Il volume affronta lo studio di una parte di Roma, quella racchiusa tra le pendici orientali del colle capitolino e le terrazze dei mercati traianei, occupata nel periodo imperiale dal foro di Traiano. Detta area ha subito, a partire dai primi anni del XIX secolo e fino agli anni Trenta del secolo scorso, una radicale trasformazione morfologica e funzionale, che ha comportato la totale cancellazione del tessuto connettivo della zona. La politica urbanistica del Governatorato ha condotto alla definizione di un nuovo assetto, per nulla rappresentativo della legge urbana che per molti secoli ne aveva guidato, in modo omogeneo, lo sviluppo e che peraltro, a partire dall’ultimo decennio, ha subito un’ulteriore, netta trasformazione. Le recenti campagne di scavi, se pur finalizzate all’identificazione certa delle strutture imperiali ivi sepolte, hanno riportato l’attenzione su quei tessuti edilizi, di grande interesse storico, che ad essi si sovrapposero nel corso dei secoli e che sparirono per istanze escavatorie e/o di isolamento monumentale. Un ambito, dunque, caratterizzato da un particolare percorso di sviluppo: una genesi, in epoca imperiale, come impianto ‘pianificato’ e di natura specialistica, e la sua successiva trasformazione, nel periodo medievale, in un aggregato ‘spontaneo’ residenziale. Per una sorte bizzarra, ambedue le fasi sono poi scomparse, se pur in epoche differenti; la prima, nel lento processo di sovrapposizione, appunto, della città medievale; la seconda, in modo repentino, nel tentativo di recuperare le testimonianze sepolte dell’epoca più antica. Questo studio si è proposto di rendere conto di entrambe, con un processo a ritroso, volto in primis a restituire, per quanto possibile, la struttura dell’organismo urbano demolito, per poi indagare sulle logiche che ne hanno regolato lo sviluppo nel corso dei secoli. Testimonianze documentarie e materiali hanno dimostrato come lo studio della conformazione del tessuto urbano che venne costituendosi nel periodo medievale si possa a buona ragione far procedere cronologicamente dal X secolo; momento a partire dal quale l’area inizia ad essere identificata nelle fonti con il toponimo di Campo Carleo, denominazione che, nonostante le numerose trasformazioni storiche, si è conservata fino a oggi. Si è cercato, dunque, di comprendere le modificazioni e le innovazioni che il tessuto dell’area ha registrato, nel corso di un arco temporale di circa un millennio. Il lavoro si è avvalso di una serie di ricostruzioni grafiche inedite per fasi, elaborate attraverso la raccolta di una cospicua documentazione archivistica, che individuano i momenti salienti della crescita dell’aggregato, con particolare attenzione nei confronti delle possibili influenze generate dalla presenza di cospicui resti monumentali imperiali. Resti che, tra l’altro, testimoniano di una storia degli impianti romani, nelle vicissitudini temporali che li hanno via via riguardati, nelle loro perdite, nelle spoliazioni relative, nei crolli pertinenti, nelle riutilizzazioni. Il contributo più importante e di base, presupposto fondamentale per lo studio del tessuto urbano nel tempo, è stato la ricomposizione del rilievo murario dell’intera zona, nelle forme precedenti la sua totale distruzione; documento basilare per l’intera analisi. Dal punto di vista architettonico, in corrispondenza delle fasi di modificazione urbana dell’aggregato, si è condotto lo studio delle trasformazioni storiche dell’edilizia. Sulla base dei dati archeologici, delle conoscenze documentarie e dei confronti possibili con edifici coevi, si sono delineate le principali caratteristiche del primitivo aggregato residenziale, documentato tra X e XIII secolo e la ricostruzione dello sviluppo della casa romana, condotta sulla scorta del riconoscimento dei tipi presenti nell’area, la casa a ‘corte’ e quella a ‘schiera’, e delle loro varianti diacroniche, entro un arco temporale di circa tre secoli, dal XIV al XVI. Una volta definita la facies ottocentesca dell’aggregato, la ricerca è tornata ad affrontare le problematiche relative alle grandi trasformazioni urbane che coinvolsero l’area a procedere dall’inizio del XIX secolo. Mutamenti che stravolsero completamente il sito, portando alla perdita dell’intero impianto urbano di origine medievale ed alla parziale riscoperta di alcune testimonianze relative alla sua prima fase di crescita. Trattandosi di interventi per lo più noti, l’attenzione si è concentrata sulla ricerca e l’analisi critica delle eventuali posizioni ideologiche ispiratrici, alla base delle scelte operative, tra l’altro per verificare, lungo gli anni della genesi delle moderne concezioni di tutela, il peso ed il ruolo giocato in tali opzioni dall’importanza archeologica del sito. Le conclusioni sono dedicate allo spinoso e dibattuto tema dell’organizzazione odierna dell’area, con una panoramica sui futuri, possibili sviluppi riguardanti l’area (progressiva chiusura al traffico della via, il cantiere della nuova metropolitana, etc.) e sulle potenzialità di fruizione sociale e culturale, oltre che sul complesso rapporto tra gli scavi, veri e propri ‘buchi’, e la città odierna, nelle rispettive manifestazioni.

La città negata. Il Campo Carleo al Foro traiano: genesi, crescita e distruzione / Ercolino, Maria Grazia. - STAMPA. - (2013), pp. 1-462.

La città negata. Il Campo Carleo al Foro traiano: genesi, crescita e distruzione

ERCOLINO, Maria Grazia
2013

Abstract

Il volume affronta lo studio di una parte di Roma, quella racchiusa tra le pendici orientali del colle capitolino e le terrazze dei mercati traianei, occupata nel periodo imperiale dal foro di Traiano. Detta area ha subito, a partire dai primi anni del XIX secolo e fino agli anni Trenta del secolo scorso, una radicale trasformazione morfologica e funzionale, che ha comportato la totale cancellazione del tessuto connettivo della zona. La politica urbanistica del Governatorato ha condotto alla definizione di un nuovo assetto, per nulla rappresentativo della legge urbana che per molti secoli ne aveva guidato, in modo omogeneo, lo sviluppo e che peraltro, a partire dall’ultimo decennio, ha subito un’ulteriore, netta trasformazione. Le recenti campagne di scavi, se pur finalizzate all’identificazione certa delle strutture imperiali ivi sepolte, hanno riportato l’attenzione su quei tessuti edilizi, di grande interesse storico, che ad essi si sovrapposero nel corso dei secoli e che sparirono per istanze escavatorie e/o di isolamento monumentale. Un ambito, dunque, caratterizzato da un particolare percorso di sviluppo: una genesi, in epoca imperiale, come impianto ‘pianificato’ e di natura specialistica, e la sua successiva trasformazione, nel periodo medievale, in un aggregato ‘spontaneo’ residenziale. Per una sorte bizzarra, ambedue le fasi sono poi scomparse, se pur in epoche differenti; la prima, nel lento processo di sovrapposizione, appunto, della città medievale; la seconda, in modo repentino, nel tentativo di recuperare le testimonianze sepolte dell’epoca più antica. Questo studio si è proposto di rendere conto di entrambe, con un processo a ritroso, volto in primis a restituire, per quanto possibile, la struttura dell’organismo urbano demolito, per poi indagare sulle logiche che ne hanno regolato lo sviluppo nel corso dei secoli. Testimonianze documentarie e materiali hanno dimostrato come lo studio della conformazione del tessuto urbano che venne costituendosi nel periodo medievale si possa a buona ragione far procedere cronologicamente dal X secolo; momento a partire dal quale l’area inizia ad essere identificata nelle fonti con il toponimo di Campo Carleo, denominazione che, nonostante le numerose trasformazioni storiche, si è conservata fino a oggi. Si è cercato, dunque, di comprendere le modificazioni e le innovazioni che il tessuto dell’area ha registrato, nel corso di un arco temporale di circa un millennio. Il lavoro si è avvalso di una serie di ricostruzioni grafiche inedite per fasi, elaborate attraverso la raccolta di una cospicua documentazione archivistica, che individuano i momenti salienti della crescita dell’aggregato, con particolare attenzione nei confronti delle possibili influenze generate dalla presenza di cospicui resti monumentali imperiali. Resti che, tra l’altro, testimoniano di una storia degli impianti romani, nelle vicissitudini temporali che li hanno via via riguardati, nelle loro perdite, nelle spoliazioni relative, nei crolli pertinenti, nelle riutilizzazioni. Il contributo più importante e di base, presupposto fondamentale per lo studio del tessuto urbano nel tempo, è stato la ricomposizione del rilievo murario dell’intera zona, nelle forme precedenti la sua totale distruzione; documento basilare per l’intera analisi. Dal punto di vista architettonico, in corrispondenza delle fasi di modificazione urbana dell’aggregato, si è condotto lo studio delle trasformazioni storiche dell’edilizia. Sulla base dei dati archeologici, delle conoscenze documentarie e dei confronti possibili con edifici coevi, si sono delineate le principali caratteristiche del primitivo aggregato residenziale, documentato tra X e XIII secolo e la ricostruzione dello sviluppo della casa romana, condotta sulla scorta del riconoscimento dei tipi presenti nell’area, la casa a ‘corte’ e quella a ‘schiera’, e delle loro varianti diacroniche, entro un arco temporale di circa tre secoli, dal XIV al XVI. Una volta definita la facies ottocentesca dell’aggregato, la ricerca è tornata ad affrontare le problematiche relative alle grandi trasformazioni urbane che coinvolsero l’area a procedere dall’inizio del XIX secolo. Mutamenti che stravolsero completamente il sito, portando alla perdita dell’intero impianto urbano di origine medievale ed alla parziale riscoperta di alcune testimonianze relative alla sua prima fase di crescita. Trattandosi di interventi per lo più noti, l’attenzione si è concentrata sulla ricerca e l’analisi critica delle eventuali posizioni ideologiche ispiratrici, alla base delle scelte operative, tra l’altro per verificare, lungo gli anni della genesi delle moderne concezioni di tutela, il peso ed il ruolo giocato in tali opzioni dall’importanza archeologica del sito. Le conclusioni sono dedicate allo spinoso e dibattuto tema dell’organizzazione odierna dell’area, con una panoramica sui futuri, possibili sviluppi riguardanti l’area (progressiva chiusura al traffico della via, il cantiere della nuova metropolitana, etc.) e sulle potenzialità di fruizione sociale e culturale, oltre che sul complesso rapporto tra gli scavi, veri e propri ‘buchi’, e la città odierna, nelle rispettive manifestazioni.
2013
9788898158294
Campo Carleo; Foro Traiano; restauro archeologico; archeologia urbana; Roma; storia edilizia
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
La città negata. Il Campo Carleo al Foro traiano: genesi, crescita e distruzione / Ercolino, Maria Grazia. - STAMPA. - (2013), pp. 1-462.
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