This essay compares two autobiographical texts by Virginia Woolf, Reminiscences (1907-8) and A Sketch of the Past (1939-40), focusing particularly on the different conceptions of memory that they contain. If in the first text memory seems to be conceived simply as the opposite of oblivion, and so the act of reminiscence is understood to be a totally conscious activity, in A Sketch of the Past we find a much more complex mnestic dimension: a memory that always contains oblivion, and an oblivion that is nothing other than a dormant or potential form of memory. So remembering is no longer seen as a conscious action, but as a disposition to embrace the traces of the past that oblivion, in unpredictable and always different ways, returns to the subject. This memory-oblivion is tightly connected with Virginia Woolf’s revolution of literary forms and, more particularly, with her transformation of the Victorian 'bio-graphy' into what she liked to call 'life-writing'.

Il saggio propone un’analisi comparativa di due testi autobiografici di Virginia Woolf, Reminiscences (1907-8) e A Sketch of the Past (1939-40), soffermandosi in particolare sulle diverse concezioni della memoria che si possono rintracciare al loro interno. Se infatti nel primo testo la memoria sembra essere concepita semplicemente come il contrario dell’oblio, e rammemorare si configura quindi come un’attività pienamente consapevole, in A Sketch of the Past troviamo invece una dimensione mnestica molto più complessa: una memoria che è sempre fatta anche di oblio, e un oblio che altro non è che una forma assopita, o potenziale, di memoria, sicché ricordare non appare più qui come un’azione cosciente, ma come una “passione”, una disposizione ad accogliere le tracce del passato che, in modo imprevedibile e ogni volta diverso, l’oblio stesso restituisce al soggetto. Questa particolare memoria-oblio è strettamente connessa con la rivoluzione delle forme letterarie realizzata da Virginia Woolf e, più in particolare, con la sua trasformazione della 'bio-graphy' vittoriana in ciò che amava definire 'life-writing'.

Tra Mnemosine e Lete: Reminiscences e A Sketch of the Past di Virginia Woolf / Talarico, Laura. - STAMPA. - (2012), pp. 335-352.

Tra Mnemosine e Lete: Reminiscences e A Sketch of the Past di Virginia Woolf

TALARICO, Laura
2012

Abstract

This essay compares two autobiographical texts by Virginia Woolf, Reminiscences (1907-8) and A Sketch of the Past (1939-40), focusing particularly on the different conceptions of memory that they contain. If in the first text memory seems to be conceived simply as the opposite of oblivion, and so the act of reminiscence is understood to be a totally conscious activity, in A Sketch of the Past we find a much more complex mnestic dimension: a memory that always contains oblivion, and an oblivion that is nothing other than a dormant or potential form of memory. So remembering is no longer seen as a conscious action, but as a disposition to embrace the traces of the past that oblivion, in unpredictable and always different ways, returns to the subject. This memory-oblivion is tightly connected with Virginia Woolf’s revolution of literary forms and, more particularly, with her transformation of the Victorian 'bio-graphy' into what she liked to call 'life-writing'.
2012
Volti della memoria, a cura di Giuseppe Di Giacomo
9788857510811
Il saggio propone un’analisi comparativa di due testi autobiografici di Virginia Woolf, Reminiscences (1907-8) e A Sketch of the Past (1939-40), soffermandosi in particolare sulle diverse concezioni della memoria che si possono rintracciare al loro interno. Se infatti nel primo testo la memoria sembra essere concepita semplicemente come il contrario dell’oblio, e rammemorare si configura quindi come un’attività pienamente consapevole, in A Sketch of the Past troviamo invece una dimensione mnestica molto più complessa: una memoria che è sempre fatta anche di oblio, e un oblio che altro non è che una forma assopita, o potenziale, di memoria, sicché ricordare non appare più qui come un’azione cosciente, ma come una “passione”, una disposizione ad accogliere le tracce del passato che, in modo imprevedibile e ogni volta diverso, l’oblio stesso restituisce al soggetto. Questa particolare memoria-oblio è strettamente connessa con la rivoluzione delle forme letterarie realizzata da Virginia Woolf e, più in particolare, con la sua trasformazione della 'bio-graphy' vittoriana in ciò che amava definire 'life-writing'.
Virginia Woolf, Reminiscences, A Sketch of the Past, memory, oblivion, autobiography, life-writing
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Tra Mnemosine e Lete: Reminiscences e A Sketch of the Past di Virginia Woolf / Talarico, Laura. - STAMPA. - (2012), pp. 335-352.
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