The oath of innocence, or purgation, constituted a part of canon law for almost a millennium. It has nevertheless been largely neglected by studies on medieval canonical procedure. This book seeks to reconstruct the history of the oath of purgation specifically from the perspective of canon law. Over the centuries, the function of the so-called "purgatio canonica" never changed: priests of the Church were required to swear their innocence when charged with any criminal offence for which evidence of guilt was lacking. It is while dealing with the canonical purgation that the canonists also developed the notion of infamia facti, a concept of social disrepute with real legal significance. Within a short space of time this inspired the most significant innovations in medieval legal procedure: the introduction of the inquisitorial process alongside the accusatorial model, the elaboration of a canonical theory of legal presumptions, and the justification of judicial torture. The history of the oath of purgation thus provides a unique perspective from which to observe the transformations which occurred in canon law procedure and wider legal culture throughout the course of the Middle Ages.

Nel processo ecclesiastico medievale la purgatio canonica era un giuramento di innocenza, richiesto all’accusato non riconosciuto colpevole in base alle prove presentate in giudizio, e tuttavia ‘infamato’ come responsabile di un crimine. L’obiettivo principale era quello di eliminare il rumor, il sospetto diffuso che, nel caso di un ecclesiasatico, avrebbe minato le basi del rapporto con i suoi fedeli. Il rifiuto di giurare era considerato manifestazione di colpevolezza, ed equiparato ad una confessione. L’infamia cui il giuramento di purgazione forniva rimedio non era l’infamia legale del diritto romano. La nozione di infamia facti ― un discredito sociale cui era riconosciuta rilevanza giuridica ― venne elaborata dai giuristi in relazione alla purgatio canonica, e stimolò in breve tempo le innovazioni più significative del processo medievale. Come si cercherà di dimostrare, infatti, l’introduzione dell’inquisitio accanto al modello accusatorio, l’elaborazione di una teoria canonistica delle presunzioni e la giustificazione della tortura giudiziaria sono tutte conseguenze riconducibili all’elaborazione dottrinale intorno alla purgatio canonica, ed alla fama come suo presupposto. La longevità dell’istituto ― entrato nell’ordo iudiciarius canonico nel VI secolo, scomparso per desuetudine nel XVI ― ha consigliato una suddivisione del lavoro in due parti. Nella prima (L’alto Medioevo, VI-XI secolo), vengono individuate due tradizioni normative concorrenti, cui corrispondono differenti concezioni del processo canonico e, di conseguenza, differenti applicazioni del giuramento purgatorio: una tradizione pontificia ispirata al diritto romano, ed una tradizione conciliare germanica, che aumenta la sua influenza in epoca carolingia. Nel corso dei secoli altomedievali, e fino al 1215, il giuramento costituisce un’alternativa privilegiata, ma nella prassi non sempre vincente, rispetto alle forme ordaliche di purgazione. La II parte (Da Graziano al Liber Extra) segue gli sviluppi dell’istituto nell’epoca ‘classica’ del diritto canonico. In questa fase la scienza giuridica decretistica e decretalistica ― seguita, e quasi mai preceduta, da interventi normativi dei pontefici ― ha svolto un ruolo determinante nel delineare la disciplina della purgatio canonica, adattandola ai cambiamenti del sistema processuale. La disciplina così elaborata sarà poi applicata sia nell’ordinaria giurisdizione ecclesiastica fino al ’500, sia nei tribunali dell’Inquisizione spagnola e romana

Il giuramento di innocenza nel processo canonico medievale: storia e disciplina della "purgatio canonica" / Fiori, Antonia. - STAMPA. - 277:(2013), pp. 1-646.

Il giuramento di innocenza nel processo canonico medievale: storia e disciplina della "purgatio canonica"

FIORI, Antonia
2013

Abstract

The oath of innocence, or purgation, constituted a part of canon law for almost a millennium. It has nevertheless been largely neglected by studies on medieval canonical procedure. This book seeks to reconstruct the history of the oath of purgation specifically from the perspective of canon law. Over the centuries, the function of the so-called "purgatio canonica" never changed: priests of the Church were required to swear their innocence when charged with any criminal offence for which evidence of guilt was lacking. It is while dealing with the canonical purgation that the canonists also developed the notion of infamia facti, a concept of social disrepute with real legal significance. Within a short space of time this inspired the most significant innovations in medieval legal procedure: the introduction of the inquisitorial process alongside the accusatorial model, the elaboration of a canonical theory of legal presumptions, and the justification of judicial torture. The history of the oath of purgation thus provides a unique perspective from which to observe the transformations which occurred in canon law procedure and wider legal culture throughout the course of the Middle Ages.
2013
9783465041726
Nel processo ecclesiastico medievale la purgatio canonica era un giuramento di innocenza, richiesto all’accusato non riconosciuto colpevole in base alle prove presentate in giudizio, e tuttavia ‘infamato’ come responsabile di un crimine. L’obiettivo principale era quello di eliminare il rumor, il sospetto diffuso che, nel caso di un ecclesiasatico, avrebbe minato le basi del rapporto con i suoi fedeli. Il rifiuto di giurare era considerato manifestazione di colpevolezza, ed equiparato ad una confessione. L’infamia cui il giuramento di purgazione forniva rimedio non era l’infamia legale del diritto romano. La nozione di infamia facti ― un discredito sociale cui era riconosciuta rilevanza giuridica ― venne elaborata dai giuristi in relazione alla purgatio canonica, e stimolò in breve tempo le innovazioni più significative del processo medievale. Come si cercherà di dimostrare, infatti, l’introduzione dell’inquisitio accanto al modello accusatorio, l’elaborazione di una teoria canonistica delle presunzioni e la giustificazione della tortura giudiziaria sono tutte conseguenze riconducibili all’elaborazione dottrinale intorno alla purgatio canonica, ed alla fama come suo presupposto. La longevità dell’istituto ― entrato nell’ordo iudiciarius canonico nel VI secolo, scomparso per desuetudine nel XVI ― ha consigliato una suddivisione del lavoro in due parti. Nella prima (L’alto Medioevo, VI-XI secolo), vengono individuate due tradizioni normative concorrenti, cui corrispondono differenti concezioni del processo canonico e, di conseguenza, differenti applicazioni del giuramento purgatorio: una tradizione pontificia ispirata al diritto romano, ed una tradizione conciliare germanica, che aumenta la sua influenza in epoca carolingia. Nel corso dei secoli altomedievali, e fino al 1215, il giuramento costituisce un’alternativa privilegiata, ma nella prassi non sempre vincente, rispetto alle forme ordaliche di purgazione. La II parte (Da Graziano al Liber Extra) segue gli sviluppi dell’istituto nell’epoca ‘classica’ del diritto canonico. In questa fase la scienza giuridica decretistica e decretalistica ― seguita, e quasi mai preceduta, da interventi normativi dei pontefici ― ha svolto un ruolo determinante nel delineare la disciplina della purgatio canonica, adattandola ai cambiamenti del sistema processuale. La disciplina così elaborata sarà poi applicata sia nell’ordinaria giurisdizione ecclesiastica fino al ’500, sia nei tribunali dell’Inquisizione spagnola e romana
processo canonico medievale; purgatio canonica; giuramento
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Il giuramento di innocenza nel processo canonico medievale: storia e disciplina della "purgatio canonica" / Fiori, Antonia. - STAMPA. - 277:(2013), pp. 1-646.
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