L’interesse e per così dire il “successo” che i teatri antichi ancora diffusamente riscuotono a livello popolare, se da un lato certamente rappresentano il loro punto di forza e l’elemento trainante della loro sopravvivenza, dall’altro ne costituiscono la prima causa di degrado. La pressione esercitata continuamente su queste strutture (almeno su quelle riutilizzate), dagli spettatori, dai servizi ed impianti tecnologici e dagli allestimenti stessi, determina infatti un progressivo deterioramento dei manufatti, pensati in origine per soddisfare esigenze del tutto diverse da quelle delle rappresentazioni contemporanee. Negli ultimi dieci anni molti passi sono stati compiuti con l’obiettivo di mettere a punto una strategia che possa consentire anche in futuro di utilizzare queste strutture salvaguardandole dai rischi che tale uso inevitabilmente comporta: ogni attività gestionale deve comunque basarsi su dati quanto più oggettivi che descrivano il monumento nei sui vari aspetti. In questo quadro le attività di documentazione in generale e di rilievo in particolare rivestono un significato di primaria importanza, da un lato perché definiscono in termini metrici la struttura geometrica e formale del monumento, dall’altra perché permettono di costruire “modelli” utili a sperimentare in forma simulata interventi di varia natura da effettuarsi sul monumento stesso. In questo, come in altri settori, si sta da qualche tempo sperimentando una vera e propria rivoluzione grazie alla messa a punto della tecnica del 3D Scanning: l’esperienza effettuata sul Teatro di Ostia Antica dimostra quanto questa nuova tecnologia insieme con un approccio realmente multidisciplinare possano produrre risultati innovativi non solo da un punto strettamente scientifico ma anche operativo, offrendo nuovi strumenti di controllo e gestione di strutture complesse e delicate come i teatri antichi.
Nuove metodologie per il rilievo dei teatri antichi: l’esperienza sul Teatro romano di Ostia Antica / Docci, Mario; Bianchini, Carlo. - STAMPA. - (2005), pp. 510-515.
Nuove metodologie per il rilievo dei teatri antichi: l’esperienza sul Teatro romano di Ostia Antica
DOCCI, Mario;BIANCHINI, Carlo
2005
Abstract
L’interesse e per così dire il “successo” che i teatri antichi ancora diffusamente riscuotono a livello popolare, se da un lato certamente rappresentano il loro punto di forza e l’elemento trainante della loro sopravvivenza, dall’altro ne costituiscono la prima causa di degrado. La pressione esercitata continuamente su queste strutture (almeno su quelle riutilizzate), dagli spettatori, dai servizi ed impianti tecnologici e dagli allestimenti stessi, determina infatti un progressivo deterioramento dei manufatti, pensati in origine per soddisfare esigenze del tutto diverse da quelle delle rappresentazioni contemporanee. Negli ultimi dieci anni molti passi sono stati compiuti con l’obiettivo di mettere a punto una strategia che possa consentire anche in futuro di utilizzare queste strutture salvaguardandole dai rischi che tale uso inevitabilmente comporta: ogni attività gestionale deve comunque basarsi su dati quanto più oggettivi che descrivano il monumento nei sui vari aspetti. In questo quadro le attività di documentazione in generale e di rilievo in particolare rivestono un significato di primaria importanza, da un lato perché definiscono in termini metrici la struttura geometrica e formale del monumento, dall’altra perché permettono di costruire “modelli” utili a sperimentare in forma simulata interventi di varia natura da effettuarsi sul monumento stesso. In questo, come in altri settori, si sta da qualche tempo sperimentando una vera e propria rivoluzione grazie alla messa a punto della tecnica del 3D Scanning: l’esperienza effettuata sul Teatro di Ostia Antica dimostra quanto questa nuova tecnologia insieme con un approccio realmente multidisciplinare possano produrre risultati innovativi non solo da un punto strettamente scientifico ma anche operativo, offrendo nuovi strumenti di controllo e gestione di strutture complesse e delicate come i teatri antichi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.