Il progetto parte dall’osservazione del luogo, da cui emergono le strategie operative proposte per riqualificare il centro storico di Bisceglie: svuotare, dare vita ad una città più porosa, rifunzionalizzare e riconfigurare i vuoti esistenti con una serie di dispositivi spaziali e formali in modo da creare una nuova struttura di connessione tra le parti, un sistema relazionale di vuoti, pubblici, privati, semipubblici, artificiali o naturali, capaci di accogliere attività ed eventi permanenti e provvisori. stratificare trasformare quella struttura porosa da bidimensionale a tridimensionale, inserendo, sovrapponendo, scavando i vuoti a quote diverse all’interno della orografia articolata che definisce il centro storico. In questo modo spazi di natura differente possono convivere nella stessa area in quanto sovrapposti. innestare una serie di attività produttive, culturali e di servizio alle diverse quote negli edifici abbandonati che valorizzino le risorse locali, il patrimonio storico-artistico e le potenzialità di una struttura morfologica così unica. connettere creare una stretta relazione tra gli spazi, sia quelli sovrapposti che quelli sparsi all’interno del tessuto del centro storico configurare trasformare le diverse situazioni spaziali e le relative suggestioni prodotte dai crolli in figura, mediante una serie di dispositivi, il cui principio formale nasce dalla volontà di ridare senso alle tracce lasciate dai crolli che attraverso operazioni di estrusione, calco e ricucitura ci riconsegnano l’immagine del nuovo.
Urbanità porosa / Spirito, Gianpaola; G., Forte. - STAMPA. - (2008), pp. 236-236.
Urbanità porosa
SPIRITO, Gianpaola;
2008
Abstract
Il progetto parte dall’osservazione del luogo, da cui emergono le strategie operative proposte per riqualificare il centro storico di Bisceglie: svuotare, dare vita ad una città più porosa, rifunzionalizzare e riconfigurare i vuoti esistenti con una serie di dispositivi spaziali e formali in modo da creare una nuova struttura di connessione tra le parti, un sistema relazionale di vuoti, pubblici, privati, semipubblici, artificiali o naturali, capaci di accogliere attività ed eventi permanenti e provvisori. stratificare trasformare quella struttura porosa da bidimensionale a tridimensionale, inserendo, sovrapponendo, scavando i vuoti a quote diverse all’interno della orografia articolata che definisce il centro storico. In questo modo spazi di natura differente possono convivere nella stessa area in quanto sovrapposti. innestare una serie di attività produttive, culturali e di servizio alle diverse quote negli edifici abbandonati che valorizzino le risorse locali, il patrimonio storico-artistico e le potenzialità di una struttura morfologica così unica. connettere creare una stretta relazione tra gli spazi, sia quelli sovrapposti che quelli sparsi all’interno del tessuto del centro storico configurare trasformare le diverse situazioni spaziali e le relative suggestioni prodotte dai crolli in figura, mediante una serie di dispositivi, il cui principio formale nasce dalla volontà di ridare senso alle tracce lasciate dai crolli che attraverso operazioni di estrusione, calco e ricucitura ci riconsegnano l’immagine del nuovo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.