendo al particolare statuto indicale della fotografia. Proprio in quanto strumento comunemente ritenuto trasparente, il medium fotografico è impiegato per evidenziare l'ideologia sottesa ai rapporti di potere che segnano la relazione tra uomo e donna, mostrando l'illusorietà di qualsiasi visione neutra della realtà attraverso pratiche di decostruzione del linguaggio mediatico. Il libro ripercorre l'esperienza della militanza artistica femminista partendo dall'analisi delle opere, dei contesti espositivi e delle teorizzazioni fotografiche dell'epoca, ponendo in luce storie spesso rimaste ai margini del sistema dell'arte. L'attenzione è rivolta a sperimentazioni che mirano a sconfessare la presunta universalità e la naturalità delle pratiche discorsive maschili: opere che condividono il medesimo sguardo sessuato sul mondo e la stessa volontà di ripensare l'arte, evidenziando come le connotazioni di genere non pervadano soltanto l'ambito dell'informazione, della comunicazione e della cultura alta, ma siano connaturate al linguaggio stesso.
Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta / Perna, Raffaella. - STAMPA. - (2013).
Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta
PERNA, RAFFAELLA
2013
Abstract
Negli anni Settanta si stringe il connubio tra arte, fotografia e femminismo in Italia: pur muovendosi all'interno del difficile contesto artistico, istituzionale, sociale e politico del nostro Paese, le artiste femministe danno vita a un processo di riappropriazione del corpo, della sessualità e della sua rappresentazione simbolica, ricorrendo al particolare statuto indicale della fotografia. Proprio in quanto strumento comunemente ritenuto trasparente, il medium fotografico è impiegato per evidenziare l'ideologia sottesa ai rapporti di potere che segnano la relazione tra uomo e donna, mostrando l'illusorietà di qualsiasi visione neutra della realtà attraverso pratiche di decostruzione del linguaggio mediatico. Il libro ripercorre l'esperienza della militanza artistica femminista partendo dall'analisi delle opere, dei contesti espositivi e delle teorizzazioni fotografiche dell'epoca, ponendo in luce storie spesso rimaste ai margini del sistema dell'arte. L'attenzione è rivolta a sperimentazioni che mirano a sconfessare la presunta universalità e la naturalità delle pratiche discorsive maschili: opere che condividono il medesimo sguardo sessuato sul mondo e la stessa volontà di ripensare l'arte, evidenziando come le connotazioni di genere non pervadano soltanto l'ambito dell'informazione, della comunicazione e della cultura alta, ma siano connaturate al linguaggio stesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.