Il libro nasce con la volontà di analizzare e integrare insieme paesaggio, urbanistica e architettura passando dalle grandi scale alle piccole, dalle macro aree alle micro e dalle micro alle macro, compiendo un’ analisi completa. Le parole chiave, che racchiudono i temi affrontati sottolineano il duplice aspetto di paesaggio naturale e antropico. - Land-form: dove si indaga la possibilità dell’architettura di organizzare il vuoto integrandolo nel paesaggio naturale e antropico. Il progetto nasce dal suolo, dalle sue pieghe, dai suoi segni, dalle sue stratificazioni, dalle sue cavità. La nuova architettura non si rivela immediatamente, non si impone come icona assoluta, ma si rivela poco alla volta, si lascia scoprire nell’avvicinamento, diventa frammento di un processo più ampio; si integra nel paesaggio assorbendo le regole sottese dalla trama del paesaggio e del terreno. - Confini sensibili: che indagano le aree di frontiera, di filtro, e di confine che rappresentano delle opportunità di sperimentazione di nuovi spazi capaci di vivere e di interpretare in chiave nuova le tensioni di limite tra interno-esterno, tra città-campagna, indagando anche il rapporto con le infrastrutture. I confini tra città e acqua , tra città e porto, tra città e infrastruttura, tra spazi delimitati e spazi infiniti, assumono nuove tensioni, nuovi significati, nuovi potenziali. Tali spazi, spesso marginali, degradati, poco conosciuti, indefiniti, non progettati, diventano occasioni di riflessione e di ricerca per nuove strategie progettuali capaci di superare l’originaria esclusione, promuovendo nuovi spazi di incontro. - Geografie urbane: sono dei tentativi a grande scala di dare suggerimenti e linee guida nel progetto. La geografia, intesa come il rapporto con i segni del territorio ma anche come analisi storica, di tradizione e quindi di identità. Il materiale pronto ad essere reinterpretato, manipolato sempre nell’ottica di una fusione tra urbanistica, paesaggio e architettura anche in chiave sociale. - Macchina per vivere: la ricerca su nuove strategie di vita, con particolare attenzione alla mixitè, la flessibilità e l'organizzazione degli spazi pubblici e privati. Gli anni 70 hanno portato una serie di esperimenti interessanti sull’abitare: la vicinanza, il sistema delle relazioni pubbliche e semipubbliche, il sistema degli spazi condivisi e forme di autogestione. Al contrario della mono-funzionalità,queste macchine dell’abitare provano a declamare nuove strategie dell’abitare, puntando sulla mixitè, sulla flessibilità, sull’organizzazione di spazi comuni, sull’uso del colore e sulla adattabilità dell’alloggio ad esigenze diverse e mutevoli nel tempo. - Riuso- stratificazione: il tema del riuso è l’occasione di sovrapporre idealmente più storie, più letture e tracce del tempo che sono particolarmente care. Il libro affronta le tematiche della memoria, della rovina, della trasformazione per parti in chiave nuova. Sottrarre, addizionare, tagliare, slittare, coprire e avvolgere, operazioni previste per il riuso di un complesso scolastico degli anni 80 in cemento armato per riportare a nuova vita il complesso dandone luce, colore energia. Mentre se si è in presenza di un bene così eccezionale come quello di un’architettura non finita del 700, l’intervento è per micro-iniezioni, interventi di agopuntura al fine di restaurare il bene donandolo al tempo stesso di nuova vita e nuova energia. - Landmark: Landmark urbani segnali verticali, torri della contemporaneità. Elementi foro che sono in grado di traguardare il territorio. Con uno sguardo all’archetipo della torre di cui sono figli, svelano un’interessante opportunità di lavorare sul tema della densificazione in netta contrapposizione ad un uso del suolo indiscriminato ed estensivo. L’elemento a torre nasce per ragioni difensive, di avvistamento, di controllo o di percezione del territorio quindi incarna l’obiettivo di riassumere il suo essere verticale.
Città Paesaggio / Salimei, Guendalina. - STAMPA. - (2012).
Città Paesaggio
SALIMEI, Guendalina
2012
Abstract
Il libro nasce con la volontà di analizzare e integrare insieme paesaggio, urbanistica e architettura passando dalle grandi scale alle piccole, dalle macro aree alle micro e dalle micro alle macro, compiendo un’ analisi completa. Le parole chiave, che racchiudono i temi affrontati sottolineano il duplice aspetto di paesaggio naturale e antropico. - Land-form: dove si indaga la possibilità dell’architettura di organizzare il vuoto integrandolo nel paesaggio naturale e antropico. Il progetto nasce dal suolo, dalle sue pieghe, dai suoi segni, dalle sue stratificazioni, dalle sue cavità. La nuova architettura non si rivela immediatamente, non si impone come icona assoluta, ma si rivela poco alla volta, si lascia scoprire nell’avvicinamento, diventa frammento di un processo più ampio; si integra nel paesaggio assorbendo le regole sottese dalla trama del paesaggio e del terreno. - Confini sensibili: che indagano le aree di frontiera, di filtro, e di confine che rappresentano delle opportunità di sperimentazione di nuovi spazi capaci di vivere e di interpretare in chiave nuova le tensioni di limite tra interno-esterno, tra città-campagna, indagando anche il rapporto con le infrastrutture. I confini tra città e acqua , tra città e porto, tra città e infrastruttura, tra spazi delimitati e spazi infiniti, assumono nuove tensioni, nuovi significati, nuovi potenziali. Tali spazi, spesso marginali, degradati, poco conosciuti, indefiniti, non progettati, diventano occasioni di riflessione e di ricerca per nuove strategie progettuali capaci di superare l’originaria esclusione, promuovendo nuovi spazi di incontro. - Geografie urbane: sono dei tentativi a grande scala di dare suggerimenti e linee guida nel progetto. La geografia, intesa come il rapporto con i segni del territorio ma anche come analisi storica, di tradizione e quindi di identità. Il materiale pronto ad essere reinterpretato, manipolato sempre nell’ottica di una fusione tra urbanistica, paesaggio e architettura anche in chiave sociale. - Macchina per vivere: la ricerca su nuove strategie di vita, con particolare attenzione alla mixitè, la flessibilità e l'organizzazione degli spazi pubblici e privati. Gli anni 70 hanno portato una serie di esperimenti interessanti sull’abitare: la vicinanza, il sistema delle relazioni pubbliche e semipubbliche, il sistema degli spazi condivisi e forme di autogestione. Al contrario della mono-funzionalità,queste macchine dell’abitare provano a declamare nuove strategie dell’abitare, puntando sulla mixitè, sulla flessibilità, sull’organizzazione di spazi comuni, sull’uso del colore e sulla adattabilità dell’alloggio ad esigenze diverse e mutevoli nel tempo. - Riuso- stratificazione: il tema del riuso è l’occasione di sovrapporre idealmente più storie, più letture e tracce del tempo che sono particolarmente care. Il libro affronta le tematiche della memoria, della rovina, della trasformazione per parti in chiave nuova. Sottrarre, addizionare, tagliare, slittare, coprire e avvolgere, operazioni previste per il riuso di un complesso scolastico degli anni 80 in cemento armato per riportare a nuova vita il complesso dandone luce, colore energia. Mentre se si è in presenza di un bene così eccezionale come quello di un’architettura non finita del 700, l’intervento è per micro-iniezioni, interventi di agopuntura al fine di restaurare il bene donandolo al tempo stesso di nuova vita e nuova energia. - Landmark: Landmark urbani segnali verticali, torri della contemporaneità. Elementi foro che sono in grado di traguardare il territorio. Con uno sguardo all’archetipo della torre di cui sono figli, svelano un’interessante opportunità di lavorare sul tema della densificazione in netta contrapposizione ad un uso del suolo indiscriminato ed estensivo. L’elemento a torre nasce per ragioni difensive, di avvistamento, di controllo o di percezione del territorio quindi incarna l’obiettivo di riassumere il suo essere verticale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.