Le facciate architettoniche sono spesso luoghi ricchi di testimonianze storiche nelle quali i segni del tempo rendono ben riconoscibili le azioni dell’uomo; la loro lettura costituisce un momento sostanziale nella metodologia conoscitiva finalizzata al restauro e alla conservazione: la profonda e diretta conoscenza del bene indagato con coscienza critica deve guidare alla conservazione dell’integrità dell’opera, mediante un approccio conoscitivo in cui le indagini storiche, gli approfondimenti scientifici e la lettura della “grammatica” devono coesistere, integrandosi. Fra gli elementi caratterizzanti i fronti dell’edilizia storica, e quindi le quinte urbane dei centri storici, la finitura costituisce un elemento fondamentale. Intonaci e cromie sono troppo spesso considerati sostituibili o eliminabili senza avere cura di eseguire alcun tipo di indagine. L’importanza della maturazione di una coscienza critica e teorica dei problemi di tutela e conservazione dei beni culturali costituisce il presupposto per giungere alla corretta definizione del problema conservativo, nel pieno soddisfacimento delle istanze teorico-critiche e dei principi guida del restauro. Nel contributo saranno illustrati in particolare gli studi, le indagini ed i progetti di restauro delle coloriture e delle superfici architettoniche che hanno interessato il patrimonio storico edilizio dei centri storici di Ceglie Messapica, Noto, Bologna, Mesola e Ferrara, articolati attraverso un percorso di conoscenza incentrato sul colore nella sua globalità, con riferimento alla città e all’architettura nella sua complessità, a partire da studi storico-critici, fino ad arrivare alle indagini diagnostiche. Lo studio delle superfici non può prescindere dal linguaggio architettonico alla scala dell’edificio: si pone, dunque, l’attenzione anche alla lettura della grammatica del prospetto. Solo il riconoscimento del significato sintattico di ogni parte permetterà il corretto uso del rapporto cromatico tra le partizioni architettoniche, le cornici, gli ordini e i fondi, senza cadere in quei fraintendimenti, oggi tanto diffusi nei nostri centri storici, di elementi erroneamente separati o impropriamente uniti. Lo studio delle superfici architettoniche è stato strutturato come strumento conoscitivo per individuare idonee linee guida di procedure di intervento e fissando criteri e metodologie di recupero delle preesistenze, strutturando una metodologia analitica in grado di ottenere procedure utili al di là delle categorie di intervento ma in grado di indirizzare gli interventi sul colore della città storica. I casi studio proposti contribuiscono a indirizzare metodologicamente gli interventi sul colore della città storica nel più vasto alveo del restauro e della conservazione generalmente intesi, evidenziando come l’analisi storica, le indagini conoscitive e gli approfondimenti diagnostico-scientifici devono coesistere e integrarsi in un equilibrio reciproco come momento di sintesi del processo intrapreso, all’interno del quale è necessario che il ruolo di guida appartenga alle istanze storico-critiche.
Restauro e colore dei centri storici fra identità e salvaguardia / Santopuoli, Nicola; F., Maietti; Alvisi, Alessandra; SYLOS LABINI, Azzurra. - STAMPA. - VIII(2012), pp. 229-234.
Restauro e colore dei centri storici fra identità e salvaguardia
SANTOPUOLI, NICOLA;ALVISI, ALESSANDRA;SYLOS LABINI, AZZURRA
2012
Abstract
Le facciate architettoniche sono spesso luoghi ricchi di testimonianze storiche nelle quali i segni del tempo rendono ben riconoscibili le azioni dell’uomo; la loro lettura costituisce un momento sostanziale nella metodologia conoscitiva finalizzata al restauro e alla conservazione: la profonda e diretta conoscenza del bene indagato con coscienza critica deve guidare alla conservazione dell’integrità dell’opera, mediante un approccio conoscitivo in cui le indagini storiche, gli approfondimenti scientifici e la lettura della “grammatica” devono coesistere, integrandosi. Fra gli elementi caratterizzanti i fronti dell’edilizia storica, e quindi le quinte urbane dei centri storici, la finitura costituisce un elemento fondamentale. Intonaci e cromie sono troppo spesso considerati sostituibili o eliminabili senza avere cura di eseguire alcun tipo di indagine. L’importanza della maturazione di una coscienza critica e teorica dei problemi di tutela e conservazione dei beni culturali costituisce il presupposto per giungere alla corretta definizione del problema conservativo, nel pieno soddisfacimento delle istanze teorico-critiche e dei principi guida del restauro. Nel contributo saranno illustrati in particolare gli studi, le indagini ed i progetti di restauro delle coloriture e delle superfici architettoniche che hanno interessato il patrimonio storico edilizio dei centri storici di Ceglie Messapica, Noto, Bologna, Mesola e Ferrara, articolati attraverso un percorso di conoscenza incentrato sul colore nella sua globalità, con riferimento alla città e all’architettura nella sua complessità, a partire da studi storico-critici, fino ad arrivare alle indagini diagnostiche. Lo studio delle superfici non può prescindere dal linguaggio architettonico alla scala dell’edificio: si pone, dunque, l’attenzione anche alla lettura della grammatica del prospetto. Solo il riconoscimento del significato sintattico di ogni parte permetterà il corretto uso del rapporto cromatico tra le partizioni architettoniche, le cornici, gli ordini e i fondi, senza cadere in quei fraintendimenti, oggi tanto diffusi nei nostri centri storici, di elementi erroneamente separati o impropriamente uniti. Lo studio delle superfici architettoniche è stato strutturato come strumento conoscitivo per individuare idonee linee guida di procedure di intervento e fissando criteri e metodologie di recupero delle preesistenze, strutturando una metodologia analitica in grado di ottenere procedure utili al di là delle categorie di intervento ma in grado di indirizzare gli interventi sul colore della città storica. I casi studio proposti contribuiscono a indirizzare metodologicamente gli interventi sul colore della città storica nel più vasto alveo del restauro e della conservazione generalmente intesi, evidenziando come l’analisi storica, le indagini conoscitive e gli approfondimenti diagnostico-scientifici devono coesistere e integrarsi in un equilibrio reciproco come momento di sintesi del processo intrapreso, all’interno del quale è necessario che il ruolo di guida appartenga alle istanze storico-critiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.