La nostra vista si indebolisce con l’età; la maggior parte delle persone anziane presenta deficit sia della visione fotopica (Owsley e Bourton,1991) che scotopica (Sturr et al., 1992) non correlabili ad alcuna patologia organica ma facenti parte di un generale declino di tutte le funzioni dell’or-ganismo. In base alla teoria del deterioramento fisico si ritiene che l’organismo sia sottoposto a stress ed insulti estrinseci (dipendenti dall’ambiente) ed intrinseci (dipendenti dai processi biologici). Il danno, sia intrinseco che estrinseco, deriva da piccole molecole altamente reattive, i radicali liberi, prodotte durante il normale metabolismo cellulare ed associate ad importanti funzioni cellulari. Fra gli agenti dannosi consideriamo gli intermedi reattivi dell’ossigeno (ROI) capaci di indurre stress ossidativo, ma anche i perossinitriti, gli agenti alchilanti endogeni ed i prodotti dell’aldeide, proveniente dalla ossidazione lipidica che hanno tutti la capacità di danneggiare le macromolecole organiche (proteine e lipidi complessi, DNA ecc.). Dal danno macromolecolare si arriva alla disfunzione cellulare che si manifesta con instabilità nucleare, con eventi di differenziazione cellulare inappropriati e conseguente morte cellulare (necrosi o apoptosi) (vedi lo stress ossidativo fotoindotto e la patologia retinica). Quindi, secondo la teoria dell’invecchiamento, il livello di senescenza è stabilito dall’interazione tra i fattori che la promuovono e quelli che la contrastano, in pratica dalla capacità di rigenerazione cellulare che è sotto il controllo genetico. Da questo punto di vista la “teoria del deterioramento fisico” si unisce all’altra teoria dell’invecchiamento che è quella dell’“orologio biologico”. Quest’ultima asserisce che la durata della vita di ogni specie è geneticamente determinata e che le sue variazioni sono frutto o di influenze ambientali o di mutazioni genetiche.
L’invecchiamento della retina / Pescosolido, Nicola; M., Trinchi; Komaiha, Chiara. - STAMPA. - Unico(2012).
L’invecchiamento della retina
PESCOSOLIDO, Nicola;KOMAIHA, CHIARA
2012
Abstract
La nostra vista si indebolisce con l’età; la maggior parte delle persone anziane presenta deficit sia della visione fotopica (Owsley e Bourton,1991) che scotopica (Sturr et al., 1992) non correlabili ad alcuna patologia organica ma facenti parte di un generale declino di tutte le funzioni dell’or-ganismo. In base alla teoria del deterioramento fisico si ritiene che l’organismo sia sottoposto a stress ed insulti estrinseci (dipendenti dall’ambiente) ed intrinseci (dipendenti dai processi biologici). Il danno, sia intrinseco che estrinseco, deriva da piccole molecole altamente reattive, i radicali liberi, prodotte durante il normale metabolismo cellulare ed associate ad importanti funzioni cellulari. Fra gli agenti dannosi consideriamo gli intermedi reattivi dell’ossigeno (ROI) capaci di indurre stress ossidativo, ma anche i perossinitriti, gli agenti alchilanti endogeni ed i prodotti dell’aldeide, proveniente dalla ossidazione lipidica che hanno tutti la capacità di danneggiare le macromolecole organiche (proteine e lipidi complessi, DNA ecc.). Dal danno macromolecolare si arriva alla disfunzione cellulare che si manifesta con instabilità nucleare, con eventi di differenziazione cellulare inappropriati e conseguente morte cellulare (necrosi o apoptosi) (vedi lo stress ossidativo fotoindotto e la patologia retinica). Quindi, secondo la teoria dell’invecchiamento, il livello di senescenza è stabilito dall’interazione tra i fattori che la promuovono e quelli che la contrastano, in pratica dalla capacità di rigenerazione cellulare che è sotto il controllo genetico. Da questo punto di vista la “teoria del deterioramento fisico” si unisce all’altra teoria dell’invecchiamento che è quella dell’“orologio biologico”. Quest’ultima asserisce che la durata della vita di ogni specie è geneticamente determinata e che le sue variazioni sono frutto o di influenze ambientali o di mutazioni genetiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.