La storia contemporanea del palazzo baronale di Fondi ha inizio nel 1920, quando la famiglia Di Sangro vende l’immobile ai fratelli Pantanella. Il passaggio di proprietà del palazzo baronale fu l’occasione per svolgere da parte delle autorità di tutela una ricognizione esplorativa, di cui è stata rintracciata la relativa documentazione, nonché di prendere alcune importanti decisioni riguardo alla salvaguardia del monumento. L’azione di tutela della Sopraintendenza, rimase solo uno sterile atto burocratico e i proprietari intervennero senza alcun controllo sul complesso architettonico. Tali operazioni furono documentate da Gelasio Caetani, attento e sensibile custode delle memorie famigliari, che nel 1925 compì un sopralluogo nella residenza baronale dedicando una particolare attenzione proprio alle mensole lignee scolpite provenienti dai soffitti di alcune sale del palazzo e decise di prelevare alcuni esemplari nel corso dei lavori. I rari manufatti, di cui dopo il recupero si erano perdute le tracce ricompaiono quasi mezzo secolo dopo in una breve menzione di Carlo Pietrangeli nel volume dedicato alle collezioni del Museo di Roma. I preziosi manufatti finalmente ritrovati – si contano nove pezzi per l’esattezza, accanto ai quali nel corso del presente studio sono stati rintracciati altri sei esemplari conservati nella fondazione Roffredo Caetani di Ninfa mentre altro quattro ma di epoca leggermente successiva sono conservati presso collezioni private di Fondi – presentano figurazioni scolpite quasi a tutto tondo affatto originali e del tutto inconsuete che risulta poco agevole interpretare con chiarezza. Le mensole mostrano una grande varietà di forme; si tratta per lo più di telamoni, ma a questi si affiancano anche animali, reali e fantastici, esseri ibridi e mostruosi. Le immagini descritte trovano una loro collocazione storica e culturale all’interno della produzione artistica del tardo Medioevo, periodo nel quale motivi ornamentali e soggetti a carattere animalistico, fantastico e mostruoso ebbero una larga diffusione. Alla base di tali rappresentazioni, le cui prime testimonianze sono attestate intorno all’XI-XII secolo, sta una grande varietà di tradizioni e fonti, tra cui soprattutto quella dei bestiari, appartenenti al filone della letteratura scientifico-didattica medievale, portatori di un messaggio allegorico, moralizzatore e religioso. Il grande sviluppo delle ‘figurazioni marginali’, come spesso è stato definito questo genere di immagini, si protrae nella produzione artistica fin oltre il Quattrocento, diffondendosi oltre che sul bordo delle pagine dei manoscritti o nella scultura architettonica delle cattedrali, anche in altri luoghi soprattutto nascosti e poco visibili. Soggetti di questo tipo, ad esempio, si rintracciano numerosi nei braccioli, nelle misericordie e sotto i sedili degli stalli del coro, e anche sulle travi e le mensole dei soffitti degli edifici religiosi, per estendersi poi alle residenze private. Rispetto alle fasi costruttive della residenza baronale le mensole possono essere ragionevolmente inserite nella fase di ristrutturazione del complesso architettonico riferibile a Cristoforo Caetani (1423-1441). Secondo gli ultimi studi sulla storia architettonica dell’edificio è stato ipotizzato che siano da attribuire a quest’ultimo una serie di interventi volti a trasformare la fisionomia del palazzo. In favore di una datazione che non oltrepassi di molto la metà del secolo, infine, vi è anche da considerare il fatto che in una delle mensole si rintraccia ancora l’antico stemma dei Caetani dell’Aquila, che subisce una trasformazione nel 1466 quando il re di Napoli Ferdinando I, in riconoscenza dei servigi prestati e della fedeltà dimostrata alla casa regnante dal figlio di Cristoforo, Onorato II, concesse il privilegio ai Caetani di Fondi di inquartare nello stemma di famiglia gli emblemi degli Aragona.
Nuove acquisizioni e aggiornamenti critici sulle mensole lignee quattrocentesche dal palazzo Caetani / Betti, Fabio. - STAMPA. - (2012), pp. 166-192.
Nuove acquisizioni e aggiornamenti critici sulle mensole lignee quattrocentesche dal palazzo Caetani
BETTI, Fabio
2012
Abstract
La storia contemporanea del palazzo baronale di Fondi ha inizio nel 1920, quando la famiglia Di Sangro vende l’immobile ai fratelli Pantanella. Il passaggio di proprietà del palazzo baronale fu l’occasione per svolgere da parte delle autorità di tutela una ricognizione esplorativa, di cui è stata rintracciata la relativa documentazione, nonché di prendere alcune importanti decisioni riguardo alla salvaguardia del monumento. L’azione di tutela della Sopraintendenza, rimase solo uno sterile atto burocratico e i proprietari intervennero senza alcun controllo sul complesso architettonico. Tali operazioni furono documentate da Gelasio Caetani, attento e sensibile custode delle memorie famigliari, che nel 1925 compì un sopralluogo nella residenza baronale dedicando una particolare attenzione proprio alle mensole lignee scolpite provenienti dai soffitti di alcune sale del palazzo e decise di prelevare alcuni esemplari nel corso dei lavori. I rari manufatti, di cui dopo il recupero si erano perdute le tracce ricompaiono quasi mezzo secolo dopo in una breve menzione di Carlo Pietrangeli nel volume dedicato alle collezioni del Museo di Roma. I preziosi manufatti finalmente ritrovati – si contano nove pezzi per l’esattezza, accanto ai quali nel corso del presente studio sono stati rintracciati altri sei esemplari conservati nella fondazione Roffredo Caetani di Ninfa mentre altro quattro ma di epoca leggermente successiva sono conservati presso collezioni private di Fondi – presentano figurazioni scolpite quasi a tutto tondo affatto originali e del tutto inconsuete che risulta poco agevole interpretare con chiarezza. Le mensole mostrano una grande varietà di forme; si tratta per lo più di telamoni, ma a questi si affiancano anche animali, reali e fantastici, esseri ibridi e mostruosi. Le immagini descritte trovano una loro collocazione storica e culturale all’interno della produzione artistica del tardo Medioevo, periodo nel quale motivi ornamentali e soggetti a carattere animalistico, fantastico e mostruoso ebbero una larga diffusione. Alla base di tali rappresentazioni, le cui prime testimonianze sono attestate intorno all’XI-XII secolo, sta una grande varietà di tradizioni e fonti, tra cui soprattutto quella dei bestiari, appartenenti al filone della letteratura scientifico-didattica medievale, portatori di un messaggio allegorico, moralizzatore e religioso. Il grande sviluppo delle ‘figurazioni marginali’, come spesso è stato definito questo genere di immagini, si protrae nella produzione artistica fin oltre il Quattrocento, diffondendosi oltre che sul bordo delle pagine dei manoscritti o nella scultura architettonica delle cattedrali, anche in altri luoghi soprattutto nascosti e poco visibili. Soggetti di questo tipo, ad esempio, si rintracciano numerosi nei braccioli, nelle misericordie e sotto i sedili degli stalli del coro, e anche sulle travi e le mensole dei soffitti degli edifici religiosi, per estendersi poi alle residenze private. Rispetto alle fasi costruttive della residenza baronale le mensole possono essere ragionevolmente inserite nella fase di ristrutturazione del complesso architettonico riferibile a Cristoforo Caetani (1423-1441). Secondo gli ultimi studi sulla storia architettonica dell’edificio è stato ipotizzato che siano da attribuire a quest’ultimo una serie di interventi volti a trasformare la fisionomia del palazzo. In favore di una datazione che non oltrepassi di molto la metà del secolo, infine, vi è anche da considerare il fatto che in una delle mensole si rintraccia ancora l’antico stemma dei Caetani dell’Aquila, che subisce una trasformazione nel 1466 quando il re di Napoli Ferdinando I, in riconoscenza dei servigi prestati e della fedeltà dimostrata alla casa regnante dal figlio di Cristoforo, Onorato II, concesse il privilegio ai Caetani di Fondi di inquartare nello stemma di famiglia gli emblemi degli Aragona.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.