Una delle caratteristiche che solitamente si identificano con l’imporsi della modernità nelle società indigene è il processo di erosione che da varie parti ha subìto la religiosità tradizionale, sia nel senso di un graduale abbandono delle concezioni e delle pratiche che la Chiesa un tempo bollava come “superstiziose” o “pagane”, sia in quello della perdita del monopolio detenuto un tempo dal Cattolicesimo a vantaggio delle più varie confessioni protestanti, sia infine in quello di una progressiva secolarizzazione. L’indebolimento dei modelli tradizionali parrebbe così un esito obbligato. Tuttavia, proprio in ambito religioso cattolico, le comunità indigene mesoamericane (e non solo) hanno potuto giovarsi dei nuovi ampi margini d’azione concessi loro da quel prodigioso fenomeno di rinnovamento che è stato il Concilio Vaticano II, in seguito al quale la Chiesa ha deciso di confrontarsi con le diverse culture e tradizioni religiose, promuovendo la valorizzazione dei “semi del Verbo” che in esse sarebbero ovunque presenti. Attraverso l’esame di materiali etnografici raccolti negli ultimi anni nella Sierra di Puebla, l'articolo mostra come per gli indigeni messicani sia oggi possibile essere protagonisti di una riplasmazione del proprio Cattolicesimo che passa attraverso una libera attualizzazione delle antiche religioni autoctone: gli esempi toccano la liturgia, i principali simboli e gli stessi testi sacri.
La indianización del Evangelio: los protagonistas de la transformación posconciliar del catolicismo indígena mexicano / Lupo, Alessandro. - STAMPA. - (2012), pp. 201-233.
La indianización del Evangelio: los protagonistas de la transformación posconciliar del catolicismo indígena mexicano
LUPO, Alessandro
2012
Abstract
Una delle caratteristiche che solitamente si identificano con l’imporsi della modernità nelle società indigene è il processo di erosione che da varie parti ha subìto la religiosità tradizionale, sia nel senso di un graduale abbandono delle concezioni e delle pratiche che la Chiesa un tempo bollava come “superstiziose” o “pagane”, sia in quello della perdita del monopolio detenuto un tempo dal Cattolicesimo a vantaggio delle più varie confessioni protestanti, sia infine in quello di una progressiva secolarizzazione. L’indebolimento dei modelli tradizionali parrebbe così un esito obbligato. Tuttavia, proprio in ambito religioso cattolico, le comunità indigene mesoamericane (e non solo) hanno potuto giovarsi dei nuovi ampi margini d’azione concessi loro da quel prodigioso fenomeno di rinnovamento che è stato il Concilio Vaticano II, in seguito al quale la Chiesa ha deciso di confrontarsi con le diverse culture e tradizioni religiose, promuovendo la valorizzazione dei “semi del Verbo” che in esse sarebbero ovunque presenti. Attraverso l’esame di materiali etnografici raccolti negli ultimi anni nella Sierra di Puebla, l'articolo mostra come per gli indigeni messicani sia oggi possibile essere protagonisti di una riplasmazione del proprio Cattolicesimo che passa attraverso una libera attualizzazione delle antiche religioni autoctone: gli esempi toccano la liturgia, i principali simboli e gli stessi testi sacri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.