At the end of World War II Mario Ridolfi, like other architects who in previous years were primarily related to the architectural scale of the design, found it necessary to deal with the problems related to the size of the city and its overall design. At that time, the urgency of urban issues prevailed on those subjects of architectural nature (or at least the first took a burden comparable to the latter) and town planning came to be an occasion of cultural development and political confrontation. The cancellation of the democratic process in the management of urban policies during the twenty years of Fascism, the destruction caused by air raids and by the reason that our country was the scene of battles between armies fighting and of a partisan war, had generated a tangle of questions extremely complex for face up it neither specialists nor the public administration workers appeared adequately equipped. Ridolfi planner named in the title of the book is the Ridolfi less known, whom in the ten years between 1944 to 1954 - by the end of the war to the project of towers in viale Etiopia - is involved to design, first as an architect-planner and then in the political office, the future of his city, Rome.

Alla fine della seconda guerra mondiale Mario Ridolfi, come altri architetti che negli anni precedenti si erano dedicati soprattutto alla scala architettonica del progetto, ritenne necessario occuparsi dei problemi relativi alla dimensione della città e del suo disegno complessivo. In quel momento, l’urgenza delle questioni urbane prevalse sui temi di natura architettonica (o per lo meno le prime assunsero un peso paragonabile ai secondi) e l’urbanistica tornò ad essere occasione di elaborazione culturale e di confronto politico. L’annullamento della dialettica democratica nella gestione delle politiche urbane durante i vent’anni del fascismo, le distruzioni provocate dai bombardamenti aerei e dall’essere stato il nostro Paese teatro di battaglie tra eserciti combattenti e di una guerra partigiana avevano infatti generato un groviglio di problemi estremamente complesso per affrontare il quale né i professionisti, né i dipendenti delle amministrazioni pubbliche apparivano adeguatamente attrezzati. Il Ridolfi urbanista richiamato nel titolo è quindi il Ridolfi meno noto, quello che nei dieci anni che vanno dal 1944 al 1954 – dalla fine della guerra al progetto delle torri di viale Etiopia – è impegnato a progettare, prima come architetto-urbanista e poi in sede politica, il futuro assetto della sua città.

Per la città di Roma. Mario Ridolfi urbanista 1944-1954 / Rossi, Piero Ostilio. - STAMPA. - (2013).

Per la città di Roma. Mario Ridolfi urbanista 1944-1954

ROSSI, Piero Ostilio
2013

Abstract

At the end of World War II Mario Ridolfi, like other architects who in previous years were primarily related to the architectural scale of the design, found it necessary to deal with the problems related to the size of the city and its overall design. At that time, the urgency of urban issues prevailed on those subjects of architectural nature (or at least the first took a burden comparable to the latter) and town planning came to be an occasion of cultural development and political confrontation. The cancellation of the democratic process in the management of urban policies during the twenty years of Fascism, the destruction caused by air raids and by the reason that our country was the scene of battles between armies fighting and of a partisan war, had generated a tangle of questions extremely complex for face up it neither specialists nor the public administration workers appeared adequately equipped. Ridolfi planner named in the title of the book is the Ridolfi less known, whom in the ten years between 1944 to 1954 - by the end of the war to the project of towers in viale Etiopia - is involved to design, first as an architect-planner and then in the political office, the future of his city, Rome.
2013
9788874625758
Alla fine della seconda guerra mondiale Mario Ridolfi, come altri architetti che negli anni precedenti si erano dedicati soprattutto alla scala architettonica del progetto, ritenne necessario occuparsi dei problemi relativi alla dimensione della città e del suo disegno complessivo. In quel momento, l’urgenza delle questioni urbane prevalse sui temi di natura architettonica (o per lo meno le prime assunsero un peso paragonabile ai secondi) e l’urbanistica tornò ad essere occasione di elaborazione culturale e di confronto politico. L’annullamento della dialettica democratica nella gestione delle politiche urbane durante i vent’anni del fascismo, le distruzioni provocate dai bombardamenti aerei e dall’essere stato il nostro Paese teatro di battaglie tra eserciti combattenti e di una guerra partigiana avevano infatti generato un groviglio di problemi estremamente complesso per affrontare il quale né i professionisti, né i dipendenti delle amministrazioni pubbliche apparivano adeguatamente attrezzati. Il Ridolfi urbanista richiamato nel titolo è quindi il Ridolfi meno noto, quello che nei dieci anni che vanno dal 1944 al 1954 – dalla fine della guerra al progetto delle torri di viale Etiopia – è impegnato a progettare, prima come architetto-urbanista e poi in sede politica, il futuro assetto della sua città.
ROMA / MARIO RIDOLFI / URBANISTICA
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Per la città di Roma. Mario Ridolfi urbanista 1944-1954 / Rossi, Piero Ostilio. - STAMPA. - (2013).
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