Questa breve ricerca si propone di mostrare che nel territorio sublacense la serie dei toponimi prediali attuale deriva, attraverso successive trascrizioni, dal sistema di proprietà dei suoli di epoca repubblicana e imperiale, di illustrare alcuni aspetti metodologici dell’utilizzo delle fonti cartografiche digitali, e infine di georiferire alcuni fundi indicati nelle carte medievali come contributo alla topografia dell’età di mezzo. Per alcuni dei prediali censiti durante la ricerca è stato possibile tracciare all’indietro la storia del toponimo fino ad arrivare al praedium romano e in un caso di individuare il proprietario, attraverso l’esame delle fonti epigrafiche e letterarie, correlando anche l’evidenza archeologica della relativa villa rustica o suburbana. Avendo riconosciuto la presenza diffusa dei toponimi prediali nella cartografia moderna e nelle fonti notarili medievali, il loro studio diacronico correlato con l’analisi morfologica del territorio e la ricerca archeologica, può divenire uno strumento per ricostituire le vicende della proprietà dei suoli e dei manufatti, capace di contribuire alla storia del paesaggio inteso come «quella forma che l’uomo, nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale».
Fonti moderne per la storia del paesaggio medievale: i toponimi prediali nel territorio sublacense / Camiz, Alessandro. - STAMPA. - 9(2013), pp. 157-172.
Fonti moderne per la storia del paesaggio medievale: i toponimi prediali nel territorio sublacense
CAMIZ, Alessandro
2013
Abstract
Questa breve ricerca si propone di mostrare che nel territorio sublacense la serie dei toponimi prediali attuale deriva, attraverso successive trascrizioni, dal sistema di proprietà dei suoli di epoca repubblicana e imperiale, di illustrare alcuni aspetti metodologici dell’utilizzo delle fonti cartografiche digitali, e infine di georiferire alcuni fundi indicati nelle carte medievali come contributo alla topografia dell’età di mezzo. Per alcuni dei prediali censiti durante la ricerca è stato possibile tracciare all’indietro la storia del toponimo fino ad arrivare al praedium romano e in un caso di individuare il proprietario, attraverso l’esame delle fonti epigrafiche e letterarie, correlando anche l’evidenza archeologica della relativa villa rustica o suburbana. Avendo riconosciuto la presenza diffusa dei toponimi prediali nella cartografia moderna e nelle fonti notarili medievali, il loro studio diacronico correlato con l’analisi morfologica del territorio e la ricerca archeologica, può divenire uno strumento per ricostituire le vicende della proprietà dei suoli e dei manufatti, capace di contribuire alla storia del paesaggio inteso come «quella forma che l’uomo, nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.