Il monastero di Subiaco, tra i primi monasteri cenobitici europei d’occidente, fu fondato nel VI secolo da Benedetto da Norcia, giovane patrizio della gens Anicia. Con la Regola, basata sulla stabilitas in congregatione, l’edificio monastico e la sua organizzazione territoriale si propose un modello per numerosi altri monasteri in Europa. L’iniziale concezione di Benedetto si basava su un monastero centrale e dodici monasterelli periferici in modo da costituire una rete territoriale. L’operazione fondativa insediava il monastero centrale sulle rovine della villa di Nerone e definiva il territorio gestito dai monasterelli su donazioni di proprietà provenienti dai vasti possedimenti agnatizi della gens Anicia. Alcuni documenti , non da tutti considerati attendibili , descrivono la distruzione della rete dei monasterelli da parte degli Agareni durante le incursioni del IX secolo. Il monastero invece si riorganizza nell’edificio del Sacro Speco e in quello di S. Scolastica, diventando abbazia nel 1070 e subisce diverse ristrutturazioni fino a divenire nel secolo XIV quello che ancora oggi esiste: una roccaforte inespugnabile posta su di un versante molto ripido. Sarà’ interessante mettere a confronto l’iniziale configurazione individuata del sistema insediativo sparso, sostanzialmente di fondovalle e strettamente legato alla produzione agricola, alle risorse idriche, e alla popolazione stessa, con il tipo sostrato della rete preesistente di ville romane, e con la successiva evoluzione in roccaforte monastica. Negli stessi anni in cui avviene l’incastellamento dei centri urbani (secc. X-XI), l’organismo monastico segue la medesima dinamica territoriale, trasformandosi da sistema sparso di fondovalle in sistema difensivo hilledge: l’assetto definitivo che il monastero assume a fine Duecento è analogo a quello di un castello e il suo dominio territoriale si configura come un feudo, spesso in guerra con i feudi confinanti. Il parallelo diacronico tra i centri urbani dell’area soggetta al monastero e il monastero stesso mostra dinamiche molto simili e una notevole continuità con la preesistente struttura insediativa romana.
Sul modello territoriale dei primi dodici monasteri benedettini di Subiaco / Camiz, Alessandro. - STAMPA. - 4(2013), pp. 206-211.
Sul modello territoriale dei primi dodici monasteri benedettini di Subiaco
CAMIZ, Alessandro
2013
Abstract
Il monastero di Subiaco, tra i primi monasteri cenobitici europei d’occidente, fu fondato nel VI secolo da Benedetto da Norcia, giovane patrizio della gens Anicia. Con la Regola, basata sulla stabilitas in congregatione, l’edificio monastico e la sua organizzazione territoriale si propose un modello per numerosi altri monasteri in Europa. L’iniziale concezione di Benedetto si basava su un monastero centrale e dodici monasterelli periferici in modo da costituire una rete territoriale. L’operazione fondativa insediava il monastero centrale sulle rovine della villa di Nerone e definiva il territorio gestito dai monasterelli su donazioni di proprietà provenienti dai vasti possedimenti agnatizi della gens Anicia. Alcuni documenti , non da tutti considerati attendibili , descrivono la distruzione della rete dei monasterelli da parte degli Agareni durante le incursioni del IX secolo. Il monastero invece si riorganizza nell’edificio del Sacro Speco e in quello di S. Scolastica, diventando abbazia nel 1070 e subisce diverse ristrutturazioni fino a divenire nel secolo XIV quello che ancora oggi esiste: una roccaforte inespugnabile posta su di un versante molto ripido. Sarà’ interessante mettere a confronto l’iniziale configurazione individuata del sistema insediativo sparso, sostanzialmente di fondovalle e strettamente legato alla produzione agricola, alle risorse idriche, e alla popolazione stessa, con il tipo sostrato della rete preesistente di ville romane, e con la successiva evoluzione in roccaforte monastica. Negli stessi anni in cui avviene l’incastellamento dei centri urbani (secc. X-XI), l’organismo monastico segue la medesima dinamica territoriale, trasformandosi da sistema sparso di fondovalle in sistema difensivo hilledge: l’assetto definitivo che il monastero assume a fine Duecento è analogo a quello di un castello e il suo dominio territoriale si configura come un feudo, spesso in guerra con i feudi confinanti. Il parallelo diacronico tra i centri urbani dell’area soggetta al monastero e il monastero stesso mostra dinamiche molto simili e una notevole continuità con la preesistente struttura insediativa romana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.