Il comportamento delle costruzioni sottoposte alle azioni sismiche è divenuto ormai, a seguito del riconoscimento del rischio sismico sulla maggior parte del territorio nazionale, l’aspetto principale con cui riguardare la stabilità degli edifici, nuovi ma anche storici. In questa occasione si è ritenuto opportuno illustrare, pur se in maniera sintetica, le problematiche inerenti che influenzano gli interventi di restauro strutturale. In effetti, per la stabilità delle costruzioni, fino a qualche anno addietro, si usava distinguere il caso statico da quello dinamico, ovvero sismico. Le azioni sismiche, in genere, sono ricondotte (con una serie di approssimazioni e considerazioni che consentono tale riduzione) a forze verticali (che si aggiungono ai carichi dovuti alla gravità) e a forze orizzontali, agenti staticamente in due direzioni ortogonali (ovvero, in qualunque direzione poiché non può definirsi preventivamente da dove sopraggiungeranno le onde sismiche). In buona sostanza, tali forze sono determinate in relazione alle masse della costruzione, all’accelerazione a cui essa è sottoposta (intensità sismica attesa) e alle modalità di risposta della struttura (periodo proprio di vibrazione). Mentre le azioni verticali producono solo un aggravio che può sostanzialmente essere considerato sopportabile, dati i congrui coefficienti di sicurezza tipici delle strutture murarie, le seconde producono uno stato di sollecitazione tendente al ribaltamento, mal compatibile con le capacità resistenti delle murature. D’altra parte le norme si sono a lungo concentrate sul calcestruzzo armato che, dal primo dopoguerra, si è imposto in Italia come principale tecnica costruttiva per le nuove edificazioni. Per le murature, almeno fino al secondo dopoguerra, si è trovato naturale emanare solo provvedimenti normativi che, in seguito ai gravi eventi tellurici, guidassero la ricostruzione e il consolidamento delle vecchie costruzioni superstiti. Di fatto per queste si richiedevano gli stessi riferimenti di sicurezza previsti per le nuove costruzioni finché non si è giunti, solo di recente, ad una distinzione normativa per gli edifici tutelati rispetto al rimanente patrimonio edilizio murario, vecchio e nuovo.

Nuove prospettive sul tema della sicurezza strutturale e prevenzione sismica / DE CESARIS, Fabrizio. - STAMPA. - X. II aggiornamento(2008), pp. 193-225.

Nuove prospettive sul tema della sicurezza strutturale e prevenzione sismica

DE CESARIS, Fabrizio
2008

Abstract

Il comportamento delle costruzioni sottoposte alle azioni sismiche è divenuto ormai, a seguito del riconoscimento del rischio sismico sulla maggior parte del territorio nazionale, l’aspetto principale con cui riguardare la stabilità degli edifici, nuovi ma anche storici. In questa occasione si è ritenuto opportuno illustrare, pur se in maniera sintetica, le problematiche inerenti che influenzano gli interventi di restauro strutturale. In effetti, per la stabilità delle costruzioni, fino a qualche anno addietro, si usava distinguere il caso statico da quello dinamico, ovvero sismico. Le azioni sismiche, in genere, sono ricondotte (con una serie di approssimazioni e considerazioni che consentono tale riduzione) a forze verticali (che si aggiungono ai carichi dovuti alla gravità) e a forze orizzontali, agenti staticamente in due direzioni ortogonali (ovvero, in qualunque direzione poiché non può definirsi preventivamente da dove sopraggiungeranno le onde sismiche). In buona sostanza, tali forze sono determinate in relazione alle masse della costruzione, all’accelerazione a cui essa è sottoposta (intensità sismica attesa) e alle modalità di risposta della struttura (periodo proprio di vibrazione). Mentre le azioni verticali producono solo un aggravio che può sostanzialmente essere considerato sopportabile, dati i congrui coefficienti di sicurezza tipici delle strutture murarie, le seconde producono uno stato di sollecitazione tendente al ribaltamento, mal compatibile con le capacità resistenti delle murature. D’altra parte le norme si sono a lungo concentrate sul calcestruzzo armato che, dal primo dopoguerra, si è imposto in Italia come principale tecnica costruttiva per le nuove edificazioni. Per le murature, almeno fino al secondo dopoguerra, si è trovato naturale emanare solo provvedimenti normativi che, in seguito ai gravi eventi tellurici, guidassero la ricostruzione e il consolidamento delle vecchie costruzioni superstiti. Di fatto per queste si richiedevano gli stessi riferimenti di sicurezza previsti per le nuove costruzioni finché non si è giunti, solo di recente, ad una distinzione normativa per gli edifici tutelati rispetto al rimanente patrimonio edilizio murario, vecchio e nuovo.
2008
Trattato di restauro architettonico. Grandi temi di Restauro. Secondo aggiornamento
9788859803027
consolidamento; restauro; presidi antisismici; monitoraggi; diagnostica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Nuove prospettive sul tema della sicurezza strutturale e prevenzione sismica / DE CESARIS, Fabrizio. - STAMPA. - X. II aggiornamento(2008), pp. 193-225.
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