Dopo anni di ricerche in archivio e riscontri sul terreno dei dati in possesso, il 12 gennaio 2013 si è riportato alla luce il caposaldo B della base geodetica di A. Secchi (1818-1878), gesuita e direttore dell’Osservatorio Astronomico del Collegio Romano (XIX sec.). Base geodetica che rappresenta la distanza misurata con grande precisione tra due punti che nel nostro caso ha un’estensione di poco più di 12 km. Le attività scientifiche che sin dalla metà del Settecento hanno avuto come teatro le vestigia romane della Regina Viarum, servirono principalmente per tre scopi: a) studio del rapporto tra metro moderno e miglio romano grazie alla scoperta della posizione originaria delle pietre miliarie a seguito degli scavi di L. Canina (1851-1853); b) disegno della cartografia dello Stato Pontificio, la prima con metodi moderni; c) studio della forma della Terra. La scoperta del caposaldo B completa la ricerca dei punti fondamentali delle suddette attività iniziate nel lontano 1999 quando fu scoperto il caposaldo A, punto iniziale della Base, dalla dr.ssa M. Marcelli davanti al mausoleo di Cecilia Metella. La riscoperta e rivalutazione di questo patrimonio scientifico in un parco archeologico e naturale unico al mondo, sono state iniziate e coordinate dal sottoscritto, Tullio Aebischer, collaboratore del Gruppo di Didattica e Comunicazione della Fisica e dell’Astronomia del dip. di Matematica e Fisica dell’Università di Roma Tre. L’idea non è solo d’interesse scientifico, ma vuole rendere noto sia alla cittadinanza che ai turisti che percorrono l’antico basolato, che Roma è stata importante anche nella storia della scienza. Storia ancora oggi testimoniata da luoghi e punti che devono essere maggiormente tutelati e resi fruibili. La messa in luce del caposaldo B, davanti al sepolcro sormontato dalla torretta costruita da Secchi nel 1870 in località Frattocchie (comune di Marino), è stata resa possibile dall’entusiasmante e volontaria collaborazione di: a) per le misure georadar, Laboratorio di Geofisica del dip. di Matematica e Fisica dell’Univ. di Roma Tre (prof.ssa E. Pettinelli, archeologo P.M. Barone), che hanno permesso di verificare la presenza di un manufatto corrispondente ai documenti; b) per la messa in luce, l’archeologa R. Lunetta e i volontari del circolo Legambiente ‘Appia sud- il riccio’ (pres. R. Arioli); c) per i rilievi topografici e GPS, il geom. F. Zonetti e dr. M. Miranda dello Studio E42.it. Per tale successo, si ringrazia anche la disponibilità dell’Ente Parco Appia Antica e della Soprintendenza BB.AA. Lazio (dr. A. Betori). Ora, il grande lavoro fatto permetterà di continuare a risolvere altri problemi d’interpretazione della documentazione. Inoltre, si spera che possa dimostrare come un certosino lavoro di ricerca permetta di creare occasioni di cultura rivalutando zone dell’Appia apparentemente ‘morte’. Da questo punto di vista il Parco, sin dal 2009, ha appoggiato la divulgazione di tale patrimonio con la Passeggiata Geodetica (dr. T. Aebischer e dr. E. Iannuzzi), ossia un trekking di 12 km lungo l’antica Via durante il quale si va alla scoperta della storia delle misure geodetiche, si introducono i primi rudimenti del GPS e si osserva con maggiore attenzione la variegata vegetazione e le problematiche della gestione del territorio che circonda l’antica Via. Per terminare, si spera che il Parco possa fregiarsi anche dell’appellativo di ‘geodetico’ a dimostrazione dell’attenzione verso la storia della scienza. (da http://www.parcoappiaantica.it/it/notizienew.asp?id=649)

Messa in luce del caposaldo B della base geodetica di Secchi sulla via Appia Antica (località Frattocchie; 12 gennaio 2013) / Aebischer, Tullio. - (2013).

Messa in luce del caposaldo B della base geodetica di Secchi sulla via Appia Antica (località Frattocchie; 12 gennaio 2013).

AEBISCHER, TULLIO
2013

Abstract

Dopo anni di ricerche in archivio e riscontri sul terreno dei dati in possesso, il 12 gennaio 2013 si è riportato alla luce il caposaldo B della base geodetica di A. Secchi (1818-1878), gesuita e direttore dell’Osservatorio Astronomico del Collegio Romano (XIX sec.). Base geodetica che rappresenta la distanza misurata con grande precisione tra due punti che nel nostro caso ha un’estensione di poco più di 12 km. Le attività scientifiche che sin dalla metà del Settecento hanno avuto come teatro le vestigia romane della Regina Viarum, servirono principalmente per tre scopi: a) studio del rapporto tra metro moderno e miglio romano grazie alla scoperta della posizione originaria delle pietre miliarie a seguito degli scavi di L. Canina (1851-1853); b) disegno della cartografia dello Stato Pontificio, la prima con metodi moderni; c) studio della forma della Terra. La scoperta del caposaldo B completa la ricerca dei punti fondamentali delle suddette attività iniziate nel lontano 1999 quando fu scoperto il caposaldo A, punto iniziale della Base, dalla dr.ssa M. Marcelli davanti al mausoleo di Cecilia Metella. La riscoperta e rivalutazione di questo patrimonio scientifico in un parco archeologico e naturale unico al mondo, sono state iniziate e coordinate dal sottoscritto, Tullio Aebischer, collaboratore del Gruppo di Didattica e Comunicazione della Fisica e dell’Astronomia del dip. di Matematica e Fisica dell’Università di Roma Tre. L’idea non è solo d’interesse scientifico, ma vuole rendere noto sia alla cittadinanza che ai turisti che percorrono l’antico basolato, che Roma è stata importante anche nella storia della scienza. Storia ancora oggi testimoniata da luoghi e punti che devono essere maggiormente tutelati e resi fruibili. La messa in luce del caposaldo B, davanti al sepolcro sormontato dalla torretta costruita da Secchi nel 1870 in località Frattocchie (comune di Marino), è stata resa possibile dall’entusiasmante e volontaria collaborazione di: a) per le misure georadar, Laboratorio di Geofisica del dip. di Matematica e Fisica dell’Univ. di Roma Tre (prof.ssa E. Pettinelli, archeologo P.M. Barone), che hanno permesso di verificare la presenza di un manufatto corrispondente ai documenti; b) per la messa in luce, l’archeologa R. Lunetta e i volontari del circolo Legambiente ‘Appia sud- il riccio’ (pres. R. Arioli); c) per i rilievi topografici e GPS, il geom. F. Zonetti e dr. M. Miranda dello Studio E42.it. Per tale successo, si ringrazia anche la disponibilità dell’Ente Parco Appia Antica e della Soprintendenza BB.AA. Lazio (dr. A. Betori). Ora, il grande lavoro fatto permetterà di continuare a risolvere altri problemi d’interpretazione della documentazione. Inoltre, si spera che possa dimostrare come un certosino lavoro di ricerca permetta di creare occasioni di cultura rivalutando zone dell’Appia apparentemente ‘morte’. Da questo punto di vista il Parco, sin dal 2009, ha appoggiato la divulgazione di tale patrimonio con la Passeggiata Geodetica (dr. T. Aebischer e dr. E. Iannuzzi), ossia un trekking di 12 km lungo l’antica Via durante il quale si va alla scoperta della storia delle misure geodetiche, si introducono i primi rudimenti del GPS e si osserva con maggiore attenzione la variegata vegetazione e le problematiche della gestione del territorio che circonda l’antica Via. Per terminare, si spera che il Parco possa fregiarsi anche dell’appellativo di ‘geodetico’ a dimostrazione dell’attenzione verso la storia della scienza. (da http://www.parcoappiaantica.it/it/notizienew.asp?id=649)
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