In Italia, la cibernetica fa ufficialmente il suo ingresso nella prima metà degli anni Cinquanta del Novecento, in particolare quando, tra il 1952 e il 1954, per iniziativa di Enzo Cambi e Anna Cuzzer, si costituì, presso l’Istituto superiore delle poste e telecomunicazioni, il Centro italiano di cibernetica. A esso avevano aderito il pioniere dei linguaggi di programmazione Corrado Böhm, il matematico Bruno De Finetti, l’ingegnere Giorgio Sacerdoti, il fisico e poi filosofo della scienza Vittorio Somenzi. Diversi sono stati poi i centri di cibernetica attivi in Italia nel periodo del suo maggiore sviluppo, all’incirca tra i primi anni Cinquanta e i primi anni Settanta del Novecento, e diversi gli interessi di ricerca prevalenti dei loro promotori. Come ha ricordato Somenzi, “i centri di cibernetica sorti a Napoli con Caianiello e Braitenberg, a Genova con Borsellino e Gamba, a Milano con Ceccato e Maretti, si differenziavano tra loro nettamente, con prevalenza nel primo della neurofisiologia, nel secondo della biofisica e nel terzo della linguistica. Ancora più specializzati erano i centri dedicati al calcolo automatico, ai servomeccanismi e all’automazione industriale". In questo capitolo accenneremo solo di passaggio a questi ultimi, soffermandoci piuttosto sui primi. Nel complesso, le ricerche cibernetiche in Italia del periodo ricordato, rispetto al progetto interdisciplinare originario, hanno progressivamente finito per frammentarsi, quando non arenarsi, per ragioni comunque comuni a quelle di altri Paesi. Ciononostante, queste ricerche hanno contribuito a formare generazioni di ricercatori che nei decenni successivi si sono confrontati con la non facile eredità della cibernetica.
La cibernetica in Italia / Cordeschi, Roberto; T., Numerico. - STAMPA. - (2013), pp. 563-570.
La cibernetica in Italia
CORDESCHI, Roberto;
2013
Abstract
In Italia, la cibernetica fa ufficialmente il suo ingresso nella prima metà degli anni Cinquanta del Novecento, in particolare quando, tra il 1952 e il 1954, per iniziativa di Enzo Cambi e Anna Cuzzer, si costituì, presso l’Istituto superiore delle poste e telecomunicazioni, il Centro italiano di cibernetica. A esso avevano aderito il pioniere dei linguaggi di programmazione Corrado Böhm, il matematico Bruno De Finetti, l’ingegnere Giorgio Sacerdoti, il fisico e poi filosofo della scienza Vittorio Somenzi. Diversi sono stati poi i centri di cibernetica attivi in Italia nel periodo del suo maggiore sviluppo, all’incirca tra i primi anni Cinquanta e i primi anni Settanta del Novecento, e diversi gli interessi di ricerca prevalenti dei loro promotori. Come ha ricordato Somenzi, “i centri di cibernetica sorti a Napoli con Caianiello e Braitenberg, a Genova con Borsellino e Gamba, a Milano con Ceccato e Maretti, si differenziavano tra loro nettamente, con prevalenza nel primo della neurofisiologia, nel secondo della biofisica e nel terzo della linguistica. Ancora più specializzati erano i centri dedicati al calcolo automatico, ai servomeccanismi e all’automazione industriale". In questo capitolo accenneremo solo di passaggio a questi ultimi, soffermandoci piuttosto sui primi. Nel complesso, le ricerche cibernetiche in Italia del periodo ricordato, rispetto al progetto interdisciplinare originario, hanno progressivamente finito per frammentarsi, quando non arenarsi, per ragioni comunque comuni a quelle di altri Paesi. Ciononostante, queste ricerche hanno contribuito a formare generazioni di ricercatori che nei decenni successivi si sono confrontati con la non facile eredità della cibernetica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.