Trattasi di una importante premessa che lega le tematiche multidisciplinari della Collana: Nel fondare la collana ci siamo posti come obiettivo primario la riflessione sui nuovi paesaggi contemporanei, cercando di allargare i confronti tra le varie discipline, ampliando le possibili relazioni tra esse con lo scopo di mettere a sistema un sapere articolato, dando voce agli studiosi che operano analiticamente e propositivamente nel territorio per valorizzare il paesaggio, divulgando ricerche, opinioni e piani. Per deformazione professionale l’attenzione è stata posta principalmente nell’ambito delle risultanze delle ricerche universitarie o comunque verso autori docenti universitari, collocando gli altri operatori nel ruolo di lettore. Questa pubblicazione dimostra ed evidenzia l’errore di valutazione. Maurizio Corrado non è un docente universitario, ma un architetto saggista che da anni si occupa di ecologia, dirigendo anche una rivista, con un notevole contributo innovativo al rapporto tra architettura e natura. … Ho avuto già modo di scrivere, ed in varie occasioni confermare, come, nella costruzione dei nuovi paesaggi urbani lo standard urbanistico genericamente definito con la parola “verde”, debba essere eliminato, sostituendolo con una ampia e completa integrazione. L’autore intende andare oltre, ponendo lo spazio aperto, la foresta urbana al centro della vita dell’uomo, anche del cittadino metropolitano. È particolarmente interessante e deve continuare ad essere oggetto di studio e ricerche, il successivo passaggio in cui pone l’uomo all’esterno, in un’ottica di mobilità permanente. … Alla fine del percorso che ci fa intraprendere, afferma che il nuovo obiettivo dell’architettura è nel “costruire esterni”. In questa inversione di ruoli tra città e natura, il pensiero va agli spazi urbani, al paesaggio, alle piazze, ai giardini, ai parchi. Neanche il tempo di soffermarci a riflette che sul percorso troviamo l’interpretazione corretta: “Sto parlando di case, edifici, architettura. Arrivare a concepire l’edificio come un esterno. Progettare edifici pensandoli come piante, in rapporto diretto con sole, aria, tempo. Cercare sempre la massima permeabilità possibile. Concepire l’edificio come un centro di espansione e concentrazione di chi lo usa.” Dobbiamo comunque evidenziare anche la mutata modalità progettuale di tutti gli spazi pubblici, compresi quelli collocati all’interno degli edifici. Molti, soprattutto quelli più inseriti nel nuovo ruolo, sono già progettati con le medesime modalità e metodologie degli spazi pubblici aperti, non solo nelle configurazioni formali, ma anche nelle componenti e nel rapporto con la vegetazione, contenendo dei veri giardini, viali alberati e presenza di acqua e minerali. La pubblicazione è in linea con le ricerche più avanzate sul rapporto tra architettura e natura, e sul ruolo degli spazi urbani vegetazionali. Nessuno oggi dubita che la natura in città contribuisca a migliorare l’ambiente ed anche la percezione del paesaggio urbano. Gli studi progettuali e le ricerche che si stanno effettuando nel settore dell’urban forestry, conducono verso importanti risultati. Gli spazi urbani vegetazionali sono definiti come foreste o boschi urbani, ma più semplicemente trattasi di un insieme di alberi all’interno di una città, con il fine di migliorare l'ambiente urbano. Dobbiamo inserire il sistema vegetazionale come una parte indispensabile dell'infrastruttura urbana, con numerosi, concreti, diversi ed eterogenei benefici. Nella eliminazione, ad esempio, del fenomeno dell’urban heat Island gli alberi partecipano da protagonisti. Dopo la lettura di questo libro comprendiamo che possiamo e dobbiamo andare ben oltre.

L’inversione di ruoli tra architettura e natura nella costruzione del paesaggio urbano / Ippolito, Achille. - STAMPA. - (2012), pp. 9-11.

L’inversione di ruoli tra architettura e natura nella costruzione del paesaggio urbano

IPPOLITO, Achille
2012

Abstract

Trattasi di una importante premessa che lega le tematiche multidisciplinari della Collana: Nel fondare la collana ci siamo posti come obiettivo primario la riflessione sui nuovi paesaggi contemporanei, cercando di allargare i confronti tra le varie discipline, ampliando le possibili relazioni tra esse con lo scopo di mettere a sistema un sapere articolato, dando voce agli studiosi che operano analiticamente e propositivamente nel territorio per valorizzare il paesaggio, divulgando ricerche, opinioni e piani. Per deformazione professionale l’attenzione è stata posta principalmente nell’ambito delle risultanze delle ricerche universitarie o comunque verso autori docenti universitari, collocando gli altri operatori nel ruolo di lettore. Questa pubblicazione dimostra ed evidenzia l’errore di valutazione. Maurizio Corrado non è un docente universitario, ma un architetto saggista che da anni si occupa di ecologia, dirigendo anche una rivista, con un notevole contributo innovativo al rapporto tra architettura e natura. … Ho avuto già modo di scrivere, ed in varie occasioni confermare, come, nella costruzione dei nuovi paesaggi urbani lo standard urbanistico genericamente definito con la parola “verde”, debba essere eliminato, sostituendolo con una ampia e completa integrazione. L’autore intende andare oltre, ponendo lo spazio aperto, la foresta urbana al centro della vita dell’uomo, anche del cittadino metropolitano. È particolarmente interessante e deve continuare ad essere oggetto di studio e ricerche, il successivo passaggio in cui pone l’uomo all’esterno, in un’ottica di mobilità permanente. … Alla fine del percorso che ci fa intraprendere, afferma che il nuovo obiettivo dell’architettura è nel “costruire esterni”. In questa inversione di ruoli tra città e natura, il pensiero va agli spazi urbani, al paesaggio, alle piazze, ai giardini, ai parchi. Neanche il tempo di soffermarci a riflette che sul percorso troviamo l’interpretazione corretta: “Sto parlando di case, edifici, architettura. Arrivare a concepire l’edificio come un esterno. Progettare edifici pensandoli come piante, in rapporto diretto con sole, aria, tempo. Cercare sempre la massima permeabilità possibile. Concepire l’edificio come un centro di espansione e concentrazione di chi lo usa.” Dobbiamo comunque evidenziare anche la mutata modalità progettuale di tutti gli spazi pubblici, compresi quelli collocati all’interno degli edifici. Molti, soprattutto quelli più inseriti nel nuovo ruolo, sono già progettati con le medesime modalità e metodologie degli spazi pubblici aperti, non solo nelle configurazioni formali, ma anche nelle componenti e nel rapporto con la vegetazione, contenendo dei veri giardini, viali alberati e presenza di acqua e minerali. La pubblicazione è in linea con le ricerche più avanzate sul rapporto tra architettura e natura, e sul ruolo degli spazi urbani vegetazionali. Nessuno oggi dubita che la natura in città contribuisca a migliorare l’ambiente ed anche la percezione del paesaggio urbano. Gli studi progettuali e le ricerche che si stanno effettuando nel settore dell’urban forestry, conducono verso importanti risultati. Gli spazi urbani vegetazionali sono definiti come foreste o boschi urbani, ma più semplicemente trattasi di un insieme di alberi all’interno di una città, con il fine di migliorare l'ambiente urbano. Dobbiamo inserire il sistema vegetazionale come una parte indispensabile dell'infrastruttura urbana, con numerosi, concreti, diversi ed eterogenei benefici. Nella eliminazione, ad esempio, del fenomeno dell’urban heat Island gli alberi partecipano da protagonisti. Dopo la lettura di questo libro comprendiamo che possiamo e dobbiamo andare ben oltre.
2012
Il sentiero dell’architettura porta nella foresta
978-88-204-1165-7
architettura; paesaggio; architettura e natura
02 Pubblicazione su volume::02c Prefazione/Postfazione
L’inversione di ruoli tra architettura e natura nella costruzione del paesaggio urbano / Ippolito, Achille. - STAMPA. - (2012), pp. 9-11.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/535216
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