Nel presente articolo l’autore evidenzia il ruolo determinante che dottrina giurisprudenza hanno avuto nella configurazione della nuova categoria dei beni immateriali, anche ai fini della costruzione degli istituti specifici. In particolare l’autore si concentra sul pensiero di Federico Sclopis, principale artefice del processo di codificazione e della prima e significativa sentenza in materia di diritto d’autore. Il suo pensiero è estremamente innovativo e legato alla più raffinata dottrina francese: la proprietà letteraria è, per il giurista subalpino, uno jus connaturatum, che trova il suo fondamento nell’attività personale di creazione intellettuale e nell’originalità dell’opera, che ancora oggi sono considerate nel Codice civile vigente e nella legge relativa i fondamenti del diritto d’autore. Per quanto attiene al ruolo svolto dalla giurisprudenza, l’autore analizza, in particolare, tre cause: la causa Pomba-Tasso del 1840, la causa Manzoni-Le Monnier e la causa Verga-Mascagni. Dall’analisi delle suddette cause emergono due circostanze: l’importanza dell’apporto di Sclopis e Scialoja nella costruzione dei principi fondanti la proprietà intellettuale e i limiti negli articoli relativi all'oggetto del diritto d’autore nella legge del 1865 poi trasfusi in quella del 1882. L’autore mette in luce, ancora una volta, il ruolo decisivo di dottrina e giurisprudenza nel riempire i vuoti legislativi, soprattutto rivolgendo lo sguardo agli orientamenti d’Oltralpe.
I giuristi e la tutela degli autori nell’Italia unita: tra storia e diritto / Moscati, Laura. - STAMPA. - (2013), pp. 89-107. - COLLANA DEL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA.
I giuristi e la tutela degli autori nell’Italia unita: tra storia e diritto
MOSCATI, Laura
2013
Abstract
Nel presente articolo l’autore evidenzia il ruolo determinante che dottrina giurisprudenza hanno avuto nella configurazione della nuova categoria dei beni immateriali, anche ai fini della costruzione degli istituti specifici. In particolare l’autore si concentra sul pensiero di Federico Sclopis, principale artefice del processo di codificazione e della prima e significativa sentenza in materia di diritto d’autore. Il suo pensiero è estremamente innovativo e legato alla più raffinata dottrina francese: la proprietà letteraria è, per il giurista subalpino, uno jus connaturatum, che trova il suo fondamento nell’attività personale di creazione intellettuale e nell’originalità dell’opera, che ancora oggi sono considerate nel Codice civile vigente e nella legge relativa i fondamenti del diritto d’autore. Per quanto attiene al ruolo svolto dalla giurisprudenza, l’autore analizza, in particolare, tre cause: la causa Pomba-Tasso del 1840, la causa Manzoni-Le Monnier e la causa Verga-Mascagni. Dall’analisi delle suddette cause emergono due circostanze: l’importanza dell’apporto di Sclopis e Scialoja nella costruzione dei principi fondanti la proprietà intellettuale e i limiti negli articoli relativi all'oggetto del diritto d’autore nella legge del 1865 poi trasfusi in quella del 1882. L’autore mette in luce, ancora una volta, il ruolo decisivo di dottrina e giurisprudenza nel riempire i vuoti legislativi, soprattutto rivolgendo lo sguardo agli orientamenti d’Oltralpe.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Moscati_I-giuristi-e-la-tutela_2013.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
4.52 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.52 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.