La ricomposizione dei conflitti, soprattutto per quel che riguarda gli spazi collettivi urbani, è un tema ricorrente della ricerca in progettazione architettonica che vede impegnata da anni Donatella Scatena, come ricercatrice e come architetto. L’occasione del V Colloquio, organizzato dal Dottorato di Paesaggio, permette quindi di esplicitare un lavoro coerente e continuo nell’ambito del contrastato rapporto tra città e natura. La ricerca di Donatella Scatena è iniziata con uno studio profondo e poi applicativo accanto a Paolo Portoghesi da laureanda ad assistente. Già nel 1995, con Portoghesi capogruppo, ha partecipato al progetto della riqualificazione di Piazza Selinunte a Roma. Contemporaneamente, nell’ambito dei corsi universitari, ha sperimentato la progettazione di un quartiere eco-compatibile, sempre a Roma, Saxa Rubra. Dal 2000 al 2005, ha raccolto, rielaborandolo criticamente, il materiale delle lezioni di Portoghesi, pubblicato poi nel libro Geoarchitettura, nuova e articolata disciplina che lo stesso Portoghesi ha fondato e nella quale confluiscono le riflessioni profonde avviate in aula ed inerenti la relazione tra memoria, natura e architettura, al fine di indicare delle linee progettuali che saldino i conflitti tra queste tre fondamentali istanze dell’agire e del pensare il territorio. Nell’ambito di questa ricerca il breve saggio presenta il risultato di una metodologia, sviluppata in seguito dentro la facoltà attraverso la didattica e le tesi di laurea e soprattutto attraverso la partecipazione a molti concorsi di progettazione nazionali e internazionali. Questa metodologia, che poggia le sue basi geometriche sul concetto barocco di spazio dinamico, affronta il tema complesso della ricostruzione del tessuto e della ricucitura di brani di città, interrogandosi sul futuro della città stessa e su come mettere in atto un programma progettuale capace di generare non solo un singolo episodio, ma un sistema di azioni sostenibili per la progettazione di spazi collettivi. Sostenibilità ambientale, e sostenibilità di un programma che vuole creare sviluppo, integrazione e riequilibrio tra il territorio e le componenti sociali. Tessere, intrecciare, fluire. I progetti presentati sono tre, una tesi di Laurea e due concorsi, e riguardano l’integrazione tra spazi collettivi, parchi urbani ed architetture in zone della città marginali o in “territori indistinti del periurbano diffuso”. A Guidonia, il tessuto è ricomposto attraverso il tessere. A Mestre, per un concorso che richiedeva alloggi e spazi commerciali e collettivi, si è utilizzato il metodo dell’ordire le trame. A Torino alla tessitura e all’intreccio si è sovrapposto il fluire delle superfici che ha creato una trama e originato un parco lineare, ricucitura tra due parti separate dalla fenditura della ferrovia.
Gli spazi collettivi come strumenti per ricucire i conflitti tra natura e architettura / Scatena, Donatella. - STAMPA. - (2012), pp. 130-135.
Gli spazi collettivi come strumenti per ricucire i conflitti tra natura e architettura
SCATENA, Donatella
2012
Abstract
La ricomposizione dei conflitti, soprattutto per quel che riguarda gli spazi collettivi urbani, è un tema ricorrente della ricerca in progettazione architettonica che vede impegnata da anni Donatella Scatena, come ricercatrice e come architetto. L’occasione del V Colloquio, organizzato dal Dottorato di Paesaggio, permette quindi di esplicitare un lavoro coerente e continuo nell’ambito del contrastato rapporto tra città e natura. La ricerca di Donatella Scatena è iniziata con uno studio profondo e poi applicativo accanto a Paolo Portoghesi da laureanda ad assistente. Già nel 1995, con Portoghesi capogruppo, ha partecipato al progetto della riqualificazione di Piazza Selinunte a Roma. Contemporaneamente, nell’ambito dei corsi universitari, ha sperimentato la progettazione di un quartiere eco-compatibile, sempre a Roma, Saxa Rubra. Dal 2000 al 2005, ha raccolto, rielaborandolo criticamente, il materiale delle lezioni di Portoghesi, pubblicato poi nel libro Geoarchitettura, nuova e articolata disciplina che lo stesso Portoghesi ha fondato e nella quale confluiscono le riflessioni profonde avviate in aula ed inerenti la relazione tra memoria, natura e architettura, al fine di indicare delle linee progettuali che saldino i conflitti tra queste tre fondamentali istanze dell’agire e del pensare il territorio. Nell’ambito di questa ricerca il breve saggio presenta il risultato di una metodologia, sviluppata in seguito dentro la facoltà attraverso la didattica e le tesi di laurea e soprattutto attraverso la partecipazione a molti concorsi di progettazione nazionali e internazionali. Questa metodologia, che poggia le sue basi geometriche sul concetto barocco di spazio dinamico, affronta il tema complesso della ricostruzione del tessuto e della ricucitura di brani di città, interrogandosi sul futuro della città stessa e su come mettere in atto un programma progettuale capace di generare non solo un singolo episodio, ma un sistema di azioni sostenibili per la progettazione di spazi collettivi. Sostenibilità ambientale, e sostenibilità di un programma che vuole creare sviluppo, integrazione e riequilibrio tra il territorio e le componenti sociali. Tessere, intrecciare, fluire. I progetti presentati sono tre, una tesi di Laurea e due concorsi, e riguardano l’integrazione tra spazi collettivi, parchi urbani ed architetture in zone della città marginali o in “territori indistinti del periurbano diffuso”. A Guidonia, il tessuto è ricomposto attraverso il tessere. A Mestre, per un concorso che richiedeva alloggi e spazi commerciali e collettivi, si è utilizzato il metodo dell’ordire le trame. A Torino alla tessitura e all’intreccio si è sovrapposto il fluire delle superfici che ha creato una trama e originato un parco lineare, ricucitura tra due parti separate dalla fenditura della ferrovia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.