Uno dei fatti più rilevanti della ricerca architettonica degli ultimi anni è la tendenza all'analisi di dispositivi teorici e tecnici che permettano al lavoro dell'uomo di ricondursi alla spontaneità creativa della natura. Ma dietro questa tendenza non si nasconde il tentativo di cercare fuori di sé ciò che non si riesce a trovare dentro di sé? Esiste un telos nel divenire delle forme naturali? Oppure avere una finalità è prerogativa dell'uomo, poiché nel lavoro l'uomo riconosce un carico etico, una progettualità dell'esistere, una tensione autorealizzativa? Ci si chiede se l'emulazione delle forme (naturali) in cui si produce la vita sia l'unica strada percorribile per non opporsi al suo fluire, se questa attenzione alla forma non rischi di trascurare il contenuto, quel contenuto che siamo noi e la vita che attraverso noi si genera. Oggi è negata ogni limitazione alla creazione di spazi, la tecnologia consente di cancellare le distinzioni fra interno ed esterno, vicino e lontano, possiamo toccare pareti che si muovono, entrare in architetture-organismi che evolvono insieme a noi. Qual'è dunque il compito dell'architetto, se tutto è possibile?
Oltre l'emulazione / Ghia, MARIA CLARA. - STAMPA. - (2005), pp. 128-129.
Oltre l'emulazione
GHIA, MARIA CLARA
2005
Abstract
Uno dei fatti più rilevanti della ricerca architettonica degli ultimi anni è la tendenza all'analisi di dispositivi teorici e tecnici che permettano al lavoro dell'uomo di ricondursi alla spontaneità creativa della natura. Ma dietro questa tendenza non si nasconde il tentativo di cercare fuori di sé ciò che non si riesce a trovare dentro di sé? Esiste un telos nel divenire delle forme naturali? Oppure avere una finalità è prerogativa dell'uomo, poiché nel lavoro l'uomo riconosce un carico etico, una progettualità dell'esistere, una tensione autorealizzativa? Ci si chiede se l'emulazione delle forme (naturali) in cui si produce la vita sia l'unica strada percorribile per non opporsi al suo fluire, se questa attenzione alla forma non rischi di trascurare il contenuto, quel contenuto che siamo noi e la vita che attraverso noi si genera. Oggi è negata ogni limitazione alla creazione di spazi, la tecnologia consente di cancellare le distinzioni fra interno ed esterno, vicino e lontano, possiamo toccare pareti che si muovono, entrare in architetture-organismi che evolvono insieme a noi. Qual'è dunque il compito dell'architetto, se tutto è possibile?File | Dimensione | Formato | |
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